Uno spiraglio per la Mahle di La Loggia e Saluzzo

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Uno spiraglio per la Mahle di La Loggia e Saluzzo

Il 22 luglio incontro decisivo al Mise, la lombarda “Imr Industries” interessata a rilanciare i due stabilimenti piemontesi

Per la Mahle, multinazionale tedesca che produce pistoni per motori diesel negli stabilimenti di La Loggia, alle porte di Torino e a Saluzzo, nel cuneese, c’è l’ipotesi di una reindustrializzazione. Anche se sulla vicenda regna il massimo riserbo, i sindacati confermano di essere stati convocati il 22 luglio al Mise per un approfondimento del caso. Bocche cucite e tanta prudenza anche perché, come si affrettano a spiegare Fim Fiom Fismic di Torino e Cuneo in una nota “non esistono certezze assolute né sono state espletate formalità vincolanti”. Anzi, i sindacati ritengono “fuori luogo le dichiarazioni intempestive di alcuni esponenti politici su questa vicenda. Dare per certe soluzioni non ancora ben definite e in un quadro così delicato può essere controproducente per gli interessi dei lavoratori e di tutti i soggetti coinvolti”. Il riferimento è ad alcuni parlamentari locali, esponenti di Pd e del Movimento Cinque Stelle, che nei giorni scorsi hanno reso pubbliche le novità sulla Mahle. Per i sindacati “è fondamentale il buon esito della trattativa in corso e il conseguente avvio della fase di confronto finalizzato alla salvaguardia della occupazione”.
Secondo indiscrezioni, potrebbe essere il gruppo lombardo “Imr Industries”, guidato dalla famiglia Galmarini, a rilevare i due impianti italiani che occupano attualmente, tra a La Loggia (Torino) e Saluzzo, circa 300 persone. Nello scorso autunno, quando sono arrivate le lettere di licenziamento e l’annuncio della chiusura entro il 2019, erano più di 450 i lavoratori nei due stabilimenti piemontesi. Molti se ne sono andati spontaneamente in questi mesi, accettando l’incentivo dell’azienda.
Tra gennaio e febbraio sono arrivati i primi importanti risultati: il ritiro dei licenziamenti e la cassa integrazione di un anno per cessazione di attività e reindustrializzazione. Nel frattempo la regione Piemonte si è messa alla ricerca di imprenditori disposti a rilevare e rilanciare i due siti produttivi.
Se le voci dell’acquisizione di Mahle da parte di “Imr Industries” dovessero essere confermate sarebbe una buona notizia per il comparto dell’automotive torinese, alla ricerca di un rilancio e di nuove prospettive di sviluppo. Da quanto si apprende la “Imr Industries” di Carate Brianza opera nello stampaggio di componenti in plastica, di scocche e processi di verniciatura nel settore delle auto di lusso. Due dei quattro siti italiani del Gruppo, che in totale ammontano a sette con gli stabilimenti di Germania e Spagna, sono già operativi a Torino e Mondovì.
Intanto i sindacati dei metalmeccanici hanno incontrato in assemblea i lavoratori dei due stabilimenti per fare il punto sulla situazione. “Mancano ancora le firme – spiega Davide Provenzano, segretario generale Fim Torino-Canavese che invita alla cautela – ma se l’opportunità si dovesse concretizzare sarebbe una soluzione per oltre il 90% degli addetti. Il sindacato, insieme ai lavoratori, dopo un lungo impegno, attendono la conclusione positiva. Abbiamo sempre lavorato con tutti gli attori in campo affinché si trovasse una soluzione senza lasciare indietro nessuno”.
Rocco Zagaria

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