Secondo il Sistema informativo Excelsior le aziende della regione effettueranno nel periodo dicembre 2022 – febbraio 2023 86mila nuove assunzioni. Fra le figure più ricercate quelle di dirigenti, medici e farmacisti, ma prevalgono i contratti a tempo determinato con il 59% del totale
Secondo i dati contenuti nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato mensilmente da Unioncamere e Anpal, nel periodo dicembre 2022–febbraio 2023 le imprese piemontesi avranno bisogno di 86.470 nuovi lavoratori, di cui 23.070 nel solo mese di dicembre.
Tra i profili più difficili da reperire in regione si segnalano figure professionali come dirigenti e direttori (l’80% è di difficile reperimento), medici e altri specialisti della salute, per i quali la difficoltà di reclutamento è del 79%, farmacisti, biologi e altri specialisti delle scienze della vita (si trova difficoltà nel 78% dei casi), operatori della cura estetica (270 figure ricercate con difficoltà nel 73% dei casi), operai specializzati e conduttori di impianti nelle industrie tessili, con 220 figure ricercate nel mese e un grado di difficoltà del 69% e operai nelle attività metalmeccaniche richiesti in altri settori, con una difficoltà di reperimento pari al 69% e circa 1.060 figure ricercate.
A causa del rallentamento dell’economia causato dalla guerra in Ucraina, dalla crisi energetica, dalla crescita dell’inflazione e dal costo del denaro, le previsioni delle imprese segnano una diminuzione rispetto al 2021. A livello mensile, le assunzioni previste a dicembre 2022 perdono 6.420 unità rispetto a quelle dello stesso mese dell’anno prima. A livello trimestrale il calo appare ancora più evidente: le entrate programmate per il periodo dicembre 2022-febbraio 2023 risultano inferiori di 24.430 unità rispetto allo stesso periodo del 2021. Se il confronto, invece, viene effettuato col periodo pre-pandemico (dicembre 2019-febbraio 2020), si rilevano 1.370 entrate in più a livello mensile e 10.740 in più nel trimestre.
In Italia le previsioni di assunzioni per dicembre 2022 ammontano a circa 329mila: 102mila sono previste dalle imprese del Nord ovest, a cui seguono le imprese del Nord est (83mila, area che manifesta la maggiore difficoltà di reperimento pari al 50,3%), le imprese del Sud e isole (80mila) e le imprese del Centro (64mila).
L’80% delle entrate delle aziende piemontesi riguarderà lavoratori dipendenti, il 13% lavoratori somministrati, il 2,4% collaboratori e il 4,7% altri lavoratori non alle dipendenze.
Nel 59% dei casi si tratta di contratti a tempo determinato, seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 27% dei casi e dai contratti di apprendistato con il 9%. Delle 23.070 entrate previste in Piemonte nel mese di dicembre 2022, il 16% è costituito da laureati, il 28% da diplomati, le qualifiche professionali e l’assenza di un titolo specifico pesano rispettivamente il 21% e il 34%.
A livello settoriale sono sempre i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro con 16.410 entrate, il 71% del totale. L’industria prevede 6.660 entrate, generando circa il 29% della domanda totale del mese e segnando un calo di 1.860 entrate rispetto a dicembre 2021. Nel dettaglio 5.000 entrate riguarderanno il comparto manifatturiero e 1.660 quello edile. In 45 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.
“Il mercato del lavoro piemontese – commenta il segretario generale della Cisl Piemonte, Alessio Ferraris – è ancora troppo caratterizzato da assunzioni a tempo determinato che ne limitano le potenzialità e lo sviluppo. Bisogna offrire stabilità e retribuzioni adeguate soprattutto alle figure professionali molto ricercate e di cui c’è un gran bisogno, rilanciando così settori strategici dell’economia regionale”. (Da Conquiste del Lavoro di mercoledì 4 gennaio 2023)
Rocco Zagaria