La regione è sesta per numeri di interventi e quinta per valore degli importi relativi al Superbonus. Campana (Filca): “Grazie a misura 8.500 nuovi occupati negli ultimi tre anni”
In Piemonte, dopo gli ultimi provvedimenti governativi sul Superbonus, sono a rischio 2.500 imprese e migliaia di posti di lavoro. A lanciare l’allarme è l’Ance regionale per voce della sua presidente Paola Malabaila. “È stato cancellato un provvedimento – ha osservato la presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) Piemonte Valle d’Aosta – che aveva portato a un aumento occupazionale dell’intero settore e a un aumento del Pil del 6,6% nel 2021, uno dei più alti in Europa. Il fatto più preoccupante è che questa decisione ha colpito maggiormente le persone con meno risorse, poiché la cessione del credito aveva reso questa misura accessibile a tutti, indipendentemente dalle proprie capacità economiche. Questa notizia ci getta nel più profondo sconforto in quanto mette a rischio la tenuta socio economica della Regione Piemonte, soprattutto in assenza di una soluzione strutturale da parte del Governo centrale”.
Con 26.937 interventi al 31 gennaio 2023, di cui il 50% a Torino e provincia, il Piemonte è la sesta regione italiana per numero di opere legate al Superbonus e la quinta per importi complessivi di spesa.
“I dati – sottolinea il segretario generale della Filca Cisl Piemonte, Massimiliano Campana – parlano chiaro: il settore delle costruzioni ha contribuito in modo decisivo al rilancio del paese ed in particolare della nostra regione. In Piemonte negli ultimi tre anni si sono registrati in media 8.500 lavoratori in più nel settore edile, con una crescita delle ore lavorate di circa il 50%. Un andamento che evidenzia come l’edilizia in Piemonte possa realmente rappresentare un fattore di crescita per l’economia e l’occupazione. È quindi preoccupante che dopo un periodo di ripresa si metta a rischio la tenuta di un settore strategico con migliaia di posti di lavoro che potrebbero essere persi. Ci risulta che si stiano fermando molti cantieri e che imprese edili nella regione abbiano già richiesto la cassa Integrazione”.
Lo stop del governo al Superbonus in edilizia rischia di rendere vana anche l’iniziativa del presidente della Regione Alberto Cirio che solo una decina di giorni fa aveva annunciato l’intenzione della sua Giunta di aiutare imprese e cittadini, acquisendo 50 milioni di crediti di imposta da banche e intermediari finanziari.
Al coro delle proteste si uniscono anche le voci di Cna e Confartigianato territoriali. Nicola Scarlatelli, presidente di Cna Torino teme “ripercussioni e danni anche per quegli enti pubblici come Atc (Azenzia territoriale casa) Torino che stavano usando il superbonus per il recupero di migliaia di immobili in grado di dare una risposta abitativa ad altrettante famiglie”.
Confartigianato Imprese Piemonte ricorda invece che il sistema casa in Piemonte è rappresentato da oltre 50mila imprese e 80mila addetti. “Migliaia di imprese – sottolinea Enzo Tanino, presidente di Confartigianato Piemonte Edilizia – rischiano seriamente di chiudere per mancanza di liquidità”. E sempre il segretario regionale Filca Cisl, Massimiliano Campana ritiene “fondamentale un sistema mirato di incentivazione dell’efficienza energetica nei condomini periferici ad alta intensità abitativa e nell’edilizia residenziale pubblica, per garantire più occupazione nel settore e migliorare la qualità della vita nelle nostre città”. (Da Conquiste del Lavoro del 21 febbraio 2023)
Rocco Zagaria