Parità retributiva tra sessi: il webinar dei Coordinamenti Politiche di Genere di Cgil Cisl Uil Piemonte su Legge regionale n. 11 del 2021

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parità retributiva tra i sessi Parità retributiva tra sessi: il webinar dei Coordinamenti Politiche di Genere di Cgil Cisl Uil Piemonte su Legge regionale n. 11 del 2021

Si è svolto, oggi 3 giugno, il webinar dei Coordinamenti Politiche di Genere di Cgil Cisl Uil Piemonte sulla Legge regionale n.11 del 2021 dedicata alla “Parità retributiva tra i sessi e sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”. Il 19 maggio scorso, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato, all’unanimità e tra i primi in Italia, la proposta di legge per il riconoscimento della parità retributiva tra uomini e donne, di cui è il primo firmatario il consigliere regionale del Pd Domenico Ravetti.

Tomasi Cont parità retributivaNella sua introduzione, la segretaria regionale Cisl, Bruna Tomasi Cont ha ricordato l’impegno dei Coordinamenti regionali e territoriali delle Politiche di Genere di Cgil Cisl Uil, anche nella difficile fase di pandemia che il Paese sta attraversando, sui tanti fronti aperti, a partire dalla lotta alla violenza di genere, che nonostante gli sforzi profusi a ogni livello non ha ancora raggiunto gli obiettivi sperati, e nella conciliazione e condivisone dei tempi di vita e lavoro. “Oggi – ha detto Tomasi Cont – ci occupiamo di una questione che ci sta molto a cuore: la parità salariale. Le donne, purtroppo, continuano a guadagnare meno degli uomini e, nonostante la legge, la parità salariale resta solo sulla carta. Il divario salariale in Italia è particolarmente evidente nel settore privato con una percentuale di circa il 17 per cento, sopra la media europea. C’è poi da registrare il fenomeno delle segregazione occupazionale. Le donne sembrano relegate a svolgere lavori e professioni più vicine alle loro necessità di vita come l’insegnamento e la cura delle persone e lontane da mestieri ben retribuiti come la finanza e l’informatica. Il divario salariale non è solo una questione di stipendi e retribuzioni ma anche di presenza all’interno del mercato del lavoro”.  I dati Istat parlano in effetti di una presenza femminile nella fascia di popolazione tra i 15 e 64 anni del 50,1 per cento. “Ben venga quindi – ha concluso la segretaria Cisl Tomasi Cont  – una legge regionale che sostenga l’occupazione femminile. Come sindacato vogliamo aiutare le donne a superare queste difficoltà, intervenendo ad esempio sui congedi parentali e su quelli di paternità. Saranno necessari interventi che diano maggiore impulso, per quanto riguarda i percorsi formativi e scolastici, a politiche di orientamento diffuse e volte a superare le scelte formative segreganti”.

Dopo l’introduzione della segretaria regionale Cisl, Bruna Tomasi Cont, sono intervenuti ai lavori, presieduti da Maria Cristina Mosca della Uil Piemonte, il consigliere regionale Domenico Ravetti e numerose dirigenti e delegate sindacali di tutti i territori della regione che hanno animato con la loro partecipazione (più di cento le persone collegate all’evento sulla piattaforma GoTo Meeting) la discussione su un tema molto sentito.

“Le donne – ha spiegato nel suo intervento il consigliere regionale, Domenico Ravetti – continuano ad essere meno presenti nel mondo del lavoro rispetto agli uomini anche dal punto di vista dell’impegno temporale. Sono più coinvolte in lavori con part time involontario e incontrano maggiori difficoltà nella stabilizzazione e, soprattutto nel settore privato, sono soggette a disparità salariali molto evidenti. Una donna lavoratrice nel privato può percepire anche un quinto in meno del suo collega uomo, a parità di mansione e di ore lavorate. Questa legge rappresenta un atto importante e sono soddisfatto che i colleghi di entrambi gli schieramenti politici ne abbiano compreso la rilevanza soprattutto in questo momento in cui la pandemia da Covid-19 ha inciso in modo pesante su economia e occupazione. Dobbiamo lavorare ancora molto e insieme sul piano culturale per far affermare queste idee, ma questa legge è importante perché rappresenta il simbolo di una lotta che definisce una identità di comunità”.

Entrando nel dettaglio del provvedimento, il consigliere regionale ha evidenziato che nella legge viene prevista la creazione da parte della Regione di un Registro delle imprese virtuose in materia retributiva di genere, al quale possono iscriversi le imprese pubbliche e private con sede legale e operanti sul territorio piemontese e con meno di cento dipendenti che attuano la parità retributiva tra donne e uomini.  “Per queste imprese – ha sottolineato Ravetti – la Regione prevede, nell’attribuzione di benefici economici, un sistema di premialità e la possibilità di utilizzare una ‘certificazione di pari opportunità di lavoro’. Sono introdotte, inoltre misure per contrastare l’abbandono lavorativo delle donne, in particolare, il fenomeno delle dimissioni in bianco e il licenziamento delle dipendenti nel periodo compreso tra il congedo di maternità obbligatorio e il primo triennio di puerperio, ma anche in caso di adozioni e affidamenti e disposizioni per sostenere e valorizzare le imprese che assumono donne con contratti a tempo indeterminato. Nello specifico la Regione riconosce a queste imprese una riduzione del 50% dell’aliquota Irap per il triennio successivo alla data di sottoscrizione dei contratti e un punteggio aggiuntivo nella valutazione dei progetti presentati nell’ambito di avvisi e bandi regionali”.

Nelle sue conclusioni, la segretaria regionale Cgil, Monica Iviglia ha evidenziato l’importanza della componente culturale sulle differenze salariali e più in generale sulle disuguaglianze di genere. “Il divario salariale tra i sessi parte da lontano – ha detto Iviglia -, a partire dall’accesso alla scuola e alle facoltà scientifiche ed è soprattutto la conseguenza di una bassa partecipazione al mercato del lavoro. Si guadagna meno soprattutto perché si lavora meno ore (part-time involontari e dimissioni volontarie). Dobbiamo ragionare su come ridurre le disuguaglianze che sono fondamentali sulla parità salariale e lavorare molto sulla componente culturale del problema a partire dal linguaggio. Per quanto riguarda la legge regionale sulla parità salariale sarà importante ragionare sul Regolamento con un confronto e una partecipazione delle organizzazioni sindacali di Cgil Cisl Uil. Questo è solo un primo appuntamento dei Coordinamenti regionali delle Politiche di Genere che ci vedrà protagoniste anche nella discussione e nell’attuazione del Pnrr in regione”.

Rocco Zagaria

In allegato il testo di legge regionale n.11 del 19 maggio 2021

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