I sindacati regionali degli inquilini Sunia Sicet Uniat sono contrari alla nuova legge regionale sull’edilizia pubblica (case popolari) approvata dal Consiglio regionale il 27 febbraio scorso perché “inutile e discriminatoria”. Lo hanno ribadito in una conferenza stampa nella sede torinese della Cisl dopo quelle di Cuneo, Novara e Alessandria. Secondo i dati forniti dai tre sindacati degli inquilini, a Torino, a fronte di 7.366 richieste di assegnazione di edilizia popolare dell’ultimo bando, sono appena 500 le abitazioni che si rendono disponibili ogni anno. Per quanto riguarda invece il numero degli sfratti, secondo gli ultimi dati disponibili, sono 1.317 quelli già emessi dal tribunale di Torino, 5.223 le richieste di esecuzione e 2.271 i provvedimenti eseguiti.
In questo contesto, secondo i sindacati, la legge regionale, che modifica la precedente legge sull’edilizia sociale, non risolve la grave emergenza abitativa in Piemonte. “La legge regionale – spiegano i segretari di Sunia-Cgil, Sicet-Cisl e Uniat-Uil, Davide Masera, Giovanni Baratta e Domenico Paoli – è inutile e discriminatoria nei confronti dei cittadini non appartenenti alla comunità europea che vivono da anni in Piemonte perché, al momento della domanda, non basterà avere cinque anni di residenza nella nostra regione, ma occorrerà dimostrare di avere un lavoro subordinato o autonomo. Pertanto, un pensionato, una mamma con figli a carico, assistita dai servizi sociali, non avranno più la possibilità di accedere a un alloggio popolare. Da anni chiediamo maggiori stanziamenti per il fondo ‘morosità incolpevole’ e riteniamo assolutamente insoddisfacente la dotazione finanziaria prevista dalla Regione per il fondo straordinario di tre anni per il conguaglio delle utenze che non risolve a monte il problema”.