Il nuovo polo italiano dei microchip

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Il nuovo polo italiano dei microchip

L’azienda di Singapore Silicon Box ha scelto Novara, in Piemonte,  come sede del suo nuovo maxi-impianto produttivo per la realizzazione di microchip, il primo nel suo genere in Europa, per un investimento complessivo di 3,2 miliardi di euro e 1600 nuovi posti di lavoro

L’annuncio è arrivato a fine giugno durante la conferenza stampa per la firma della lettera di intenti che si è svolta a Roma, a Palazzo Piacentini, sede del Mimit, alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dei co-fondatori di Silicon Box, Sehat Sutardja e Weili Dai, del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e del sindaco di Novara, Alessandro Canelli.

Silicon Box, azienda di Singapore leader nel mercato dei microprocessori, ha scelto Novara, in Piemonte, come sede del suo maxi-impianto per la produzione di microchip, primo nel suo genere in Europa. L’investimento complessivo è di 3,2 miliardi di euro, sostenuto per circa un 30-40% da incentivi pubblici  ancora in fase di approvazione a Bruxelles da parte della Commissione Europea.

L’avvio della produzione è previsto nel 2028, con un organico a regime di 1600 addetti diretti cui vanno  sommati i posti di lavoro che si creeranno nell’indotto per la costruzione del sito, la fornitura e la logistica.

L’investimento di Silicon Box si inserisce a pieno titolo nella strategia europea del Chips Act – che punta a raddoppiare la quota di mercato globale dell’Ue nel settore dei semiconduttori entro il 2030, dal 10% ad almeno il 20% – e nella strategia italiana per la microelettronica, che stanzia 4 miliardi di euro per attrarre in Italia grandi investimenti, puntando a irrobustire la ricerca industriale avanzata.

L’arrivo della multinazionale di Singapore a Novara rappresenta il secondo grande investimento in Italia nel settore della microelettronica in poche settimane. Dopo quello da 5 miliardi di euro annunciato a fine maggio da parte di STMicroelectronics per la costruzione di un nuovo impianto a Catania, è arrivato a giugno l’annuncio del gruppo tedesco Aixtron per un insediamento a Orbassano, alle porte di Torino, sempre in Piemonte, e altri sono in arrivo in Emilia e Lombardia.

“È in atto – ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – un effetto volano degli investimenti sui chip in Italia. Silicon Box è davvero un caso modello, un unicum nel panorama internazionale e sarà il primo impianto di produzione di ‘chiplet’ in Europa. Un partner industriale che ci farà crescere nel settore dell’alta tecnologia e che ci permetterà di aumentare le capacità di design e nel know how”. Secondo il ministro “dall’inizio del 2024, se sommiamo l’investimento di Silicon Box a quello di STMicroelectronics e altri più contenuti da parte di aziende straniere in Italia, arriviamo a un ammontare complessivo di oltre 9 miliardi di euro sulla microelettronica nel nostro Paese. Un dato, solo nei primi sei mesi dell’anno, non riscontrabile in nessun altro Paese europeo”.

Sulla decisione di Silicon Box, che per il suo insediamento in Italia ha preferito il sito novarese alle candidature alternative di Lombardia e Veneto, hanno influito diversi fattori: la presenza di altre imprese attive nella filiera dei chip, come la Memc, che fa parte del Gruppo Global Wafers, con sede a Taiwan, specializzata nella produzione di cristalli a fette di silicio, e la vicinanza sia a importanti snodi ferroviari e logistici sia alla Fondazione per l’Intelligenza Artificiale, nata di recente a Torino.

“Questo annuncio – ha commentato il riconfermato presidente del Piemonte, Alberto Cirio – è il primo passo della Silicon Valley in Italia ed è un’occasione unica che rende la nostra regione sempre più centrale in Italia e in Europa. Proprio in questo territorio si incroceranno, infatti, le grandi direttrici europee di mobilità e di scambio delle merci. Per questo insediamento industriale abbiamo lavorato tanto, investendo tempo, rapporti e risorse. Ci abbiamo creduto”.

Lo stabilimento di Silicon Box sarà costruito ad Agognate, vicino al polo di Amazon e al casello di Novara Ovest dell’autostrada Milano-Torino, e sarà gestito secondo i principi europei di riduzione al minimo l’impatto sull’ambiente. Il maxi-impianto contribuirà a soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori, principalmente nel mercato europeo.

A Novara si assembleranno i “ciplet”, semiconduttori più efficienti e meno costosi e particolarmente adatti alle svariate applicazioni dell’intelligenza artificiale. L’arrivo di Silicon Box costituisce un investimento strategico non solo per Novara e per il Piemonte, ma per l’Italia visto che il giro di affari dei chip a livello mondiale è stimato attualmente in 500 miliardi di euro ed è destinato ad arrivare a mille miliardi nel 2030.

“Con l’accordo per l’insediamento della Silicon Box a Novara si scrive una bella pagina della storia industriale della nostra regione che può guardare così con più ottimismo al futuro”: hanno dichiarato i segretari generali di Cisl Piemonte e Cisl Piemonte Orientale, Luca Caretti ed Elena Ugazio. Per i due sindcalisti dalla Cisl “ora, vanno trovati i lavoratori, individuate le professionalità che servono e quelle da formare e va capito anche il ruolo che possono svolgere l’Università del Piemonte Orientale e le scuole tecniche del territorio”.

Dopo l’auto, il Piemonte diventerà anche la regione dei microchip? “La nuova storia dei chip comincerà dal Piemonte”: hanno detto i vertici di Silicon Box, Sehat Sutardja e Weili Dai, all’ufficializzazione del nuovo insediamento industriale, nella sede del Mimit, a Roma.

Parole che fanno ben sperare per una nuova storia industriale tutta da scrivere. Una storia che parla di futuro. (da Via Po Economia del 17 luglio 2024)

Rocco Zagaria 

 

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