L’Ansa mercoledì 21 agosto scorso lanciava una dichiarazione di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, che accusava il sindacato di un “inaccettabile e vergognoso sciopero del personale delle autostrade proprio durante il controesodo” in relazione all’astensione avvenuta il 25 e 26 agosto 2019.
In relazione a tale presa di posizione, Fit Cisl Piemonte e Adiconsum Piemonte rilevano:
- stride l’atteggiamento di una associazione di consumatori che anziché cercare il confronto e porre le proprie “ragioni” per meglio tutelare chi subisce dei “torti”, indica al legislatore una soluzione impropria quale una ulteriore limitazione del diritto di sciopero…
- i lavoratori autostradali e il sindacato hanno sempre rispettato il dettato e la forma della legge 146 che regolamenta lo sciopero nei servizi pubblici essenziali;
- infatti non un solo cliente – utente delle autostrade è mai stato penalizzato dall’azione di sciopero, ma da scelte attuate dai concessionari (chiudere le piste, riducendo l’offerta) che il sindacato e i lavoratori non possono modificare e di cui non hanno responsabilità;
- il sindacato rispetta la “regolamentazione provvisoria” della Commissione di garanzia sugli scioperi che ha individuato i soggetti deboli, nella piena attuazione della legge 146;
- i lavoratori, durante gli scioperi, sempre hanno assicurato il 100% delle prestazioni di tutela degli utenti (soccorso meccanico, sicurezza della circolazione, informazione e funzionamento degli impianti correlati), ma non possono certo assicurare il pagamento del pedaggio che è un corrispettivo per il servizio, e non pregiudica la sicurezza degli automobilisti!
Vogliamo perciò chiarire a tutti che i “casellanti” scioperano non per un capriccio, ma perché ritengono non ancora acquisite dalla contrattazione migliori norme a tutela dei propri diritti.
I lavoratori autostradali si contrappongono ai propri datori di lavoro, non agli utenti e consumatori!
Con lo sciopero vogliono creare un “problema ai concessionari” danneggiandoli nei loro incassi (senza danneggiare gli automobilisti).
Per questo rinunciano alla loro retribuzione.
E lo fanno chiedendo il mantenimento e il potenziamento del servizio di assistenza alla clientela in tutti i caselli, elemento di forte divisione con i Concessionari autostradali.
I Concessionari autostradali sfuggono a questo confronto e, chiudendo le piste durante lo sciopero, riducendo i varchi, fanno una azione di rivalsa sugli utenti. E, ignobilmente , fanno credere che questa vendetta sugli automobilisti sia una conseguenza dello sciopero mentre è una loro scelta di cui non sono neppure capaci di assumersi la responsabilità.
La questione peraltro è particolarmente grave perché i Concessionari autostradali gestiscono un pubblico servizio e la chiusura pretestuosa delle piste se non lo interrompe, certamente lede il diritto alla libera circolazione delle persone e vanifica il parallelo diritto di scioperare per tutelare i propri diritti di lavoratori…
In altre realtà a seguito di uno sciopero non si verifica mai che il valore del profitto cresca: in autostrada i Concessionari, oltre a non perdere un euro dei pedaggi, “risparmiano” le retribuzioni e scaricano il disservizio delle code e i rischi conseguenti sull’utenza.
Se succedesse in altre realtà non osiamo pensare quale potrebbero essere le reazioni…
Dal canto suo Adiconsum Piemonte precisa che in caso di sciopero le Società concessionarie devono mettere in atto ogni iniziativa al fine di limitare i disagi agli automobilisti, ivi compresa quella di “aprire” i varchi non presidiati dal personale in agitazione e, soprattutto, mettere in funzione tutti i varchi con pagamento automatico. Infatti troppo spesso si assiste, con o senza sciopero, alla prassi (forse dettata dall’esigenza di risparmiare sui costi di manutenzione) delle Società di limitare l’utilizzo a sole poche uscite, rispetto a quelle disponibili: circostanza che crea non pochi disagi agli automobilisti.
La funzione delle Concessionarie, sostengono Adiconsum e FIT Piemonte, è quella di garantire sempre, non solamente in caso di scioperi, fluidità del traffico e facilità di pagamento del pedaggio.
Da ultimo Adiconsum Piemonte stigmatizza il comportamento, messo in atto dal alcune Concessionarie in occasione di precedenti scioperi, per cui agli automobilisti che non erano in possesso di strumenti elettronici per il pagamento del pedaggio o che sono transitati attraverso le sbarre lasciate aperte, sono state recapitate lettere con la richiesta del pagamento dell’intera tratta autostradale, aumentate delle sanzioni. Si tratta di vere e proprie pratiche commerciali scorrette che verranno segnalate all’Antitrust in caso dovessero ripetersi.
Adiconsum Piemonte e FIT Cisl Piemonte rilevano infine come le dichiarazioni che attribuiscono impropriamente responsabilità agli “autostradali” ricordano la diffusa pratica di attribuire ad altri lavoratori dei trasporti ogni disservizio generato dalle aziende per cui lavorano. Spesso tali accuse finiscono per dare adito ad aggressioni fisiche agli operatori del servizio ritenuti ingiustamente e falsamente responsabili di scelte altrui. Davanti a uno sciopero bisognerebbe innanzitutto interrogarsi sulle sue ragioni invece di “sparare” su sindacati e lavoratori senza riflettere sulle possibili conseguenze e significato delle proprie dichiarazioni.
Il Segretario Generale FIT Cisl Piemonte Il Presidente Adiconsum Piemonte
Claudio Furfaro Riccardo Sammartano