Nell’incontro di Novi Ligure (Al) il ministro delle Imprese Urso rassicura istituzioni locali, Regione e sindacati sul rilancio degli stabilimenti siderurgici del Paese e della regione
“E’ emersa la volontà di tutti gli attori – enti locali, Regione, sindacati, associazioni che rappresentano le imprese dell’indotto – di lavorare insieme, per rilanciare la siderurgia italiana che può ricoprire un ruolo importante nei nuovi assetti geopolitici e geoeconomici che vedono l’Italia al centro”. Così Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, all’incontro sul futuro di Acciaierie d’Italia (ex Ilva) che si è svolto nello stabilimento di Novi Ligure ad Alessandria. “Se siamo oggi la seconda potenza industriale manifatturiera d’Europa – ha aggiunto Urso – e vogliamo rafforzare la nostra capacità industriale è perché abbiamo avuto a monte un’importante industria siderurgica che possiamo e vogliamo rilanciare. E i poli produttivi piemontesi di Novi Ligure, Racconigi e Gattinara possono rispondere alle esigenze dei fabbisogni delle nostre industrie”.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy – che ha annunciato un piano siderurgico nazionale entro il mese di giugno – si è detto fiducioso sui nuovi progetti industriali e sui tempi dell’assegnazione degli impianti produttivi dell’ex Ilva a gruppi privati con piani solidi e credibili. Si parla di fine 2024 o al massimo entro la prima parte del 2025. La crisi di Acciaierie di Italia non riguarda solo Taranto, ma è di portata nazionale e in Piemonte coinvolge 3 mila lavoratori, tra quelli diretti e quelli dell’indotto. Nello stabilimento di Novi Ligure lavorano circa seicento persone, senza contare manutentori, autotrasportatori, addetti alle mense e alle pulizie. Nella fabbrica di Racconigi, nel cuneese, i lavoratori sono circa 80, mentre a Gattinara, in provincia di Vercelli, i dipendenti della Sanac, controllata dalla ex Ilva, sono un centinaio.
Nel vertice di Novi Ligure la Regione Piemonte ha consegnato al ministro delle Imprese Adolfo Urso, il documento condiviso con i rappresentati del territorio e dei lavoratori per chiedere garanzie sugli stabilimenti piemontesi dell’ex Ilva. “Le priorità del nostro territorio – ha detto il presidente della Regione, Alberto Cirio – sono continuità produttiva, tutele per i lavoratori diretti e dell’indotto, sicurezza negli stabilimenti. Quello dell’acciaio per il Piemonte è un settore strategico”. Cirio ha ricordato che entro pochi anni saranno conclusi i lavori del Terzo Valico ferroviario e della nuova Torino-Lione che fanno parte dei corridoi europei su cui viaggeranno le merci di tutto il continente e che si incrociano proprio in Piemonte, che potrà diventare così sempre più cuore dell’Europa anche dal punto di vista della produzione industriale, assicurando un futuro all’ex Ilva”. Per il segretario generale della Cisl Piemonte, Luca Caretti “il ministro Urso ha pronunciato parole incoraggianti che, se saranno accompagnate dai fatti, lasciano ben sperare per il rilancio dei siti piemontesi dell’ex Ilva. Ad Urso abbiamo fatto presente la necessità di far ripartire, in condizioni di massima sicurezza degli impianti, la produzione e le relazioni industriali nel sito di Novi Ligure e degli altri stabilimenti piemontesi, per far rinascere non solo la speranza di futuro ma anche l’economia di un territorio e della stessa regione”.
Il segretario nazionale Fim, Valerio D’Alò, presente all’incontro di Novi Ligure, ha parlato “di una situazione difficile, che dura da 14 anni e che non si risolve con uno schiocco di dita. Se ritorniamo però in un percorso di relazioni industriali stabili e forti, sono certo che riusciremo a darci un cronoprogramma e delle priorità, tutti insieme. In questa fase sono necessari investimenti in sicurezza e manutenzione e nuove produzioni”. (Da ConquistedelLavoro.it dell’ 11 marzo 2024)
Rocco Zagaria