Le sfide della flexicurity, tra diritti ed opportunità. La voce della Felsa Piemonte intervenuta ad un dibattito organizzato a Torino
“Dobbiamo pensare al concetto di somministrazione di lavoro anche come esercizio virtuoso di flexicurity, anche se ovviamente non mancano i problemi come missioni brevi e reiterate, costruire una formazione più mirata alle reali esigenze di ogni singolo territorio e dedicare maggiore attenzione al placement”.
Questa la voce della Felsa Cisl Piemonte, attraverso le parole del Segretario generale Alessandro Lotti, intervenuto all’iniziativa promossa dal Pd torinese dal titolo: “Flexicurity: diritti e opportunità” che ha visto la presenza anche dell’Assessora regionale al Lavoro Gianna Pentenero.
Quello della flexicurity, parola-chiave dell’incontro del 30 maggio, è un tema attuale e complesso che ci sta particolarmente a cuore, da sempre. Questo termine, che rappresenta una sintesi tra le parole flessibilità e sicurezza, è stato introdotto agli inizi degli anni ’90 con riferimento alla riforma del mercato del lavoro danese del 1993, e oggi sta ad indicare una strategia virtuosa che riesce a combinare la flessibilità del mercato del lavoro con un rafforzamento della sicurezza sociale e della occupabilità dei lavoratori, soprattutto delle fasce più deboli.
Il tema ci tocca molto da vicino, dal momento che parliamo in generale di tutti coloro che hanno lavori, e dunque redditi discontinui, trovandosi a camminare spesso “in bilico” su percorsi accidentati e frammentati; ma sono proprio quelle tutele e forme di sostegno ad hoc che ci permettono di sostituire la parola precarietà con “buona flessibilità“.
La flessibilità contrattuale, che si traduce in contratti di lavoro adeguati alla flessibilità produttiva, non può prescindere dalla formazione continua, altro pilastro della flexicurity, insieme alle politiche attive per facilitare collocazione e occupabilità e a misure di sostegno al reddito e di protezione sociale.
Questo concerne quella parte del Jobs Act che non è ancora stata sviluppata: è fondamentale partire dalla riorganizzazione dei centri per l’impiego che devono fare rete con le Agenzie per l’impiego.
E proprio questo tema è stato il protagonista anche di un altro importante evento targato FeLSA Cisl, svoltosi a Roma il 5 giugno, dedicato ad una tipologia contrattuale che, passo dopo passo, ha saputo contruire strumenti di buona flessibilità accompagnati da sostegni ad hoc: la somministrazione di lavoro, il cui primissimo Contratto Colettivo Nazionale è stato sottoscritto nel 1998. Questo il punto di partenza da cui siamo partiti e che ci ha portato fino ad oggi, all’iniziativa nazionale dedicata proprio ai vent’anni del lavoro in somministrazione, per riflettere sul passato, presente e soprattutto sul futuro.
(Ringraziamo la collega Stefania Uberti per la preziosa collaborazione alla stesura di questo focus)
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