Concessioni autostradali, la Fit Cisl: “In Piemonte sono scadute quelle di Ativa (A5) e Satap (A21)”

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Concessioni autostrade.jpeg Concessioni autostradali, la Fit Cisl: “In Piemonte sono scadute quelle di Ativa (A5) e Satap (A21)”

Si è riunito a Pianezza il 30 novembre il Consiglio Generale della Federazione piemontese Trasporti della Cisl per esaminare la situazione politica generale, ragionare sulla posizione che le segreterie nazionali di Cisl, Cgil e Uil hanno preso in un documento sulla prossima legge di Bilancio che costituisce la Piattaforma unitaria in merito alle priorità poste dal Governo e anche sulle Concessioni autostradali scadute. L’attenzione del sindacato dei trasporti della Cisl si è focalizzata sul tema delle infrastrutture intorno alle quali ha ribadito la necessità di una profonda riconsiderazione di azioni mirate e urgenti di investimento per rinforzarne la struttura, i nodi di interconnessione e realizzare assi necessari al rilancio in particolare dell’interscambio con la portualità ligure, la Francia e alla stessa rete urbana e metropolitana di Torino.

La FIT Cisl si è in particolare posta il tema delle Concessioni mettendo in evidenza come, al di là dei proclami sulla nazionalizzazione seguiti alla disgrazia di Genova, il Governo e le forze politiche non abbiano minimamente preso in considerazione l’esistenza di ben due concessioni scadute in Piemonte, l’Ativa (A5 Torino – Quincineto e Tangenziale) e la Satap (A21 Torino – Piacenza). Queste due realtà autostradali sono attualmente gestite in regime di prorogatio dalle  due distinte  società.

FIT Cisl ritiene che sia maturo il tempo per una serena e equilibrata valutazione di un possibile rientro nella gestione pubblica, con il coinvolgimento della Città metropolitana di Torino e della Regione Piemonte, ma anche mettendo a frutto la professionalità dei lavoratori delle due concessioni e degli utenti che utilizzano, conoscono e finanziano la rete infrastrutturale attraverso il pedaggio.

La riflessione intorno alla stessa applicazione del modello della Concessione ha mostrato i limiti nella manutenzione, nella gestione operativa, nello sviluppo delle infrastrutture, nella distorsione delle risorse a favore dei concessionari, in un settore che costituisce monopolio naturale pubblico e chiede una sincera riconsiderazione dell’azione dello Stato. Nel caso torinese si potrebbe mettere a frutto la partecipazione degli enti territoriali, i lavoratori con i fondi pensione e gli utenti per realizzare un piano di rigenerazione della viabilità con parcheggi di interscambio fra la Tangenziale e la città, interconnessioni con la rete metropolitana, realizzazione della Tangenziale Est, tutte opere necessarie a Torino e in grado di sperimentare un modello esportabile in altre realtà.

La FIT Piemonte si spinge altresì a riflettere sul tema degli appalti autostradali auspicando che le future concessioni comprendano l’obbligo di realizzare l’intero processo di gestione dell’infrastruttura con mezzi e personale proprio delle Concessionarie e propone di rilanciare il tema della filiera contrattuale della viabilità che comprenda in un unico contenitore contrattuale tutte le attività del settore, da Anas sino alle attività di servizio alla circolazione dei mezzi su gomma.

Il Consiglio Generale della FIT Piemonte impegna pertanto le sue strutture per aprire un confronto con tutti i soggetti interessati al fine di rilanciare il Piemonte come “retroterra” e “manifattura” della portualità ligure ferita dal crollo del Morandi, convinto che dal dialogo e dalla partecipazione si possano generare soluzioni in grado di rilanciare un territorio che trae sviluppo dai trasporti, vero fattore di crescita della società, anche attraverso la realizzazione del terzo valico e la conclusione delle opere della TAV, entrambe opere da dimensionare secondo le esigenze e secondo tempistiche in grado di favorire la portualità italiana.

 

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