“Donald Trump è riuscito a parlare alla pancia vuota di tanta gente. E’ un voto popolare, libero e democratico dei cittadini americani che bisogna rispettare. Ma se non si intercettano i bisogni dei cittadini c’e’ il rischio di tanti altri Trump anche in altri paesi vicini al nostro”. Lo ha detto la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan che è intervenuta oggi alla iniziativa dei “Sindaci per il Sì” al referendum istituzionale del 4 dicembre. “Il grande tema e’ come le istituzioni e le forze politiche riescono a cogliere i bisogni e le esigenze delle persone. Questa è la grande sfida che oggi tutti abbiamo davanti. E’ una esigenza ed un fenomeno politico e sociale che stiamo registrando anche in Europa”, ha sottolineato la leader della Cisl.
“Chi parla alla pancia alle persone, magari in maniera populistica, riesce a cogliere risultati sorprendenti sul piano politico. Per questo va aperta una riflessione seria su questo tema. Se le istituzioni europee vengono avvertite distanti dai problemi veri dei cittadini, l’Europa è destinata a morire al di là della Brexit. Ecco perché va ridiscusso lo statuto economico europeo e cambiato subito il fiscal compact. L’Europa deve cambiare marcia e noi sosteniamo gli sforzi che sta producendo il Governo italiano. Avere il coraggio di cambiare le istituzioni europee, ricercando il consenso adeguato, significa dare un futuro anche all’Italia”. Furlan ha poi aggiunto che “il tema del referendum istituzionale va inserito in questo dibattito più ampio sul futuro del nostro paese. “Noi ci siamo domandati come sindacato in maniera consapevole se il “sì” o il “no” alla riforma istituzionale possa determinare un cambiamento per le persone che noi rappresentiamo e per tutto il paese”, ha rimarcato la leader della Cisl. “Bisogna capire se attraverso i punti salienti di questa riforma si possa dare una risposta anche ai problemi del lavoro, dei servizi di qualità che mancano, di una sanità efficiente in tutte le aree del paese, della scuola o dei costi troppo alti dell’energia. Queste sono le questioni che hanno attinenza con la riforma, ed il “si” o il “no” avrà delle conseguenze sulla vita delle persone. Noi pensiamo che abbiamo bisogno di un modello istituzionale che garantisca i diritti fondamentali dei cittadini e che renda il paese più moderno, per avere più qualità, più efficienza, più produttività in tutti settori. Ma per fare tutto questo occorre anche un grande patto sociale tra chi governa, a partire dai sindaci e chi rappresenta, come il sindacato, il mondo del lavoro. Il confronto ed il dialogo sociale devono diventare il modello con il quale si può risollevare il paese. Quando si fanno le cose insieme non si fanno cose sbagliate. Dobbiamo cambiare ora il fisco con lo stesso metodo di confronto che abbiamo usato per ripristinare la flessibilità in uscita sulle pensioni e migliorato le condizioni di milioni di pensionati. Per questo, occorre anche un luogo istituzionale di dialogo che sostituisca il Cnel, perchè quando manca il dialogo si dà fiato solo al populismo o si fanno scelte solitarie disastrose per i cittadini come è accaduto con la legge Fornero”.