Lettera al Prefetto di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Piemonte sulla ripresa delle attività in presenza

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Termoscanner a scuola Lettera al Prefetto di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Piemonte sulla ripresa delle attività in presenza

 

AL PREFETTO di Torino

Dott. CLAUDIO PALOMBA

e, p.c.                                      AL PRESIDENTE DELLA REGIONE PIEMONTE

Dott. ALBERTO CIRIO

AL DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL PIEMONTE

Dott. FABRIZIO MANCA

OGGETTO:      Ripresa delle attività in presenza per il 75% della popolazione scolastica a partire dal 7 gennaio 2021 – Misure organizzative

 

Apprendiamo dai mezzi di stampa degli esiti delle riunioni dei tavoli tecnici di questi giorni, coordinati dai Prefetti delle singole Province e dell’Area metropolitana di Torino: si tratta del risultato delle innumerevoli attività di confronto e di scambio, avvenute nelle singole Province,  tra tutte le sigle sindacali del comparto scuola e i coordinamenti dei Dirigenti scolastici, e svolte in modo trasversale, in collaborazione sia con i Prefetti che con gli Uffici Scolastici Territoriali che con gli Enti locali; per questo motivo CGIL CISL e UIL hanno sostenuto in modo continuo e convinto il lavoro delle Istituzioni a livello locale, concordando la linea con i Dirigenti Scolastici che operano nei diversi territori del Piemonte.

Sottolineiamo che è interesse principale di tutte le componenti scolastiche il rientro a scuola in totale sicurezza e massima funzionalità, ma l’esercizio del pieno diritto allo studio può avvenire solo tramite soluzioni attente alle differenti peculiarità territoriali e declinate alle specificità delle aree e dei singoli istituti del vasto e variegato territorio piemontese.

Evidenziamo che la proposta presentata dalla Regione Piemonte nelle conferenze di servizio del 4 dicembre con i dirigenti scolastici aderisce alle indicazioni del DPCM del 3 dicembre, ma ribadiamo che il sistema dei doppi turni presenta evidenti e notevoli criticità nell’attuazione e nella successiva gestione.

Riteniamo inoltre doveroso, considerata l’importanza del tema trattato che riguarda il diritto all’apprendimento di migliaia di studenti, verificare se l’Agenzia della Mobilità piemontese non fosse in grado di presentare un piano dettagliato in relazione ai diversi scenari ipotizzati, al rientro in classe del 75% alle risorse e ai mezzi a disposizione, considerato il limite massimo di carico consentito e verificare se esiste la reale possibilità di utilizzare ulteriori mezzi di trasporto. In mancanza di tali verifiche, infatti, ogni promessa e dichiarazione appare poco credibile.

CHIEDIAMO QUINDI

che la proposta del doppio turno sia attentamente valutata alla luce dei seguenti punti di criticità:

  1. varietà e complessità delle situazioni ordinamentali, strutturali e organizzative che caratterizza le scuole secondarie del nostro territorio;
  2. eccessivo ritardo nella conclusione delle attività scolastiche, che potrebbero protrarsi per alcuni istituti anche fino alle ore 19:00, con una ricaduta su:
    • l’attività didattica in presenza e/o in didattica digitale integrata con grave compromissione del processo di apprendimento degli studenti;
    • l’orario di rientro degli studenti alle loro abitazioni, che risulterebbe difficoltoso in caso di mancata riprogrammazione degli orari e di mancato potenziamento dei mezzi di trasporto in orari pomeridiani, anche in modo integrato con le provincie limitrofe;
    • la gestione di un adeguato tempo da dedicare allo studio domestico di tutti gli alunni, con conseguente grave compromissione dell’apprendimento, con particolare riferimento agli studenti in condizione di maggior fragilità e con bisogni educativi speciali;
    • le attività di recupero pomeridiane, previste dalla normativa vigente, che non

potranno essere attivate;

  • la possibilità di proseguire nell’attuazione delle attività di ampliamento e miglioramento dell’Offerta Formativa, previste dai Piani dell’Offerta Formativa Triennale e pianificate dagli Istituti, a causa della sovrapposizione con l’eventuale prolungamento delle attività didattiche curricolari nel pomeriggio;
  • la possibilità di attuare le attività di ampliamento e miglioramento dell’Offerta Formativa, che hanno già comportato un impegno di spesa e talora anche un esborso economico da parte delle famiglie e che devono essere completate, sia per non incorrere in danno erariale sia per onorare contratti già stipulati;
  • la difficoltà oggettiva di modificare l’orario dei docenti, con cattedra esterna e dunque impegnati spesso su due o più scuole e, in alcuni casi, anche su ordini di scuole differenti;
  1. impossibilità di prevedere l’introduzione di una pausa pranzo – necessaria in caso di un’eventuale estensione dell’orario – stante anche la mancanza dei servizi di ristorazione interni alle scuole a causa dell’emergenza epidemiologica in atto;
  2. il protrarsi delle attività scolastiche fino alle 19.00 e oltre determinerebbe:
    • la totale riorganizzazione dell’orario di lavoro dei docenti, che dovrebbe essere completamente ridefinito ed esteso e pertanto incompatibile con i vincoli contrattuali e con conseguenti ripercussioni, anche di tipo sindacale;
    • la turnazione del personale ATA che, a parità numerica, dovrebbe garantire tempi più lunghi di sorveglianza sugli studenti e ulteriori azioni di igienizzazione degli spazi;
    • la qualità della vitapersonale e familiare di tutti gli attori coinvolti nel processo educativo, in particolare dei giovani in un momento in cui la sfera psicologica risulta già ampiamente messa a dura prova dalla riduzione di tutte le attività elettive e ricreative extrascolastiche.

PROPONIAMO PERTANTO

alla luce di quanto in premessa, in un’ottica di collaborazione, alla S. V. di prendere atto delle recenti rilevazioni effettuate dalle istituzioni scolastiche su richiesta degli Ambiti Territoriali.

In questo modo sarebbero  valorizzate  sia  la  collaborazione  richiesta  da  TPL  e  Provincia  alle  singole autonomie scolastiche, sia le scelte strategiche e funzionali assunte dai Dirigenti Scolastici, discendenti da una piena e competente conoscenza dei bisogni e delle soluzioni organizzative più opportune per le singole scuole e comunque rispondenti al dettato normativo.

Sulla base della verifica richiesta in premessa e dall’analisi dei dati consegnati dalle scuole entro la data richiesta del 14/12/2020, di ipotizzare che:

  1. La popolazione scolastica in movimento all’interno della regione registri una percentuale inferiore al 75% senza vincolare le scuole a una percentuale uguale per tutti atteso che:
    • alcune istituzioni scolastiche, per carenza di spazi di ampiezza adeguata, nell’impossibilità di garantire le prioritarie misure di distanziamento prescritte, non potranno raggiungere il 75% di presenza scolastica degli studenti, pena la violazione delle norme di sicurezza, pur adoperandosi responsabilmente per il perseguimento dell’obiettivo previsto dalla norma vigente;
    • gli studenti in movimento con mezzi propri potrebbero ulteriormente abbattere la percentuale d’uso del trasporto pubblico per ragioni diverse: molte famiglie, potendo, preferiscono garantire un personale accompagnamento a scuola dei propri figli (opportunità questa non percorribile se l’ingresso a scuola fosse posticipato in orario non compatibile con gli orari lavorativi delle famiglie); le comunità scolastiche, e gli studenti in primis, hanno promosso la pratica di una mobilità sostenibile, invitando ad un raggiungimento della scuola a piedi o in bicicletta; i genitori hanno attivato pratiche di car sharing, nella direzione del mutuo aiuto.
    • Sul territorio nazionale, sulla base del Piano scuola 2020-21 solo il 13,7 % degli utenti dei treni è composto da studenti e solo il 24,7 % degli utenti dei pullman è composto da studenti. Se ne ricava che l’incidenza sul trasporto pubblico nazionale della componente studenti è pari in media al solo 24,2 % del totale.

 

  1. Non si imponga la programmazione di due diversi orari di ingresso, di cui il secondo a mattinata inoltrata, applicata indistintamente su tutte le istituzioni scolastiche, se non suffragata da dati e da una loro oculata analisi; tale ipotesi rischierebbe di non essere di per sé soluzione, ma essa stessa generativa di problemi:
    • per l’organizzazione interna delle istituzioni scolastiche come già descritto;
    • per la stessa mobilità (famiglie che alle 9.30 non potrebbero conciliare il loro tragitto casa-lavoro con quello dei figli; ridotta frequenza di corse del trasporto pubblico locale in orari pomeridiani; aggravio di frequenza su corse del tardo pomeriggio, già frequentate dai lavoratori);
    • per le numerose attività laboratoriali pomeridiane curriculari ed extracurriculari (le attività di PCTO continuano ad essere prescrittive e spesso si collocano in fascia oraria pomeridiana; nella stessa fascia pomeridiana si collocano le attività aggiuntive extracurriculari), nelle quali le scuole e le famiglie hanno investito risorse finanziarie pubbliche e private;
    • per la necessità di garantire il riscaldamento prolungato delle scuole: in molte di queste, con corsi serali, sarebbe inevitabile un funzionamento continuo e ininterrotto degli impianti.

Né esiste garanzia che, nei due orari suggeriti, la movimentazione degli studenti risulti equilibrata. Senza un’analisi comparata di provenienze degli studenti in relazione ai mezzi pubblici utilizzati, la soluzione prospettata non è di per sé significativa: paradossalmente la situazione delle ore 8 potrebbe rimanere invariata e potrebbe invece aumentare il numero degli utenti dei mezzi pubblici alle ore 10, considerando che diversi studenti, normalmente accompagnati dai genitori alle ore 8, dovrebbero invece utilizzare il mezzo pubblico alle ore 10. Oppure potrebbe verificarsi il caso che gli studenti utenti di mezzi pubblici si concentrino nella fascia delle ore 8.00 e che la fascia delle ore 10.00 veda in movimento solo studenti che non impiegano mezzi pubblici.

Né si terrebbe in conto la realtà di alcune istituzioni scolastiche in cui la percentuale degli studenti che raggiungono la scuola a piedi, in bicicletta o con altro mezzo proprio è significativamente alta.

In conclusione alla luce di quanto esposto si richiede:

  1. di conoscere nel dettaglio il piano dei trasporti;
  2. di riconoscere la piena autonomia organizzativa delle istituzioni scolastiche per:
    1. garantire il necessario adattamento alle specificità dei territori;
    2. permettere un piano di rientro graduale (con percentuali di studenti inferiori al 75% per scongiurare una successiva e drammatica terza chiusura delle scuole);
  3. di conoscere le modalità di tracciamento e gestione dei contagi da parte dell’ASL per promuovere sinergia la necessaria a definire il massimo controllo nella diffusione dei contagi.
  4. di consentire la graduale ripresa delle lezioni in presenza solo dopo attento monitoraggio degli effetti del periodo festivo sulla diffusione del contagio sulla popolazione e in particolare tra i giovani;
  5. di programmare la ripresa delle lezioni in presenza solo dopo la loro completa riorganizzazione (partecipata anche da studenti e famiglie), quantomeno a partire dall’11 gennaio 2021.

 

Vorremmo inoltre suggerire ai tavoli presso le Prefetture di valutare inoltre ogni possibile iniziativa per prevenire e contrastare gli assembramenti in orario extra-scolastico che giovani e ragazzi mettono spontaneamente in atto, in modo del tutto lecito e al limite anche comprensibile, ma costituendo innegabili e provate occasioni di contagio.

In ultimo, vogliamo vivamente auspicare che ai tavoli prefettizi possa proseguire e consolidarsi la metodologia del confronto e della condivisione di problematiche, obiettivi, traguardi e tempi di lavoro che le diverse professionalità possono portare, pur nella doverosa (necessaria) distinzione di compiti e responsabilità.

Certi che le nostre riflessioni possano contribuire ad arricchire le informazioni in Suo possesso e a rappresentarLe pienamente il percorso attivato dalle istituzioni scolastiche insieme fin dai mesi estivi, auspichiamo che non venga stravolta la pianificazione in essere e non siano vanificati gli sforzi sin qui fatti che, a nostro parere, garantiscono un’organizzazione efficace e funzionale del sistema scolastico integrato del nostro territorio.

Restiamo in attesa del documento operativo di Sua competenza, previsto dal DPCM in vigore, auspicando che confermi e sostenga l’organizzazione già prevista dalle autonomie scolastiche, di concerto con tutte le parti interessate.

 

 

Torino, 18 dicembre 2020

 

 

FLC CGIL

Luisa Limone

CISL SCUOLA

Maria Grazia Penna

UIL SCUOLA RUA

Diego Meli

 

FLC CGIL AREA V

Antonio Balestra

CISL SCUOLA AREA V

Enzo Salcone

UIL SCUOLA RUA AREA V

Paola De Faveri

 

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