Sfumato il sogno della gigafactory di Stellantis, la regione si candida ad ospitare una delle fabbrica europee di microchip di “Intel”.
I vertici di Regione, Comune di Torino e i rappresentanti del mondo imprenditoriale e delle organizzazioni sindacali si sono incontrati a Torino per fare il punto sul dossier Piemonte, approdato a fine luglio a Palazzo Chigi con il faccia a faccia tra il premier Mario Draghi, il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e la sindaca del capoluogo regionale, Chiara Appendino. In quell’occasione Cirio e Appendino, in rappresentanza delle istituzioni, delle forze sociali e produttive del territorio, hanno consegnato al capo del governo un dossier che inquadra la situazione economica, produttiva e occupazionale della regione, con eccellenze e progettualità per il futuro come l’automotive, l’elettrico, l’idrogeno, l’aerospazio e l’intelligenza artificiale. Il grande sorvegliato speciale dell’economia regionale resta il settore dell’auto che rischia di pagare il prezzo più alto della transizione ecologica, con la scomparsa di aziende e posti di lavoro. Sono circa 750 le imprese dell’indotto auto in regione (il 35% del comparto nazionale), con oltre 70 mila occupati tra lavoratori diretti e indiretti e un fatturato che prima della pandemia era di 50 miliardi di euro. In questo comparto produttivo il territorio piemontese rappresenta il 40% della produzione nazionale.
Dopo il vertice romano di luglio, il premier Draghi ha dato mandato al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, di avviare un dialogo continuativo e periodico con Torino e il Piemonte, con l’apertura di tavoli tematici. In attesa dell’incontro fissato proprio dal ministro Giorgetti per fine settembre, nella capitale, tra governo, vertici di Stellantis e istituzioni locali sulla filiera piemontese dell’automotive, il confronto strategico e operativo tra Roma e il Piemonte prosegue sul possibile insediamento in regione della fabbrica di semiconduttori e microchip della multinazionale americana Intel. La candidatura piemontese per ospitare uno dei nuovi stabilimenti europei di Intel, insieme a Francia e Germania, viene considerata, anche dal Governo, quella con le caratteristiche migliori.
Per questo è stato inoltrato al Ministero per lo Sviluppo economico un dossier con le quattro possibili aree idonee per l’insediamento produttivo. Sono quella di Mirafiori, a Torino, con una superficie di 440 mila metri quadrati, estendibile fino a 1.200.000 metri quadrati; di Scarmagno, nel Canavese (330 mila metri quadrati); di Settimo Torinese (235 mila metri quadrati) e di Vercelli (545 mila metri quadrati). Intanto dal governo centrale arrivano rassicurazioni sulla disponibilità delle risorse sul Pnrr per il distretto dell’aerospazio e sull’avvio dei bandi per l’Area di crisi complessa di Torino.
“Abbiamo l’esigenza – ha detto il segretario generale della Cisl Piemonte, Alessio Ferraris, al termine dell’incontro in regione a cui hanno partecipato anche i segretari di Cisl e Fim Torino Canavese, Domenico Lo Bianco e Davide Provenzano – di passare alla fase due di questo percorso. In stretto raccordo con le federazioni interessate e la confederazione nazionale, vogliamo entrare nel merito dei temi al centro del confronto, a partire dai progetti finanziabili con le risorse del Pnrr”. Per il segretario generale della Cisl Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco: “Finalmente si affrontano progetti strategici per il rilancio industriale di Torino. Il nostro obiettivo è far ripartire un territorio a forte vocazione manifatturiera che ha pagato un prezzo molto alto in questi anni a causa della crisi”. (Da Conquiste del Lavoro del 4 settembre 2021)
Rocco Zagaria