Di seguito la sintesi del documento unitario “Riflessioni e proposte di Cgil Cisl Uil per il lavoro e lo sviluppo in Piemonte” presentato questa mattina ai candidati alla presidenza della regione, Giorgio Bertola (Movimento 5 Stelle), Alberto Cirio (Centrodestra) e Sergio Chiamparino (Centorsinistra) e agli organi di stampa, all’hotel “Il Fortino” di Torino.
Il quadro economico del Piemonte
La distribuzione complessiva degli occupati regionali nei tre settori tradizionali fa rilevare che 60.000 persone lavorano in agricoltura (3,3% del totale), 571.000 nell’industria (31,2%) e 1.201.000 nei servizi (65,5%). Nonostante la lieve ripresa degli ultimi tre anni, il PIL regionale è ancora inferiore di quasi 7 punti percentuali rispetto al 2008 e la produzione industriale di oltre 5 punti. Siamo di fronte ad un processo di impoverimento del Piemonte e della sua capacità economica, il reddito pro-capite è sceso a 30.342 euro, il più basso delle Regioni del Nord. Questi dati confermano che la nostra Regione arretra e che il triangolo industriale si sposta verso Milano, Bologna, Treviso. Il Piemonte, in ogni caso, resta la quarta Regione esportatrice, con una incidenza del 10,4% sul dato nazionale, a testimonianza dell’esistenza di un buon numero di imprese in grado di competere, innovare e guadagnare spazi nel mercato globale. Più difficile è la condizione delle imprese che producono beni e servizi destinati al mercato nazionale (la grande maggioranza), che continua a manifestare forti difficoltà di crescita.
La situazione occupazionale
Le conseguenze della grave crisi che ha colpito il nostro Paese, dalla fine del 2008, hanno prodotto, negli anni, in Piemonte una consistente perdita di posti di lavoro, un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, il peggioramento delle condizioni di migliaia di famiglie e la nascita di nuove povertà. Gli occupati nella nostra Regione, tra il 2008 e il 2018, sono scesi complessivamente di 29.000 unità. Il prezzo più alto è stato pagato dal settore delle costruzioni e dal suo indotto. La disoccupazione regionale, nel 2018, è stata dell’8,2% rispetto a una media del Nord-Italia del 6,6%. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) rappresenta una delle note più dolenti, poiché, nell’ultimo anno, si è attestato al 30%, contro una media delle regioni del Nord Italia del 22,1%. A Torino è addirittura al 32,9%, secondo peggior dato tra i capoluoghi di Regione del Nord Italia, dopo Genova (39,6%).
Welfare e sistema di protezione sociale
Secondo una recente indagine dell’arcidiocesi di Torino, in Piemonte versano in povertà assoluta 292.000 persone, il 6,7% degli abitanti. Tra questi, i giovani dai 18 ai 34 anni sono ben 67.000, il 10,4% del totale (erano l’1,9% nel 2007). Con oltre 50.000 sfratti per morosità incolpevole, l’emergenza abitativa è tutt’altro che marginale. Per questo occorre rilanciare l’edilizia sociale, che non può essere solo quella delle ATC, ma va supportata da fondi destinati al recupero degli edifici dismessi, in un quadro di recupero del patrimonio abitativo e di rispetto del consumo di suolo. In questo ambito il ruolo della Regione riveste una grande importanza in termini di coordinamento, di interlocuzione istituzionale e di aiuto ai Comuni. Il Piemonte ha una popolazione sempre più anziana e in diminuzione, l’indice di vecchiaia attesta che per ogni 100 giovani con meno di 15 anni ci sono 190 abitanti con più di 64 anni, mentre continua a diminuire l’indice di fertilità, giunto ad un livello inferiore a quello necessario a garantire il ricambio generazionale.
Con riferimento alla sanità regionale, CGIL CISL UIL Piemonte ritengono indispensabile intervenire prioritariamente:
- per ridurre i tempi di attesa per la diagnostica strumentale, la specialistica e i ricoveri ordinari;
- per realizzare, dopo la revisione della rete ospedaliera, una solida rete territoriale dei servizi, che veda al centro i distretti, sedi dell’integrazione sociosanitaria, e le Case della Salute;
- per aumentare l’offerta di cura, assistenza e strutture per le persone non autosufficienti.
Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
C’è un tema che turba profondamente le coscienze: il 2019 si è aperto con la conferma di un quadro drammatico di infortuni sul lavoro gravi e mortali, che hanno già determinato più di 200 vittime nel nostro Paese. Nei mesi di gennaio e febbraio 2019, in Piemonte, sono stati denunciati all’INAIL 8.013 infortuni sul lavoro, contro i 7.500 dello stesso periodo del 2018, di cui 11 mortali. Le denunce di malattie professionali sono state 334, contro le 320 dello scorso anno. Pertanto la Salute e Sicurezza sul Lavoro va inserita all’interno del Piano Sanitario Regionale, investendo risorse ed intelligenze, affinché il Piemonte possa diventare un’eccellenza nella prevenzione e nella sicurezza nei luoghi di lavoro.
Politiche attive e sostegno al reddito
Le buone politiche attive rivestono un’importanza crescente per mantenere i posti di lavoro, favorire l’occupazione, ricollocare chi ha perso o è a rischio di perdere il posto di lavoro, stabilizzare i giovani precari. La formazione è una leva essenziale delle politiche attive, che richiede particolare attenzione nella progettazione e nell’attuazione di percorsi integrati di istruzione e di reale formazione professionale. Da tempo CGIL CISL UIL del Piemonte hanno posto il tema della razionalizzazione del sistema formativo, dell’adeguamento alle richieste del mercato del lavoro, delle sinergie tra operatori della formazione per mantenere un livello di qualità nell’offerta.
Come aiutare la ripresa in Piemonte
La nostra Regione ha bisogno di inserirsi nella rete dei flussi di merci, per svolgere un ruolo rilevante nello sviluppo economico e nell’innovazione. Come nel resto della Penisola, pensiamo che non si possa prescindere da moderne e funzionali reti logistiche e infrastrutturali, rispettose dell’impatto ambientale, necessarie anche per favorire l’insediamento di nuove imprese. Se la Torino-Lione è il punto mediatico di maggior discussione, non meno importanti sono le altre opere. Oggi si può contare su 15 miliardi di euro pubblici, di cui 10 già programmati, che potrebbero attivare altri investimenti privati, dando luogo ad almeno 50.000 nuovi posti di lavoro in Piemonte, più altre migliaia nell’indotto dell’edilizia. CGIL CISL UIL ribadiscono la rilevanza dell’automotive, il più importante comparto industriale italiano per gli effetti sull’export, caratterizzato da profondi cambiamenti, incertezze e nuove potenzialità. L’importanza di questo settore per l’economia e l’occupazione piemontese richiede una particolare attenzione da parte delle istituzioni e l’apertura di una interlocuzione specifica con FCA sulle strategie future, con il coinvolgimento delle istituzioni locali, delle aziende della filiera, delle parti sociali. I sacrifici fatti dai lavoratori in tutti questi anni, anche attraverso un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali, pretendono chiarezza e garanzie per il loro futuro lavorativo. In tale ambito, è fondamentale la formazione degli attuali occupati e la previsione di nuove figure professionali. È quindi importante favorire la collaborazione tra Imprese, Università e Poli di ricerca. Il distretto dell’aerospazio rappresenta uno dei comparti a più alto tasso d’innovazione e ricerca tecnologica. Si tratta di un settore all’avanguardia, sia nell’insediamento produttivo di Cameri, in provincia di Novara, sia nell’area metropolitana torinese. Una filiera specifica per l’aerospazio può attrarre saperi e competenze multidisciplinari, dall’ingegneria all’informatica, dando vita a una delle principali vocazioni future. Bisogna, inoltre, valorizzare adeguatamente le risorse dei fondi nazionali ed europei, utili a promuovere i prodotti nei mercati internazionali, a favorire la crescita dimensionale delle imprese e la lotta alle nuove povertà. Si tratta, quindi, di perseguire gli obiettivi di uno sviluppo intelligente, sostenibile e inclusivo.
In funzione di ciò, la programmazione dei Fondi Europei deve perseguire criteri di selettività dei progetti.
Fondo | Fondi Totale | Fondi Attivati | Stato di Avanzamento |
FESR | 965.800.000 | 846.683.556 | 88% |
FSE | 872.300.000 | 597.041.000 | 68% |
FEASR | 1.078.000.000 | 956.000.000 | 89% |
Altra ipotesi concreta su cui puntare riguarda la “green economy”, vista come opportunità trasversale per tutti i settori produttivi.
Fare sistema
Per contrastare adeguatamente la crisi e mettere in atto credibili possibilità di sviluppo, è necessario unire le forze e fare sistema. La nuova amministrazione regionale dovrà rispettare e valorizzare gli accordi e i protocolli firmati con CGIL CISL UIL su sanità, socio assistenziale, mercato del lavoro, commissione tripartita, sicurezza del lavoro, politiche di genere e lotta alla violenza sulle donne, regolamentazione degli appalti, lavoro regolare in agricoltura. CGIL CISL UIL ritengono indispensabile attivare forme costanti di confronto tra le parti sociali e le Istituzioni regionali per progettare e sostenere la ripresa economica e la coesione sociale del Piemonte.
Torino, 14 maggio 2019
In allegato documento integrale