“Il Piemonte ha bisogno di un piano straordinario di messa in sicurezza di strade e viadotti, di una vera lotta al dissesto idrogeologico e di far ripartire i cantieri. In 11 anni di crisi sono centinaia di migliaia le aziende del settore edile che hanno chiuso i battenti, determinando una perdita di oltre 800 mila posti di lavoro a livello nazionale di cui oltre 60mila nella nostra regione”. Così il sub reggente della Filca Cisl Piemonte, Piero Tarizzo, ha introdotto i lavori del Consiglio generale della federazione riunito nella sede regionale di via Sant’Anselmo, a Torino, alla presenza del segretario nazionale e reggente Filca, Ottavio De Luca e dei segretari generali di Filca e Cisl Piemonte, Franco Turri e Alessio Ferraris.
“Sul piano del tesseramento – ha detto il segretario nazionale e reggente della struttura piemontese Ottavio De Luca -, nonostante la continua riduzione degli addetti, la nostra federazione, con circa 12.500 iscritti e il 39% di tasso di sindacalizzazione, è prima in regione. La Filca detiene il primato nelle province di Torino, Biella, Verbania, Novara e Cuneo. Sono certo che con l’impegno di tutti faremo di più e meglio sul piano del proselitismo e ci batteremo per garantire la messa in sicurezza del territorio e lo sblocco dei cantieri”.
Della necessità di rilanciare il settore, in un momento di grande difficoltà economica e finanziaria, ha parlato il segretario generale della Cisl Piemonte, Alessio Ferraris. “Chiederò al presidente della regione Cirio di formalizzare l’istituzione di un tavolo regionale che prenda in esame uno ad uno i cantieri fermi in Piemonte. Ci devono dire perché non partono e soprattutto che cosa bisogna fare per sbloccarli. Dobbiamo anche lavorare al nostro interno per migliorare la ‘continuità associativa’, inaugurando una nuova stagione di solidarietà”.
Nelle conclusioni, il segretario generale, Franco Turri – nel ribadire la necessità di sboccare i cantieri per dotare il Paese di moderne infrastrutture e di garantire maggiore sicurezza e legalità nel settore, puntando su salute, formazione e contrasto al dumping contrattuale – ha puntato il dito su una “società che si dimentica di occuparsi dei suoi vecchi e dei suoi bambini e che guarda a un’emergenza migratoria che non esiste. La politica deve occuparsi di cose serie e importanti per i cittadini; si deve interessare anche della gestione e della messa in sicurezza del territorio e delle città, ricostruendo un tessuto urbano e sociale. C’è bisogno di una vera svolta nel Paese”.
Rocco Zagaria