Piemonte, dichiarato lo stato di emergenza occupazionale e salariale

Focus
Ferraris in Consiglio regionale per emergenza occupazionale Piemonte, dichiarato lo stato di emergenza occupazionale e salariale

In Piemonte, il 2020 si apre con grandi incognite sul fronte occupazionale. La crisi che ha investito la regione, e in modo particolare il suo capoluogo, non ha precedenti. Le aziende chiudono, licenziano e delocalizzano, lasciando senza lavoro e senza prosepettive migliaia di persone. In questo clima, il primo Consiglio regionale dell’anno ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno che dichiara “lo stato di emergenza occupazionale e salariale in Piemonte” e chiede il “rifinanziamento in deroga alla Cigs e il finanziamento di 150 milioni di euro per le aree colpite da crisi industriali in Piemonte, promessi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte”.

Il documento è stato presentato da tutti i capigruppo, di maggioranza e di opposizione, dal presidente della Giunta Alberto Cirio e dal presidente del Consiglio Stefano Allasia.

“Ringrazio il Consiglio – ha commentato il presidente della regione Cirio – per aver accolto la mia proposta di dichiarare lo stato di emergenza occupazionale in Piemonte e tutti i consiglieri per aver votato un documento condiviso che avrà delle ricadute concrete, dandoci la possibilità di rivendicare dal Governo non solo il rifinanziamento della cassa integrazione e degli ammortizzatori sociali, ma anche certezze sugli investimenti promessi personalmente al nostro territorio dal premier Conte. Abbiamo bisogno di sapere quanto andrà al Piemonte dei 150 milioni di euro previsti per tutta Italia dal governo per le crisi industriali e quanto verrà stanziato per gli specifici accordi di programma che riguardano la Città dell’aerospazio e il Manufacturing and Competence Center, dal momento che di questo in Finanziaria non c’è traccia. La solidarietà non basta. Alle promesse del Governo devono seguire fatti concreti”.

I dati Istat parlano di una economia regionale in forte affanno. Nel trimestre luglio-settembre 2019 si è registrato un calo di occupati di 17 mila unità, soprattutto nell’industria manifatturiera, una sostanziale tenuta del settore servizi e una crescita nel comparto agricolo, con 4mila occupati in più. Le imprese che fruiscono della cassa integrazione speciale sono 50, per un totale di circa 2500 addetti, prevalentemente nei settori metalmeccanico e dell’editoria. A queste si affiancano 75 imprese che attuano la Cigs per contratti di solidarietà, tra cui Fca, con circa quattromila dipendenti in cassa.

“Le stime Istat – ha dichiarato l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, dipingono per il Piemonte una situazione difficile, con più ombre che luci, che ci vede arretrare nel contesto del Nord Italia dove le dinamiche restano complessivamente buone. Nel 2020 si prevede un ulteriore aggravamento, come dimostrano i recenti focolai di crisi emersi alla Martor di Brandizzo, alla Mahle e all’ex Ilva”.

Per il segretario generale Cisl Piemonte, Alessio Ferraris, intervenuto insieme ai colleghi di Cgil, Uil e Ugl, alla seduta straordinaria del Consiglio regionale: “La crescita della nostra regione è la priorità delle priorità e non ci può essere un Piemonte florido con una Torino che arranca. Ci vuole un’alleanza di scopo per parlare con una sola voce al governo centrale e ottenere le dotazioni finanziare promesse per gli ammortizzatori sociali, l’area di crisi complessa e gli accordi di programma”.

Rocco Zagaria

 

Categoria: