La notizia riportata dai media sulla scelta, da parte della Città di Torino, di vendere un ulteriore 2,5% delle azioni della Multiutility IREN, preoccupa fortemente Cgil Cisl Uil Torino che esprimono forte contrarietà a tale decisione. Infatti, il gruppo IREN, costituito da società che operano in ambito Energetico, idrico e dell’igiene ambientale nelle aree territoriali di Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna, rappresenta per la nostra città un imprescindibile soggetto strategico, sia dal punto di vista della qualità dei servizi resi ai cittadini, per le tariffe che gli stessi pagano e per le conseguenti ricadute occupazionali ed economiche nel territorio interessato.
Tale scelta sarebbe motivata dalla necessità di compensare i tagli derivanti dalla Legge di stabilità, approvata nei giorni scorsi, che provocherebbe un buco di circa 20 milioni di Euro al prossimo bilancio del Comune di Torino (anno 2019). La vendita di ulteriori quote, dopo quelle messe sul mercato l’anno scorso, minerebbe irreversibilmente il permanere di una maggioranza pubblica nella proprietà dell’intero gruppo IREN. Ed anche nel caso di un improbabile riacquisto da parte di altri Enti Pubblici (Comune di Genova ecc…), l’operazione sposterebbe comunque a danno della Città di Torino gli equilibri di potere all’interno della Multiutility, sino ad oggi sostanzialmente paritari tra Torino, Genova e la parte emiliana.
Cgil Cisl Uil Torino sono contrari perché il provento “una tantum”, proveniente dalla cessione suddetta, non compenserebbe, a danno della collettività torinese, gli utili provenienti dai futuri dividendi. Asseriamo ciò anche in base all’andamento borsistico italiano per cui gli asset di Iren sarebbero svalutati.
Si evidenzia poi che i risvolti negativi di una eventuale cessione sarebbero:
- il ridimensionamento degli investimenti previsti in Piemonte pari a circa 1 Miliardo di Euro da qui al 2023;
- il rallentamento degli investimenti nel comparto dell’Igiene Ambientale; oggi AMIAT e TRM a Torino, SETA sul bacino SETTIMO-CHIVASSO;
- il rallentamento dell’estensione del Teleriscaldamento all’Area Metropolitana Torinese prevista al 90%. Nel settore della distribuzione dell’energia elettrica vi è una forte preoccupazione per il mantenimento degli investimenti previsti sulla rete di distribuzione di Torino, che va potenziata per ovviare alle attuali carenze (vedi i blackout dell’estate scorsa);
- indurre Iren a rivedere al ribasso il proprio piano industriale con il quale aveva preventivato circa 1000 assunzioni da qui al 2023 riducendo quelle destinate all’area torinese.
- è chiaro che così si spostano gli equilibri interni. Il lavoro fatto in questi anni dalla azienda e le prospettive future per il Piemonte saranno sicuramente messe in discussione. E’ importante un riequilibrio degli assetti azionari anche in previsione della rielezione del cda e dei vertici (occorre dare continuità) prevista nella prossima assemblea (primavera 2019). L’impressione è quella che si voglia spaccare il fronte dei vari patti para-sociali, spostando su Genova la priorità degli investimenti di IREN oggi distribuiti in modo equo tra le tre aree territoriali. La modifica degli assetti azionari sarebbero un disincentivo a tutte le forme di sponsorizzazione delle attività culturali della Città di Torino e persino delle attività sportive riferite al territorio.
Per tutte queste ragioni i sindacati torinesi richiamano la Sindaca Appendino e la Giunta Comunale alla piena osservanza delle vigenti Delibere Comunali e di quanto previsto dal Protocollo di intesa del 16 marzo 2015, richiedendo inoltre l’attivazione delle procedure di informazione/consultazione ivi previste esortando gli stessi a non compiere la scelta di vendere ulteriori quote azionarie IREN: il danno che una simile operazione porterebbe al territorio torinese sarebbe gravissimo.
CGIL CISL UIL TORINO