Congresso Ces a Vienna, Sbarra (Cisl): La coesione del lavoro e nel lavoro è la prima via da seguire per un’Europa più giusta. Ma vagheggiare un ritorno allo “Stato-nazione” per la tutela della persona è velleitario e pericoloso
“Il Congresso Ces segna un momento davvero importante per richiamare e rilanciare contenuti e valori che la Cisl ritiene essenziali, specialmente nel turbolento contesto sociale, economico e politico che stiamo attraversando”. Lo ha sottolineato ieri, mercoledì 22 maggio, il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra a Vienna nel suo intervento al Congresso della Ces, la confederazione dei sindacati europei, che si svolge alla vigilia della consultazione per il rinnovo del Parlamento europeo.
“Il clima avvelenato che ha connotato la campagna elettorale per le elezioni europee è un indicatore sin troppo eloquente delle trazioni centrifughe che rischiano di smantellare il progetto di Europa. Un disegno che noi vogliamo saldamente ancorato alle radici del lavoro, della solidarietà, del welfare, dello sviluppo sostenibile”, ha aggiunto il numero due della Cisl”. C’è da dire che l’Unione in questi anni ha fatto ben poco per progredire in questo senso. Un cieco rigorismo, una vuota tecnocrazia, hanno piuttosto allontanato i cittadini da un senso di comune appartenenza”.
Per Sbarra “le istituzioni sono percepite come burocratiche ed ostili e la politica è vissuta come cinica e non rappresentativa. Una politica che non ha saputo rispondere ai bisogni ed ha contribuito ad aumentare le tante diseguaglianze e povertà ancora presenti. Ma in questo oceano in tempesta, l’Europa non è il problema. L’Europa dei Popoli è la soluzione. Vagheggiare un ritorno allo “Stato-nazione” come riferimento unico per la tutela degli interessi della persona è al tempo stesso velleitario e pericoloso”.
Il Segretario generale aggiunto della Cisl ha altresì rimarcato che “è solo con l’Europa che possiamo essere determinanti nella definizione di politiche sociali e occupazionali, che possiamo fronteggiare il dumping salariale e contrattuale che si affaccia nel villaggio globale, imponendo standard sociali agli interlocutori dei nostri Trattati internazionali. La coesione del lavoro e nel lavoro è la prima via da seguire per un’Europa più giusta. Il nostro sindacato viene da una storia di forte riconoscimento negoziale. Per noi il tema del lavoro e del riscatto salariale va messo al centro di uno “scambio” complessivo che agisca anche sulle leve della produttività, dell’innovazione, dello sviluppo di sistema”.