Furlan al Polo del ‘900 di Torino per la presentazione del libro su Franco Marini

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Furlan al Polo del ‘900 di Torino per la presentazione del libro su Franco Marini

Al Polo del 900 di Torino si sono trovati oggi l’ex segretario Uil Giorgio Benvenuto, l’ex segretaria Cisl Annamaria Furlan, e l’ex segretario del Pd piemontese Gianfranco Morgando, moderati dal vicedirettore de La Stampa Paolo Griseri, per parlare di Franco Marini con Giorgio Merlo, autore di un volume dedicato alla figura dello storico segretario Cisl: ‘Franco Marini. Il popolare’, Edizioni Lavoro. Un “instant book”, così lo ha definito l’autore, scritto immediatamente dopo la morte per Covid di Marini nel febbraio scorso. “Un grande, straordinario lavoratore”: Benvenuto ha ricordato con queste parole il collega sindacalista, che tra fine Anni ’80 e inizio Anni ’90 è stato anche presidente del Senato, ministro del Lavoro e segretario del Ppi.

I due si conobbero giovanissimi in Germania, ha raccontato, in occasione di un seminario. “Una persona autentica, che ha saputo interpretare fino in fondo con ruoli molto diversi la coerenza ai propri ideali, che furono quelli  di tutelare al meglio i lavoratori”. Così lo ha dipinto Furlan, sua più recente erede. “Credeva nei partiti – ha rimarcato Merlo, che a Marini è stato molto vicino durante tutta la sua parabola politica – non nella politica fluida. Non credeva nei partiti personali ma in quelli plurali, a patto che fossero sempre ben visibili delle correnti organizzate. E’ stato un uomo sempre leale e trasparente, aspetto mutuato da Donat-Cattin, e ha pagato duramente questa lealtà nel 2013, in occasione dell’elezione del capo dello Stato, quando fu ‘cecchinato’ dai franchi tiratori del suo partito”. Morgando ha ricordato come Marini sia stato per anni “il garante della presenza cattolico-sociale nella politica italiana”. E “nel ’94, quando Rocco Buttiglione scelse di portare il Ppi nell’abbraccio di Berlusconi, ha rammentato, “Marini si oppose, facendo vincere la linea che tenne il partito nell’alveo del centrosinistra: di qui la vittoria di Prodi e l’ultimo quinquennio riformatore della politica italiana”. La storia d’Italia, ha concluso l’ex segretario del Pd piemontese, “senza Marini sarebbe stata diversa”. (ANSA).

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