Il tema della Rappresentanza è stato al centro dell’incontro promosso dalla Cisl Piemonte mercoledì 17 ottobre nella sede regionale di via Sant’Anselmo, a Torino. Oltre a numerosi dirigenti e delegati di tutta la regione, hanno partecipato all’iniziativa il segretario generale, Alessio Ferraris, l’operatore confederale Sergio Spiller, il segretario regionale, Gianni Baratta, e l’operatore regionale Cisl Oscar Bianco.
Di fronte a una società che si frammenta sempre di più e alla discussione portata avanti da talune forze politiche che mettono in dubbio il ruolo del sindacato e la sua rappresentatività, deve esserci la possibilità di misurare la rappresentanza, facendo sintesi e proposte. Con la firma del Testo Unico sulla rappresentanza di Cgil Cisl Uil e Confindustria, nel 2014, si è individuato un criterio di misurazione della rappresentanza e della rappresentatività delle organizzazioni sindacali. Grazie a quell’accordo si è arrivati nella primavera di quest’anno a parlare di misurazione della rappresentanza e rappresentatività anche delle organizzazioni imprenditoriali.
“Per quanto riguarda i sindacati – ha spiegato l’operatore confederale Cisl Sergio Spiller, intervenuto all’incontro torinese – è stata fatta la scelta di misurare due elementi: il numero di iscritti che ogni organizzazione può vantare per contratto e il numero di voti che ha ricevuto nelle elezione delle rsu. Il percorso in questi mesi è stato pieno di difficoltà e contraddizioni, proprio perché ci sono state una serie di trasformazioni nel corso anche sul ruolo delle strutture istituzionali, vedi il Cnel che doveva essere addirittura abolito”.
Oggi il problema delle organizzazioni sindacali è di far girare a pieno ritmo “la macchina della raccolta” dei voti ricevuti da ogni organizzazione sindacale nelle elezioni per le rsu. “Noi continuiamo ad affermare – ha ribadito Spiller – che il nostro obiettivo è arrivare nei tempi prefissati, cioè la primavera del 2019, ad avere una prima misurazione della rappresentanza e della rappresentatività a livello nazionale. Non può essere fatta una misurazione credibile della rappresentatività delle organizzazioni sindacali se non riesce a coinvolgere almeno il 50% più uno degli addetti firmatari di contratti. Quindi, la rilevazione dei dati degli iscritti deve avere questo elemento qualificante. I dati in nostro possesso confermano che nell’ambito sociale Cgil Cisl UIl rappresentano più del 90 per cento della rappresentanza complessiva. Continuare a fare polemica perché non c’è una misurazione sulla effettiva rappresentanza dei soggetti, credo sia deleterio anche per le sorti del Paese”.
Introducendo il dibattito il segretario generale della Cisl Piemonte, Alessio Ferraris ha detto che “Rappresentanza significa anche esigibilità delle regole che, naturalmente, possono essere più o meno vantaggiose per l’impresa e il mondo del lavoro. Regole esigibili sono importanti anche per quelle imprese che intendono investire perché consentono costi certi e quindi programmazione. Rappresentanza è anche evitare il dumping contrattuale. Circa 900 contratti sono francamente troppi. La maggior parte di essi nasce con sindacati e controparti datoriali di comodo. E questo fa del male al sistema delle imprese che onestamente applicano i contratti di lavoro di riferimento”.
Rocco Zagaria