Marelli: confronto aperto tra timori e opportunità

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Marelli: confronto aperto tra timori e opportunità

Iniziato a Roma il confronto tra sindacati e azienda sulle prospettive dei siti produttivi italiani. Incertezza per il passaggio all’elettrico e timori per la perdita dei posti di lavoro

È iniziato a Roma il confronto tra le Organizzazioni sindacali e Marelli sulle prospettive del gruppo in Italia. L’azienda è dal 2019 di proprietà della giapponese Calsonic Kansei, controllata a sua volta dal fondo americano Kkr. Tra i leader mondiali della componentistica nella fornitura di prodotti, soluzioni e sistemi ad alta tecnologia per l’industria automobilistica (sospensioni, cambi, quadri di bordo, sistemi di illuminazione e moduli plastici), si trova ora al centro di un grande processo di trasfomazione determinato dal “passaggio all’elettrico”.
“Il settore – spiega a Conquiste del Lavoro, Stefano Boschini, coordinatore nazionale Fim di Stellantis, Marelli, Cnh e Piaggio – sta subendo gli effetti dovuti all’incertezza del grande cambiamento in atto. In questa fase, gli organici vengono ridimensionati sia in Stellantis che in Marelli, attraverso accordi, con incentivi all’esodo e di accomgnamento alla pensione. Se da un lato non ci sono grandi tensioni sociali, dall’altro si assite però a un ridimensionamento generalizzato degli organici e quindi alla perdita di posti di lavoro nel settore, senza sapere quale sarà l’approdo di questa difficile transizione”.
E neanche i nuovi contratti di espansione (per 3 lavoratori che escono, ne viene assunto uno) servono ad arrestare l’emoragia di posti di lavoro.
“Con l’azienda – aggiunge Boschini – c’è un dialogo aperto. Ricordo che Marelli è rientrata quest’anno nel Ccnl di categoria, abbandonando il Ccsl. È stato sottoscritto un contratto integrativo per recuperare la differenza salariale che garantisce ai lavoratori interessati le stesse condizioni di prima. Le relazioni sindacali a livello nazionale sono buone. L’azienda ci ha indicato un percorso per tutti gli stabilimenti tranne che per Crevalcore, con l’impegno a trovarne uno”.
Se in questa fase l’nnello debole sembra appunto il sito di Crevalcore, in provincia di Bologna (225 lavoratori), con seri problemi di competitività sia nel reparto plastica sia in quello alluminio, non c’è da stare allegri nemmeno per gli altri impianti del gruppo, tranne che per i cosidetti siti “Automotive Lighting”, quelli che producono fanali ed apparecchiature elettriche. Sono tre: Venaria (To), con 1400 addetti, Torino (Drosso), con 60 addetti, e Tolmezzo (Udine), con 735 lavoratori.
Nei restanti siti italiani di Marelli (Venaria, Torino corso Unione Sovietica, Corbetta, Crevalcore, Bologna, Modugno e Caivano), secondo i dati in nostro possesso e aggiornati a marzo 2023, sono occupate circa 4100 persone.
“L’azienda – ha tuonato dal palco di piazza Castello, a Torino, qualche giorno fa, durante la manifestazione dei metalmeccanici, nell’ambito dello sciopero di 4 per tutto il nord Italia, Luciano Negro, storico delegato Fim della Marelli di Venaria (To) – aveva più di 50mila dipendenti a livello mondiale e più di 10mila in Italia. Nel 2022, solo in Italia ha tagliato circa 2mila posti di lavoro, principalmente indiretti e in particolare personale della ricerca e di staff. Gli esuberi dichiarati dall’azienda ammontavano invece a 550 unità. Quest’anno Marelli ha annunciato altri 400 esuberi. Nel plant di Venaria Reale eravamo circa mille unità nel 2021, siamo scesi a 750 nel 2022 e a poco più di 500 nel 2023. In questo clima di incertezza, paura e smarrimento, 150 lavoratori hanno deciso di abbandonare la nave rispetto ai 94 dichiarati in esubero”.
Tutti i sindacati dei metalmeccanici, dopo l’incontro con vertici di Marelli, chiamano in campo governo e istituzioni locali. “La politica – dicono all’unisono – ha imposto all’auto la transizione ed è la politica che deve ora aiutare imprese e lavoratori a superarne le ricadute occupazionali. Esistono fondi specifici per l’automotive e fondi del Pnrr che devono essere utilizzati per la salvaguardia e il rilancio industriale”. (Da Conquiste del Lavoro del 12 luglio 2023)
Rocco Zagaria

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