Nelle previsioni di Confindustria per il primo trimestre 2024 l’industria arretra e i servizi crescono
Per il primo trimestre del 2024, le attese sulla produzione del migliaio di imprese piemontesi, oggetto della rilevazione effettuata nel mese di dicembre da Confindustria regionale, registrano una battuta di arresto, in linea con i dati della seconda parte del 2023.
A livello territoriale, si osservano attese positive solo per Torino (+9,4%) e Cuneo (0,8%). Tutte le altre province registrano saldi negativi: Biella -22,0%, Vercelli -12,9%, Novara -4,1%, Verbania -3,4%, Asti -3,2%, Alessandria -1,1%.
Nel settore manifatturiero si registra un ulteriore raffreddamento delle attese, rispetto a settembre 2023, con saldi che passano da -1,3% a -10,1% per la produzione. Ancora negativo il saldo sugli ordinativi che passa da -5,6% a -12,6%.
Positive, per contro, le attese sull’occupazione, con saldo pari a +2,6%, da +8,7% di settembre. Peggiora ancora il saldo dell’export, che passa da -9,2% a -11,2%. A livello settoriale, il calo più consistente interessa tessile-abbigliamento (-31,5%), cartario-grafico (-21,1%), edilizia (-13,0%) e manifatture varie (-12,7%). Più contenuto il rallentamento per metalmeccanica (-7,7%), soprattutto macchinari (-16,9%), e alimentare (-4,3%). Migliorano, invece, le attese nei comparti impiantisti (+9,5%), legno (+8,3%), chimica (+5,9%), gomma-plastica (+5,4%) e automotive (+2,8%).
Le attese delle aziende del terziario sono invece positive in quasi tutti i comparti, con saldi pari a +29,5% per l’ICT, +27,0% per gli altri servizi, +24,0% per i trasporti, +16,7% per le utility, +15,2% per i servizi alle imprese. Unica eccezione, il commercio e turismo, che registra un saldo negativo di -6,7%.
“La percezione delle imprese piemontesi per il primo trimestre 2024 – spiega Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte – segue le tendenze dell’ultima parte del 2023. Auspichiamo che il lento rientro dell’inflazione porti ad una progressiva normalizzazione dei tassi e degli investimenti. Per le imprese piemontesi è imprescindibile puntare sui giovani e sulle competenze per continuare a crescere nelle filiere, conquistare nuovi mercati e attrarre nuovi investimenti e insediamenti industriali”.
Per il segretario generale della Cisl Piemonte Luca Caretti: “I dati elaborati da Confindustria ci dicono chiaramente che l’area metropolitana torinese, nonostante alcune crisi aziendali significative e il settore industriale in flessione, sta facendo da traino all’economia regionale. Ad eccezione di Cuneo, dove si registra una crescita modesta, tutti gli altri territori stanno attraversando un momento di difficoltà. La notizia positiva è che nonostante la flessione del comparto industriale, compensata in qualche modo dalla crescita dei servizi, l’economia regionale non è, almeno per ora, in recessione”. Nella rilevazione di dicembre è stato condotto anche un approfondimento sul settore Alimentare. Secondo i dati Istat 2021, in Piemonte si contano 3.739 aziende del comparto che danno lavoro a 38.582 persone e nella sola area del Torinese si contano 1.505 realtà con 12.892 addetti impiegati.
Negli ultimi dieci anni la quantità di imprese piemontesi e torinesi ha visto una flessione (rispettivamente -12,0% e -8,7%). Per contro, a fronte di una diminuzione regionale degli addetti (-1,4%), a livello provinciale si registra un aumento del 4,8%.
Il settore alimentare piemontese è costituito all’84% da microimprese (con un massimo di 9 dipendenti), per il 13,9% da piccole imprese (da 10 a 49 addetti), per il 2,0% da medie (da 50 a 250 addetti) e per lo 0,3% da grandi (oltre i 250 addetti).
Il comparto nel 2022 ha esportato beni per circa 8 miliardi di euro (il 15,3% del totale italiano del settore), con un incremento del 13,3% rispetto al 2021, e oltre la metà di tali esportazioni viene inviata in paesi UE, soprattutto Francia e Germania. Le previsioni delle aziende alimentari per il primo trimestre 2024 sono in linea con quelle del manifatturiero piemontese: registrano, cioè, saldi ottimisti pessimisti in discesa rispetto alle attese per il quarto trimestre 2023, benché il calo per l’alimentare risulti meno marcato.
Rocco Zagaria