Raineri e Montagnini (Fisascat Cisl): “Un settore, quello dei Pubblici esercizi e della ristorazione, dalle forti potenzialità occupazionali per i giovani”
Nuovo contratto nazionale per oltre un milione di dipendenti (alcune decina di migliaia in Piemonte) dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva, commerciale e del turismo, dei bar, dei ristoranti e delle tavole calde, dei fast foods, delle pasticcerie, delle mense, degli spacci aziendali e delle aziende di fornitura di pasti preparati e mense, prevalentemente in regime di appalto. A più di quattro anni e mezzo dalla scadenza è stato siglato con le associazioni imprenditoriali di settore Fipe, Angem e le rappresentanze delle cooperative italiane Lega Coop Produzione e Servizi, Federlavoro e Servizi Confcooperative e Agci il rinnovo del contratto nazionale di lavoro scaduto nel 2013.
Validità e sfera di applicazione, relazioni sindacali, classificazione del personale, contrattazione decentrata, mercato del lavoro, organizzazione e flessibilità contratta, welfare, bilateralità e formazione professionale gli ambiti di intervento dell’intesa quadriennale, in vigore dal 1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2021, composta anche da parti speciali sulle norme e sui sistemi di classificazione del personale nei settori della ristorazione collettiva e delle attività annesse a stabilimenti balneari, alberghi diurni, locali notturni, bingo e sale giochi autorizzate.
Le novità del contratto
Sulla parte economica il nuovo contratto nazionale definisce 100 euro di aumento economico a regime, calcolato al IV livello da riparametrare per gli altri, destina 2 euro all’assistenza sanitaria integrativa e stabilisce la cadenza quadriennale degli scatti di anzianità. Le parti hanno inoltre concordato di istituire un premio di risultato a titolo di elemento economico di garanzia destinato ai lavoratori dipendenti da aziende che non rientrano nel campo di applicazione di un accordo integrativo aziendale o territoriale, convertibile in strumenti di welfare aziendale con facoltà di destinazione alla previdenza complementare.
Sull’organizzazione del lavoro, ferma restando la normale durata del lavoro settimanale effettivo in 40 ore, il nuovo contratto contempla la distribuzione multi periodale dell’orario di lavoro con il superamento dell’orario contrattuale in particolari periodi dell’anno fino a 48 ore settimanali per un massimo di 20 settimane e con la pari riduzione dell’orario di lavoro per altrettante settimane. Le parti hanno convenuto di demandare alla contrattazione territoriale od aziendale l’estensione del sistema orario in flessibilità e la possibile trasformazione dei rapporti di lavoro part-time a tempo pieno.
Sul mercato del lavoro l’intesa riconosce nell’istituto contrattuale dell’apprendistato, anche in cicli stagionali, il principale strumento per l’acquisizione delle competenze necessarie per lo svolgimento del lavoro e un canale privilegiato per il collegamento tra la scuola ed il lavoro e per l’ingresso dei giovani nel mercato. L’intesa definisce limiti al ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato e al contratto di somministrazione lavoro a tempo determinato rispettivamente nella misura massima del 20% e del 10%. Potranno inoltre essere stipulati contratti di lavoro a tempo parziale della durata di almeno 8 ore settimanali, per il fine settimana, con gli studenti e con i percettori di forme di sostegno al reddito. Il nuovo contratto conferma inoltre l’impianto del welfare contrattuale esistente e l’adesione al sistema della bilateralità di settore.
Parte integrante del nuovo contratto anche il protocollo sul sistema di appalti nel settore della ristorazione collettiva e delle mense dove operano circa 35mila addetti alle dipendenze di oltre 3mila aziende di fornitura di pasti preparati; l’articolato recepisce la normativa esistente e il lavoro svolto dal Dialogo Sociale Europeo tra il sindacato europeo del settore Effat e l’associazione imprenditoriale europea Food Service sull’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, con l’espressa richiesta alle istituzioni di inserire nei bandi di gara il riferimento alla contrattazione nazionale siglata dalle associazioni maggiormente rappresentative. Ai fini del mantenimento dei livelli occupazionali le parti hanno definito le procedure nei cambi di gestione contemplando la riassunzione del personale regolarmente iscritto a libro paga.
La soddisfazione dei segretari Fisascat
Soddisfazione in casa Fisascat Cisl. Per il segretario nazionale Davide Guarini “il confronto serrato con le rappresentanze imprenditoriali del settore ha consentito di definire un nuovo impianto contrattuale per oltre un milione di lavoratrici e lavoratori che potranno beneficiare di un importante aumento economico e del potenziamento degli interventi di welfare riferito all’assistenza sanitaria integrativa ed alla previdenza integrativa, ma anche alla formazione professionale”.
“Il nuovo assetto del contratto nazionale di lavoro dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva, commerciale e turismo – hanno aggiunto i segretari general della federazione nazionale e regionale cislina Pierangelo Raineri e Cristiano Montagnini – riqualifica un settore dalle forti potenzialità occupazionali anche attraverso il sistema della flessibilità contrattata e un mercato del lavoro che apre ai giovani con l’istituto dell’apprendistato. L’introduzione di meccanismi di conversione del premio di risultato in welfare rappresenta una opportunità per i lavoratori che potranno cogliere i benefici offerti dalla normativa vigente. Con l’intesa abbiamo voluto dare un segnale anche sulla stabilizzazione dei rapporti di lavoro in uno dei settori fortemente caratterizzato dalla stagionalità. Attraverso la contrattazione a tutti i livelli sarà necessario puntare all’allungamento dei rapporti di lavoro e alla destagionalizzazione delle attività nelle località turistiche”
Ufficio Stampa Fisascat Cisl Nazionale