Nel report annuale dell’Istituto la fotografia di una regione (il Piemonte) che cerca di reagire agli effetti della pandemia. Ferraris (Cisl): “La pandemia ha colpito più duramente donne e giovani, facendo esplodere le disuguaglianze sociali”
Gli effetti della pandemia sull’economia piemontese sono stati molto rilevanti anche se la ripresa della scorsa estate e il netto miglioramento di alcuni indicatori nel primo trimestre del 2021 fanno ben sperare per il futuro. È questa la fotografia del Piemonte scattata da Bankitalia nel suo annuale rapporto sull’economia regionale. Insieme al calo del Pil di oltre 9 punti percentuale – in misura lievemente superiore alle media nazionale che è stata dell’8,3% – si segnalano una perdita del 3,3% dei redditi delle famiglie, mitigata dalle misure di sostegno pubbliche, e una netta diminuzione dei consumi, attestata al 12,1%. Il Covid ha avuto conseguenze differenziate tra i vari settori produttivi. L’industria è stata fortemente colpita dagli interventi di sospensione delle attività non essenziali di marzo e aprile e dal calo della domanda seguito allo scoppio dell’epidemia. Nonostante l’intensa ripresa nel corso dell’estate, la produzione e il fatturato delle aziende sono scesi in misura considerevole nel 2020. Le ore lavorate sono diminuite dell’11,6%, mentre la percentuale degli occupati è scesa del 2,8%, determinando una perdita di 52.000 posti di lavoro, di cui 23.000 donne. È stato evitato il peggio grazie agli ammortizzatori sociali, al blocco dei licenziamenti e alle altre misure di sostegno. Tra i comparti più colpiti ci sono il tessile e il metalmeccanico, ma l’impatto è stato pesante anche sul commercio e sul turismo. La crisi pandemica ha determinato anche un significativo ridimensionamento degli investimenti: il calo ha interessato circa i due terzi delle aziende. Per i prossimi mesi gli indicatori congiunturali disponibili prefigurano un miglioramento del quadro economico, pur in un contesto di elevata incertezza. Le imprese intervistate dalla Banca d’Italia prospettano per il 2021 una ripresa del fatturato, che tuttavia rimarrebbe su livelli inferiori a quelli precedenti la pandemia.
“Le prospettive sono positive anche per quanto riguarda gli investimenti”: ha commentato Lanfranco Suardo, direttore della sede di Torino di Bankitalia. “Tra gennaio e aprile 2021 – hanno spiegato Roberto Cullino, Luciana Aimone Gigio e Cristina Fabrizi della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della sede torinese di Bankitalia – sono state create 4.000 nuove posizioni di lavoro (-14.000 nello stesso periodo del 2020). Per il 2021 le imprese industriali prevedono un recupero parziale del fatturato. Anche nel settore delle costruzioni, che già aveva recuperato nel secondo semestre 2020, le prospettive sono positive, mentre le famiglie restano più prudenti nei comportamenti di spesa”. Per il segretario generale della Cisl Piemonte, Alessio Ferraris: “Il Pnrr dovrà servire a rilanciare lo sviluppo, ma anche a mantenere quello che c’è, cosa che non sta accadendo perché in Piemonte ci sono tante, troppe realtà industriali in difficoltà che faticano a trovare risposta in sede ministeriale. Il nostro primo obiettivo è quindi salvaguardare l’occupazione esistente con la prospettiva di aumentarla quanto prima. La pandemia ha colpito più duramente donne e giovani, che svolgono lavori a tempo determinato e precari, facendo esplodere le disuguaglianze sociali. Occorre subito porre un argine sul ‘versante lavoro’ per non peggiorare la già difficile situazione”. (da Conquise del Lavoro del 3 luglio 2021)
Rocco Zagaria