Furlan su dati Istat: disoccupazione di giovani e donne sempre grave. Serve patto governo imprese sindacati per cogliere segnali ripresa e favorire investimenti

Mercato del Lavoro
La disoccupazione investe i giovani primo piano Furlan su dati Istat: disoccupazione di giovani e donne sempre grave. Serve patto governo imprese sindacati per cogliere segnali ripresa e favorire investimenti

“Disoccupazione di giovani e donne sempre grave. Serve un patto governo – imprese – sindacati per cogliere i segnali di ripresa e favorire gli investimenti pubblici e privati”. Così commenta su twitter i dati dell’Istat sull’occupazione la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, che sollecita una svolta nelle politiche attive del lavoro e nella realizzazione di infrastrutture materiali ed immateriali, per offrire nuove opportunità di lavoro ai giovani soprattutto nel Mezzogiorno che presenta livelli di disoccupazione insopportabili.

Il segretario confederale Cisl, Gigi Petteni, responsabile del mercato del lavoro, sottolinea come “Il quadro congiunturale presentato oggi dall’Istat sull’occupazione conferma il cammino verso una condizione di ripresa, seppur dal passo molto cadenzato. Anche se il numero complessivo di occupati (oltre 23 milioni) è ormai tornato esattamente quello del periodo di inizio crisi (2008), bisognerà analizzare in maniera più approfondita una serie di questioni tra cui quella della qualità dell’occupazione, con una condizione di rapporto tra lavoro stabile e non stabile ancora non del tutto decifrabile rispetto agli stessi dati del 2008. La situazione del mercato del lavoro, seppur come detto ormai in fase di lenta ripresa a partire dalla fine del 2014, grazie anche a una politica di incentivi sulle nuove assunzioni che ha quantomeno prodotto un riavvio dell’occupazione in una fase assai delicata, non può e non deve farci abbassare la guardia rispetto a nuovi pericoli anche strutturali. In particolare, non ci possiamo permettere ancora un tasso di occupazione al 58% ed un tasso di disoccupazione pari all’11,3%, decisamente insostenibile poi quello femminile, addirittura al 12,8%. Tre sono a nostro avviso gli aspetti sui quali intervenire più urgentemente con misure tanto robuste quanto mirate: l’ancora evidentissima disomogeneità territoriale che continua a tracciare un solco inaccettabile tra diversi territori. In particolare le aree del sud, per le quali appare improbabile avviare percorsi di recupero del terreno perduto senza politiche mirate; la situazione di genere con l’attesa di interventi anche di politiche attive e di conciliazione vita-lavoro mirate al riequilibrio ed al recupero delle attività e delle possibilità per la popolazione femminile; la partecipazione e la stabilizzazione dei giovani, rispetto ai quali siamo ancora troppo indietro, soprattutto confrontandoci con gli altri paesi dell’Unione. Rispetto a quest’ultimo fattore, la parola d’ordine è quella di non permettere che si verifichino ulteriori uscite, così come è altrettanto urgente, quanto indispensabile favorire investimenti privati e pubblici per intensificare la partecipazione e le opportunità di lavoro per i giovani. Un cantiere, insomma, ancora bisognoso di interventi vigorosi rispetto all’occupazione e quindi agli strumenti, agli incentivi, vecchi e nuovi, alle misure da mettere in campo. In una situazione ancora molto difficile, per il Paese riparte la sfida del lavoro, quella più importante. Speriamo e siamo fiduciosi, di trovare la reciproca ed indispensabile disponibilità anche da parte del Governo, a partire dal primo incontro fissato per la prossima settimana”.

 

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