Il Consiglio generale First macroregione Piemonte-Valle D’aosta con Colombani e Caretti. Il saluto di Marta Mancuso che lascia dopo 35 anni di sindacato

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Il Consiglio generale First macroregione Piemonte-Valle D’aosta con Colombani e Caretti. Il saluto di Marta Mancuso che lascia dopo 35 anni di sindacato
Si è svolta questa mattina, nella sala Baravalle della sede Cisl di Alessandria, la riunione del Consiglio regionale della First Cisl Macroregione Piemonte-Valle D’Aosta, alla presenza dei segretari nazionale e regionale First, Riccardo Colombani e Sandro Testa, e dei segretari generali Cisl Piemonte e Cisl Alessandria-Asti, Luca Caretti e Marco Ciani. All’inizio dei lavori, presieduti dal segretario Cisl territoriale, Marco Ciani, che ha fatto gli onori di casa, è stata votata all’unanimità la proposta di reggenza della federazione della macroregione per scadenza di mandati del segretario generale, e conseguente decadenza della segreteria. Nel pomeriggio la segreteria nazionale First ha nominato reggente della federazione della macroregione Piemonte-Valle D’Aosta il segretario generale uscente, Sandro Testa, che guiderà la federazione fino all’assise congressuale della prossima primavera.
La riunione del Consiglio generale First è stata anche l’occasione per il salutare Marta Mancuso, dirigente di lungo corso della First Cisl piemontese, che si è congedata dalla sua federazione e dalla Cisl dopo 35 anni di militanza e storia sindacale. Marta va in pensione, ma continuerà certamente il suo impegno in Cisl. Momenti di grande emozione per tutti gli esponenti della Federazione che hanno voluto tributare a Marta tutto l’affetto e la riconoscenza per i tanti anni di attività sindacale e per il suo impegno tra i lavoratori e gli associati della “grande Cisl”.
“Essere sindacalista – ha detto Marta Mancuso, congedandosi dai suoi amici e colleghi della Cisl – è per me davvero qualcosa che attiene all’essere, è qualcosa che ho dentro. E’ aderire con passione a valori in cui credo. Io ho aderito 35 anni fa alla Fiba, alla Cisl, perché condivido i suoi valori di mettere al centro la persona umana, la sua tutela, la sua valorizzazione. Condivido gli ideali di ‘giustizia insieme’, le idee riformatrici e solidaristiche che solo la Cisl e la nostra storia ci insegnano. E proprio perché fare il sindacalista è passione, l’impegno spesso ti totalizza e quindi credo che ad una certa età (62 anni), sia giusto rallentare un po’ il ritmo, prendersi un po’ più ‘di tempo per se’, e credo anche che sia interessante e stimolante fare e vedere anche cose nuove, qualche interesse accantonato, qualche viaggio in più, finché la salute regge….Inoltre, ho sempre sostenuto nei vari organismi che per fare crescere nuovi quadri sindacali è necessario che noi over ci facciamo un po ‘ da parte. Per quanto i cambiamenti possano essere difficili e a volte anche un po’ dolorosi, sono, secondo me, necessari e salutari per l’Organizzazione. Permettetemi, solo, sul finire, una piccola nota familiare. Oggi voglio dire grazie anche a mio marito perché essere marito di una sindacalista è, a volte, davvero pesante. Vi porto tutti nel cuore. Vi voglio bene e come sempre w la First w la Cisl”.
Dal segretario uscente di Piemonte-Valle D’Aosta First, Testa, al segretario nazionale First e ai segretari di Cisl Piemonte e Cisl Alessandria Asti, Colombani, Caretti e Ciani hanno, tutti hanno ringraziato Marta per il suo lungo impegno e il suo attaccamento ai valori e alle battaglie della Cisl e per il suo esempio nei confronti dei colleghi di lavoro, del sindacato e soprattutto dei giovani sindacalisti che si sono avvicinati in tutti questi anni alla First e alla Cisl.
Nel suo intervento il segretario generale Cisl Piemonte, Luca Caretti, ha parlato del difficile momento che stiamo vivendo come cittadini del mondo e si è concentrato in modo particolare su alcuni temi di carattere regionale come l’anniversario della strage di Brandizzo in tema di salute e sicurezza sul lavoro, le priorità della sanità regionale e delle crisi aziendali aperte nella nostra regione che investano migliaia di lavoratori. Per quanto riguarda la sanità regionale, Caretti ha ripetuto che “Le priorità della Sanità piemontese vanno dalla partenza rapida di una nuovo Cup (Centro unificato prenotazioni) per l’abbattimento delle liste di attesa che in regione hanno raggiunto tempi inaccettabili a nuove politiche per l’assunzione di personale (medici, infermieri e oss), in modo particolare di medici di medicina generale che stanno diventando la nuova emergenza della sanità regionale. L’altra priorità è rappresentata dallo sviluppo della medicina territoriale con la realizzazione delle Case di comunità e delle Cot (Centrali operative territoriali). Il nuovo assessore regionale alla sanità Riboldi dovrà affrontare queste sfide con spirito collaborativo, avviando un confronto vero e soprattutto costruttivo con i sindacati e le altre parti sociali. Su queste cose misureremo il suo operato e la sua reale volontà di cambiamento”.
Nelle conclusioni il segretario generale First, Riccardo Colombani, ha toccato numerosi aspetti dell’attualità politico-sindacale. “Le disuguaglianze, nel nostro Paese, – ha affermato Colombani – stanno aumentando in modo preoccupante. Per questo è necessaria una svolta sulla crescita del nostro sistema economico. In attesa del Piano strutturale di Bilancio, che d’ora in poi sarà settennale, il governo è chiamato a una grande sfida: l’attuazione e lo sviluppo di politiche a lungo termine. In questa prospettiva è fondamentale finanziare lo sviluppo dell’Italia, condurre e mettere a sistema i risparmi degli italiani per rilanciare l’economia reale del Paese e finanziare le grandi transizioni. Invece, riscontriamo una totale assenza nelle strategie sociali delle banche. Ne è un esempio il fenomeno della desertificazione bancaria che non risparmia nessuno e che sta avvenendo in tutte le zone del paese: a sud come a nord e al centro. Le banche e le assicurazioni non devono pensare solo agli utili, ma guardare anche agli aspetti sociali e al bene del Paese che ha bisogno di crescere in modo massiccio proprio come avvenne negli anni Cinquanta e Sessanta. Per tutte queste ragioni, occorre cambiare visione e prospettiva e creare le condizioni di un nuovo sviluppo che abbracci l’intera società italiana”.
Rocco Zagaria 

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