“Grazie a Vera Vigevani Jarach per aver accettato oggi l’invito della Cisl e per la sua straordinaria testimonianza. Il mondo del lavoro ed il nostro paese hanno tanto bisogno del coraggio e del messaggio positivo di speranza delle Madri e delle nonne di Plaza de Mayo”. Lo ha detto la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, che oggi insieme al gruppo dirigente del sindacato ha incontrato a Roma nella sede della Cisl, Vera Vigevani Jarach, la scrittrice e giornalista italiana che in Argentina è stata una delle leader del movimento della Madri de Plaza de Mayo. Di famiglia ebrea, rifugiata in Argentina nel 1939 per scampare alle leggi razziali fasciste, la Vigevani è una madre di Plaza de Mayo in seguito alla morte della figlia Franca Jarach negli anni della dittatura militare di Jorge Rafael Videla.
“Vera Vigevani è una donna forte, carica di energia e passione nonostante i suoi 92 anni, una grande donna che non si è mai arresa alle dittature, prima contro il nazifascismo e poi contro quella argentina. Vera è una partigiana della memoria. Viene da un paese come l’Argentina dove le radici della nostra comunità sono ancora molto forti. Le sue parole sono state oggi per noi un segnale di grande speranza per costruire una umanità più libera, democratica, una umanità migliore”. Furlan ha inoltre aggiunto che “Vera Vigevani Jarach è una testimone vivente di un impegno per la libertà e la democrazia, uno stimolo per tutta la comunità internazionale a globalizzare i diritti in tutto il mondo. Noi siamo molto d’accordo con lei: oggi occorre creare un antidoto forte per sconfiggere le pericolose tendenze antisemite e razziste che circolano in Europa ed anche nel nostro paese. Per noi lo strumento principale per salvaguardare la democrazia e la dignità delle persone rimane il lavoro”.
Da parte sua Vera Vigevani Jarach, dopo aver ringraziato la Cisl ha sottolineato: “C’è molto bisogno del protagonismo del sindacato nel mondo perché per me il tema del lavoro è oggi più che mai essenziale. Il sindacato rimane lo strumento per battersi contro la disoccupazione, il lavoro sfruttato e sottopagato, l’emarginazione sociale”. La Vigevani ha aggiunto che “qualcosa deve spingerci ad avere nuovi progetti e nuove idee. Qualcosa si può fare sempre per salvare la democrazia. Soprattutto i giovani hanno una grande responsabilità. Le persone non sono numeri, siamo tutti uguali e siamo tutti diversi. Ecco perché tollerare non è per me una bella parola. Bisogna invece rispettare le persone. Il vero segno di democrazia è il riconoscimento della dignità dell’essere umano”.