La Fit Cisl Piemonte interviene nel dibattito sulle Concessionarie autostradali della regione. Il Direttivo regionale dei delegati RSA, RSU e RLS della viabilità autostradale della FIT Cisl Piemonte, riunito in Torino, il 25 maggio 2017, dopo aver ampiamente analizzato e discusso la situazione del comparto, ha condiviso il seguente Ordine del Giorno.
Il costante dialogo dei delegati sindacali della FIT Cisl Piemonte con i lavoratori continua a registrare le crescenti ansie e le preoccupazioni che da molti anni sono purtroppo presenti nei contesti autostradali come in gran parte dei luoghi di lavoro del settore dei trasporti: le Concessionarie. All’ansia di perdere il lavoro, di non veder occupati i propri figli, di perdere le tutele acquisite negli anni passati, all’incertezza sul futuro, anche pensionistico, si somma la crisi della partecipazione, il disincanto rispetto alla stessa volontà di riscatto: prevalgono i propri spazi individuali e la ricerca di una tranquillità personale, a volte persino a scapito dei colleghi. Sempre più ognuno pensa a sé stesso e la sfiducia nel sindacato si è unita all’ansia dovuta anche ai cambiamenti che sono avvenuti nei Consigli di Amministrazione che condurranno le Concessionarie autostradali piemontesi, spesso con un nuovo Presidente e un nuovo Amministratore Delegato.
Ciò è avvenuto recentemente anche in Sitaf S.p.A. ,concessionaria autostradale della Val Susa che unisce Torino a Bardonecchia che è anche co-gestore del traforo del Frejus insieme alla Concessionaria Francese la SFTRF .
I Delegati della FIT Cisl Piemonte, si sono posti e pongono alcune domande:
- Quale sarà il futuro di un lavoratore occupato in Sitaf oppure in una delle Aziende da questa controllata: Sitalfa, Ok Gol, Musinet, Tecnositaf? Ma anche nelle altre Concessionarie e nelle loro aziende satelliti…
Mentre sono confermate le disposizioni del nuovo Codice degli Appalti che limitano al 20% il valore dei lavori che le Concessionarie possono affidare ad aziende controllate, il restante 80 %, costituito generalmente da lavori straordinari e di progettazione, deve essere affidato a soggetti terzi con gare di appalto: ciò determinerà la rivisitazione dei già risicati livelli occupazionali, aumenterà il lavoro precario, diminuiranno le condizioni di sicurezza, diminuiranno anche le retribuzioni, dove sono presenti il livello dei premi di risultato, verrà stravolta la distribuzione del reddito e dei posti di lavoro, quindi le ricadute sul territorio renderanno ulteriormente più fragili, se non spezzeranno i legami i legami sociali. Non sarà certo un bene.
Ma vi è una considerazione in più da condividere: la Concessione per l’esercizio delle tratte autostradali comporta certamente l’attività di esazione del pedaggio, il controllo ed il pattugliamento dell’infrastruttura per la sicurezza, gli investimenti in nuove strutture e, attività essenziale: le attività ordinarie di manutenzione.
- abbiamo detto “attività ordinarie di manutenzione” perché sono l’attività quotidiana, feriale, normale, continuativa, svolta nei 365 giorni dell’anno. Perché mai non si fanno con personale direttamente dipendente dalla Concessionaria? Sono ordinarie, non straordinarie? Non sono attività che richiedano grandi variabilità di personale impiegato, né di professionalità diverse: perché mai realizzarle in appalto o con personale a termine? Perché precarizzare un lavoro che è ordinario, quindi stabile, sicuro, continuativo? Dov’è la politica, che dà in concessione l’infrastruttura autostrada e poi permette che si faccia precariato per mantenerla? Perché gli atti concessori non prescrivono questo vincolo a vantaggio della qualità del lavoro e della sicurezza dei lavoratori?
Solo in Sitaf le persone coinvolte sono almeno 200, se consideriamo Ativa, Satap A4 e A21, Torino-Savona ed Asti Cuneo saranno almeno 1000 lavoratori, cioè 1000 famiglie…
Ma torniamo ai recenti rinnovi dei CdA delle Concessionarie piemontesi
- Individuare un Amministratore delegato comune a più di una concessionaria del gruppo Gavio, quali effetti produrrà? Le sinergie realizzate in quali aree saranno riversate, quali investimenti realizzeranno, e dove? Rimarranno sul territorio o saranno occasione per fuggirne, magari per uscire persino dall’Europa?
- Il nuovo Presidente di Sitaf, di nomina Anas e quindi espressione del soggetto pubblico (Anas, Comune e Provincia di Torino) che detiene il 51% del capitale, quale mandato avrà, quale indirizzo esprimerà? Sarà consolidata la presenza del pubblico? Oppure si invertiranno le parti, magari sino a sparire ogni valore sociale, solidale, volto al bene del territorio, per perseguire solo il profitto e solo per l’azionista?
Nel frattempo, su “Lo Spiffero”, notiziario on line sui fatti e misfatti della vita politica ed economica piemontese, i delegati della FIT Cisl Piemonte hanno letto che il Senatore del Pd Stefano Esposito è intervenuto insieme segretario regionale Pd Davide Gariglio, considerando che la nomina di Sebastiano Gallina alla presidenza di Sitaf è una scelta inaccettabile in quanto “viene spontaneo chiedersi se la nuova Sitaf, sotto pieno controllo pubblico, debba davvero diventare un luogo gestito sulla base di logiche di occupazione politica o di colonizzazione territoriale” _(cfr. “Sitaf, Gallina dalle uova d’oro per il partito delle autostrade”, 10.05.207 – http://www.lospiffero.com/ls_article.php?id=33380
Ora, noi non conosciamo chi sia il dr. Gallina , non conosciamo il suo pensiero, reputiamo che al di là della destra o della sinistra sia un bene che la presidenza di una società che svolge una funzione pubblica sia di un politico competente e capace, perché ci auguriamo che la politica possa certamente procedere a gara come dice la sentenza del Consiglio di Stato che la impone sulle quote di Comune di Torino e Provincia passate, con procedura negoziata, ad Anas. Quote che hanno permesso ad Anas di mantenere il controllo pubblico di Sitaf. Sarebbe contro natura non sostenere l’obiettivo di vendere ad ANAS soggetto pubblico, smentendo le scelte degli amministratori che hanno governato Comune e Provincia.
E qui ai delegati FIT Cisl Piemonte sorgono nuove domande:
- Perché poi un politico sostiene che non è bene che la politica governi questa azienda a maggioranza pubblica? Chi dovrebbe farlo? Forse un privato, ed in tal modo acquisire profitti considerevoli gestendo un bene pubblico, sottraendo questi utili al vantaggio del “padrone” dell’infrastruttura, lo Stato, cioè i cittadini… Non è meglio che lo faccia un politico capace di mantenere l’alveo del pubblico?
Pensiamo in tutta onestà che se anche il Presidente di Sitaf fosse espressione del centro sinistra o della sinistra, od altro, che il pensiero di Gariglio ed Esposito sarebbe stato lo stesso. Ma è proprio questo il problema.
- Chi deve gestire arterie così importanti, nodi strategici della viabilità, strade di comunicazioni alle porte del cuore dell’Europa? Forse un soggetto privato che in questi anni ha ridotto il personale, rivisto al ribasso la contrattazione aziendale favorendo, con una politica espansiva dei cantieri, con ok gol, controllata di Sitaf, la forte presenza di lavoratori precari assunti anche con reiterati contratti settimanali?
Se la politica è attenta al territorio, ai suoi bisogni, trasforma la ricchezza prodotta in investimenti per dare lavoro ai giovani, per garantire sviluppo, internalizza le attività delle controllate onde evitare gli appalti sulla pelle delle persone, accentra le funzioni dirigenziali, elimina i doppioni dei consigli di amministrazione, magari lancia sul mercato le controllate che hanno professionalità e competenze, generando ulteriori utili per la collettività e maggiore occupazione e sciogliendole definitivamente dalla mono – committenza con la Concessionaria.
- Perché mai, poi, non è possibile far crescere l’autostrada usando le proprie aree di servizio, le proprie stazioni autostradali come veri nodi di interscambio della viabilità dove far confluire il trasporto pubblico locale? Creare interconnessioni con le ferrovie, fare da polo per la logistica per le consegne porta a porta, sviluppare il servizio di informazioni turistiche a servizio ed in interazione col territorio? Ridurre magari le tariffe, creando nuove occasioni di generazione di profitto ed occupazione, vigilando sulla trasparenza ed affidabilità degli appalti che verrebbero comunque a ridursi alle attività non continuative o fortemente specialistiche?
Tutto questo per la FIT Cisl Piemonte non dovrebbe escludere il confronto con i lavoratori, con le loro conoscenze e professionalità e potrebbe ulteriormente implementare queste opportunità di crescita e servizio con il loro determinante apporto.
- Perché dovrebbe farlo un soggetto privato? Perché mai un privato dovrebbe sacrificare il proprio personale tornaconto per far crescere il tornaconto sociale, per far sviluppare un territorio, per far crescere il reddito collettivo, per dare occupazione rinunciando ai profitti?
O forse la politica non considera queste “uova” come “uova d’oro” o peggio che tali questioni non le appartengono. Ma, se così è, e ci auguriamo di sbagliare, il politico nega il suo ruolo, quello per il quale è stato eletto, ha ricevuto voti di lista e preferenze: se il suo mandato è a favore del privato e nega il benessere collettivo, la crescita del territorio, egli non è per la polis, la città, ma a servizio privato di qualcuno.
- Perché allora di cosa si deve occupare la politica se di non ricercare il bene comune dei propri cittadini utilizzando i monopoli naturali?
- Allora, perché le concessioni ATIVA e Satap non possono ritornare nelle mani del pubblico?
La Regione Piemonte detiene attraverso SCR Piemonte, alla pari con Anas, il controllo della CAP, Concessioni Autostradali Piemontesi, una società che ha lo scopo di progettare, costruire e gestire opere autostradali. Fra i suoi progetti c’è, per l’area metropolitana torinese, la Tangenziale Est che collegherebbe la A21 fra Santena e Villanova con la A4 poco prima di Brandizzo e il passante di corso Marche fra la tangenziale su corso Orbassano e l’area di Venaria, ma anche progetti regionali come la Pedemontana piemontese e la interconnessione fra Strevi e Predosa.
- Non si potrebbe utilizzare questo strumento già pronto per assegnare “in house” Ativa e Satap A21 ed utilizzare i cospicui utili per realizzare queste opere? Non ci guadagnerebbe Torino, il Piemonte, ma anche l’Italia? Quanti consumi di carburante si risparmierebbero, e quanto inquinamento in meno con al Tangenziale Est? Il Comune di Torino è interessato a questa prospettiva?
Ma, udite udite… Concessioni Autostradali Piemontesi è in liquidazione…
Come rappresentanti dei lavoratori e lavoratori, noi delegati della FIT Cisl Piemonte continueremo ovviamente a svolgere con diligenza il nostro lavoro, ma ciò non toglie che vorremmo poter contare di più, creare i presupposti per una partecipazione diretta alla conduzione di queste aziende, con la partecipazione degli amministratori presenti nel territorio, ma anche con ipotesi di azionariato diffuso che non sarebbero uno scandalo né una scelta senza criteri.
Caro segretario regionale del PD Gariglio e caro Senatore Esposito, ma anche tutte le altre forze politiche: noi ci siamo, siamo qui per aprire un confronto su questi temi. Un confronto trasparente, chiaro, aperto a tutti, a vantaggio dei cittadini e dei lavoratori, ma crediamo anche a favore delle aziende, di tutto il tessuto di aziende che gravita su questi territori e che può trovare vantaggio da queste scelte.
- Perché rinunciare ad una riflessione?
In tale modo possiamo forse favorire di nuovo la partecipazione nella politica, come nel sindacato. Forse in tale modo si può sconfiggere il nepotismo, la colonizzazione territoriale e la mala politica che si pone solo l’obiettivo di occupare poltrone con compensi altissimi e con il solo vantaggio per le persone che le occupano.
O forse dobbiamo abdicare ai finanzieri e agli speculatori? A chi ha in testa solo il profitto? Ed il profitto solo per se?
Fit Cisl Piemonte