Firmato contratto della Scuola, aumenti fino a 190 euro

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Firmato contratto della Scuola, aumenti fino a 190 euro

Coinvolti 1,2 milioni dipendenti. I segretari generali della Cisl Scuola e della Cisl, Ivana Barbacci e Luigi Sbarra, esprimono soddisfazione per la firma dell’intesa.

Aumenti fino a 190 euro, maggiori tutele per i precari, introduzione del lavoro agile e certificazione dei docenti tutor e orientatori. Questi i punti principali del nuovo contratto scolastico firmato oggi dalle organizzazioni sindacali, ad eccezione della Uil che ha evidenziato dubbi e lacune.  Il contratto collettivo nazionale di lavoro per il comparto dell’istruzione e della ricerca coinvolge oltre un milione di dipendenti e prevede aumenti salariali medi mensili di 124 euro per i docenti e di 190 euro per i direttori dei servizi generali e amministrativi. Riconosciuta, poi, al personale precario docente e Ata una maggiore tutela, consentendo la fruizione di tre giorni remunerati di permesso per motivi personali o familiari. A ciò si aggiunge anche un incremento del 10% delle retribuzioni delle ore aggiuntive per i docenti. Particolare attenzione è stata posta anche al personale Ata, con un riordino delle aree offrendo opportunità di sviluppo professionale a una platea di circa 182 mila dipendenti.

Un risultato importante, che consente di puntare ora l’attenzione sul rinnovo del triennio già in corso”. Così la segretaria della Cisl Scuola Ivana Barbacci commenta la firma del rinnovo del contratto della scuola, parlando di “un grande lavoro di negoziazione, equilibrio e coerenza per rispondere alle aspettative di tutto il personale”. “Come sempre – aggiunge – ci sono momenti nei quali, in una trattativa complessa perché a più voci e rivolta a un comparto estremamente articolato in ogni settore, occorre far prevalere la capacità di mediazione tra attese diverse e non soltanto le proprie esigenze di immagine: uno stile al quale ancora una volta si è attenuta in modo scrupoloso nel suo operato la delegazione Cisl Scuola, Università e Ricerca”. “Chi vuole e sa guardare al risultato nel suo complesso – conclude – può rendersi conto di quanto sia stato positivo il lavoro compiuto, nell’interesse di tutto il comparto e di ciascuno dei tanti profili che lo compongono, tutti meritevoli di attenzione, mai da considerare o peggio ancora da porre in conflitto l’uno contro l’altro”.

Per il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra: “E’ una bella notizia davvero, unita alla grande soddisfazione per l’intesa raggiunta oggi in A.R.a.N. sul rinnovo del CCNL 2019/2021 del Comparto Istruzione e Ricerca che interessa circa 1.200.000 lavoratori e lavoratrici e che premia il lavoro della Federazione Scuola Universita’ e Ricerca della Cisl protagonista al tavolo delle trattative insieme al livello Confederale. Giunge, così, a conclusione un negoziato lungo e difficile iniziato nel novembre scorso, che ha visto il sindacato chiudere un primo accordo sulla parte economica, considerata l’urgenza di dare risposte concrete alle legittime aspettative del personale. Visto che l’importante traguardo viene conseguito rispetto ad un triennio contrattuale ormai scaduto, la Cisl auspica ora che si proceda rapidamente all’avvio della trattativa per il rinnovo del CCNL 2022/2024, rispetto al quale è atteso lo stanziamento delle risorse necessarie. Dagli investimenti urgenti e necessari nel sistema dell’istruzione e della ricerca dipende il futuro dei nostri giovani e del Paese”.

Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, e dal collega della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.Il nuovo contratto – ha detto Valditara – segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata. Sono state inoltre recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell’istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente”.

Intanto in Piemonte, il decreto sulle nomine in ruolo autorizza 3.727 posti di docente. “Si tratta – affermano, in una nota, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola del Piemonte – di un numero inferiore alle disponibilità e anche quest’anno la mancata strategia di investimento sulla scuola e l’irrisolto tema di un reclutamento disfunzionale alle esigenze delle scuole locali. Ancora una volta il contingente per le immissioni in ruolo purtroppo non sarà completamente coperto per la mancanza di aspiranti nelle graduatorie. Siamo in attesa di conoscere gli orientamenti dell’Ufficio Scolastico Regionale per la ripartizione del contingente tra graduatorie e province. Il ministero moltiplica le procedure ma diminuisce i posti per le immissioni in ruolo. Occorre immettere in ruolo anche coloro che sono idonei alle varie procedure concorsuali. Per dare stabilità al sistema scolastico piemontese il ministero deve modificare il sistema di reclutamento, aprendo le immissioni in ruolo, come già accaduto in passato, agli abilitati (persone che hanno superato il concorso) presenti nella prima fascia delle graduatorie provinciali. Solo riaprendo il doppio canale la nostra regione non assisterà, come ormai da anni, al proliferare delle nomine per supplenza. La prossima settimana si avvieranno le procedure informatiche sia per le immissioni in ruolo sia per la scelta delle scuole per i contratti a tempo determinato”. Flc Cgil, Cisl Scuola e UIl Scuola del Piemonte “seguiranno passo a passo tutti i passaggi per garantire che l’anno scolastico si avvii tutelando il diritto allo studio degli studenti e i legittimi diritti e aspettative degli insegnanti e del personale Ata inserito nelle varie graduatorie”.

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