Secondo sciopero in dieci giorni contro la chiusura di Crevalcore. Incontro al Mimit per trovare una soluzione. Presidi nella capitale e a Venaria Reale (To)
Ieri i lavoratori degli 11 siti italiani del Gruppo Marelli hanno nuovamente incrociato le braccia per otto ore contro la decisione aziendale di non ritirare la procedura di chiusura dello stabilimento di Crevalcore (Bo). “La decisione di cessare l’attività del sito emiliano – fanno sapere in una nota congiunta tutte le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici – è stata presa unilateralmente con un approccio che mette in discussione anche le normali relazioni industriali, fondamentali per gestire la complicata fase di transizione che il Gruppo, e più in generale il settore, deve affrontare”. Per Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic, Ugl e Aqcf “Marelli è un’azienda strategica e la chiusura di un sito ha bisogno della massima attenzione delle istituzioni, nell’interesse generale del settore”.
Con questa convinzione le organizzazioni sindacali hanno preso parte all’incontro al Mimit di ieri pomeriggio, al quale sono intervenuti anche i ministeri competenti e le istituzioni locali, ribadendo la richiesta a Marelli di ritirare la procedura di chiusura e sollecitando il governo a mettere in campo le risorse già stanziate per l’automotive per le eventuali riconversioni industriali. Prima e durante il vertice si è svolto sotto la sede del Ministero, in Via Veneto, il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori del gruppo.
Il sito di Crevalcore non è però l’unico a cessare l’attività. L’altro stabilimento che chiuderà i battenti entro la fine dell’anno è quello di Venaria Reale, alle porte di Torino, dove si fabbricano i sistemi di scarico (marmitte). La produzione sarà trasferita nei siti di Caivano (Napoli) e in Polonia. Anche se non ci saranno conseguenze sul piano occupazionale perché gli attuali 70 lavoratori saranno riassorbiti nello stabilimento Marelli Lighting di via Cavallo, sempre a Venaria Reale, secondo i sindacati locali dei metalmeccanici si apre comunque una fase di grande incertezza e preoccupazione per la prosecuzione industriale e produttiva negli stabilimenti torinesi.
“Sul nostro territorio – dicono i sindacati dei metalmeccanici e le rsu degli stabilimenti torinesi che ieri, in occasione dello sciopero hanno promosso un presidio davanti alla fabbrica di viale Carlo Emanuele II a Venaria – continua il depauperamento professionale da parte di Marelli. La cancellazione della produzione e delle competenze legate al settore Gts (sistemi di scarico) riducono l’insediamento industriale e mettono a rischio la prosecuzione del sito di viale Carlo Emanuele II dove, negli ultimi anni, il personale è sceso da 800 a 500 unità. Questo sito è uno dei fiori all’occhiello del gruppo per la forte presenza di attività di ingegneria, sviluppo e ricerca.
Nei giorni scorsi le federazioni territoriali dei metalmeccanici, insieme alle rsa e rsu degli stabilimenti Marelli hanno scritto all’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, chiedendo un incontro urgente. “La Marelli – scrivono i sindacati – è la più grande Azienda del settore Automotive, ha sempre avuto un importante insediamento produttivo sul nostro territorio, ma le due riorganizzazioni aziendali avvenute nell’ultimo biennio hanno ridotto i numeri degli addetti e generato importanti perdite di competenze”.
Per il segretario generale della Fim Cisl Torino-Canavese, Rocco Cutrì. “Di fronte alla transizione in atto serve una nuova politica industriale per l’automotive in grado di accompagnare i grandi cambiamenti e le trasformazioni del settore. Se non si farà questo, presto anche in Piemonte, avremo altre Crevalcore”. (da Conquiste del Lavoro del 4 ottobre 2023)
Rocco Zagaria