L’Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere) del Piemonte, l’Iscos (Istituto sindacale per la cooperazione allo sviluppo) nazionale e la Cisl Piemonte, hanno promosso nella giornata di martedì 10 dicembre 2024, al Circolo dei Lettori, a Torino, il seminario “Competenze Globali per Sfide Locali – Dai bisogni delle imprese alla circolazione delle competenze, nuovi paradigmi per la mobilità lavorativa” per analizzare le cause della difficoltà di reperimento di risorse umane adeguate da parte delle aziende italiane e piemontesi e presentare i primi risultati delle ricerche condotte a livello nazionale e regionale sui fabbisogni di manodopera qualificata.
Dopo i saluti istituzionali del presidente della Regione, Alberto Cirio, del segretario generale Cisl Piemonte, Luca Caretti, del presidente nazionale di Iscos, Vincenzo Russo e della presidente nazionale di Anolf, Maria Ilena Rocha, sono intervenuti, tra gli altri, Paolo Pozzo, presidente di Anolf Piemonte che ha presentato il Progetto SkillNet, e Loris Botto, ricercatore dell’Università di Torino che ha illustrato la ricerca sui fabbisogni occupazionali delle imprese italiane e piemontesi e sulle difficoltà di reperimento di risorse umane qualificate.
LA SITUAZIONE IN ITALIA
Nel periodo 2024-2028, il fabbisogno occupazionale complessivo in ingresso nel mercato del lavoro in Italia è stimato essere compreso tra 3,1 e 3,6 milioni di unità, con una media di 630-730mila unità all’anno (Unioncamere, 2023a).
Grazie all’espansione economica, si stima che lo stock occupazionale avrà, nel quinquennio, una crescita tra i 238.000 e 722.000 occupati, mentre la componente dominante delle entrate nei cinque anni sarà dovuta alla necessità di sostituzione per turn over pensionistico: si sta parlando di circa 2,9 milioni di occupati che rappresentano la componente in sostituzione del personale in uscita, la quale rappresenta l’80-92% del fabbisogno stimato.
Sembrano essere soprattutto le figure intermedie (impiegati, professioni commerciali e dei servizi) al centro del fabbisogno delle imprese: le previsioni quinquennali (2024-2028) parlano della necessità di 1/1,2 milioni di unità, il numero maggiore insieme al dato sul fabbisogno di operai (511/613 mila).
Nel dettaglio, il sistema Excelsior di Unioncamere evidenzia il fabbisogno di addetti alle vendite (200/180 mila), operai specializzati nel settore delle costruzioni (154/170 mila) e meccanici (45/53 mila) tra il 2024 e il 2028.
Nel corso del 2023, le imprese italiane lamentano difficoltà di reperimento del personale, soprattutto se qualificato, per il 45,1%, se micro e piccole imprese, e del 55,2% se imprese artigiane; e i dati sono in aumento nel 2024, con una quota di lavoratori difficilmente reperibili pari al 47,6% (Confartigianato, 2024).
Le cause della difficoltà di reperimento di risorse umane adeguate si riscontrano tanto nei limiti del sistema educativo quanto nella dinamica demografica legata all’invecchiamento della popolazione, che si traduce in riduzione del numero di persone in età lavorativa, e all’aumento dei flussi pensionistici e delle uscite dal mercato del lavoro. È evidente come ulteriori problematiche, quali la cosiddetta “fuga di cervelli”, possano tanto aggravare il fenomeno quanto richiedere una soluzione connessa ai flussi migratori in entrata nel paese.
LA SITUAZIONE IN REGIONE
Come sottolinea il rapporto annuale della Banca d’Italia del 2024 riguardante le economie regionali, e in modo particolare il Piemonte, nel corso del 2023 la regione presenta un saldo di crescita positivo (+0,9%). Nonostante non sia ancora riuscita a recuperare i numeri relativi all’occupazione pre-pandemia, dinamiche positive sono state riscontrate anche per quanto concerne il tasso di occupazione in rialzo nella popolazione tra i 15 e i 64 anni (+0,8%), tuttavia esso riguarda per lo più uomini con titolo terziario.
Con un calo degli inattivi (-17,6%) e delle persone in cerca di occupazione (-4,5%), il tasso di disoccupazione risulta al 6,2%, minore di 1,4 punti percentuali rispetto a quello del 2019. L’offerta di lavoro nel 2023 era più bassa di quella della media nazionale e di quella delle regioni del Nord, dato da inserire in un quadro in cui il tasso di attività femminile è minore della media Ue e di quella del Nord Italia, seppur superiore al dato nazionale. L’apparato economico piemontese presenta, in prospettiva, una competitività minore di quello delle altre regioni della penisola: alcuni comparti manifatturieri presentano, ad esempio, difficoltà e fragilità legate, in parte, alle sfide poste dalla elettrificazione dei motori e della digitalizzazione di veicoli e infrastrutture.
La popolazione piemontese invecchia e a confermarlo sono i dati sull’età media (pari a 47,8 anni nel 2023) e l’indice di vecchiaia, che nello stesso anno era del 225,5 a fronte del 193,1 nazionale. Recenti proiezioni dell’Istat mostrano che, a condizioni invariate, la popolazione in età di lavoro (15-64 anni) in Piemonte nel 2042 si sarà ridotta del 16,1%.
IL FABBISOGNO DI FORZA LAVORO IN PIEMONTE
Piemonte e Valle d’Aosta pesano, insieme, per il 7,5% nel fabbisogno totale italiano tra il 2024 e il 2028, corrispondendo a più di 287.000 unità, di cui circa 248.000 in sostituzione di personale in uscita. I dati più eloquenti a livello regionale sono presentati dal sistema Excelsior nelle sue previsioni trimestrali.
Tra settembre e novembre 2024, delle 1.344.270 aziende con dipendenti a livello nazionale, il 22% prevede entrate.
Il dato regionale del Piemonte non si discosta molto: il 24,1% delle 86.950 aziende piemontesi prevede entrate nel trimestre. Di queste, il 50,3% sono a Torino, il 14,5% sono a Cuneo, il 10,9% ad Alessandria, e il 9% a Novara, il resto sono tutte sotto il 5%. Si tratta perlopiù di piccole aziende con 1-9 dipendenti (40%) o 10-49 (29,9%). Minore è il numero di aziende di 50-249 dipendenti (11,4%), mentre quelle oltre i 250 dipendenti costituiscono il restante 18,7%.
Guardando le professioni più richieste da queste aziende in Piemonte nel trimestre, tra le 98.350 entrate previste la maggioranza, 11.190, riguardano esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione, 8.980 riguardano addetti alle vendite, 7.170 personale non qualificato nei servizi di pulizia, 6.640 personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci, 4.160 addetti alla segreteria e agli affari generali, 3.760 conduttori di veicoli a motore e a trazione animale, 3.280 operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, 3.190 tecnici della salute, 2.740 meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili, 2.550 professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali, 2.380 tecnici dei rapporti con i mercati.
Le difficoltà di reperimento riguardano maggiormente gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione, difficoltà registrata nel 45,6% dei casi per ridotto numero di candidati che, qualora presenti, sono raramente inadeguati (solo nel 12,8% dei casi). Difficoltà di reperimento marcate si registrano anche per i conduttori di veicoli, in cui pesa il ridotto numero di candidati nel 57% dei casi. Ridotto numero di candidati nella maggioranza delle entrate è registrato anche per gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (54,5%), dato da leggere congiuntamente a un alto tasso di inadeguatezza (21,4%); per meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili (59,8% difficoltà per ridotto numero, 18,5% per inadeguatezza dei candidati); e per l’operatore socio sanitario (63,1% difficoltà per ridotto numero).
Un ultimo dato interessante è quello che unisce il totale delle entrate 2023 per iper-settore e per capacità comunicativa in lingua italiana sul Piemonte: sul totale delle entrate, il 35,5% non richiedeva alcuna padronanza della lingua; l’11,1% richiedeva una conoscenza “bassa”; il 19,4% “medio bassa”; il 15,1% “medio alta”; e il 18,7% “alta”.
DICHIARAZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE CISL PIEMONTE, LUCA CARETTI, E DEL PRESIDENTE DI ANOLF E ISCOS PIEMONTE, PAOLO POZZO
“I dati dimostrano che – spiegano il segretario generale di Cisl Piemonte, Luca Caretti, e il presidente di Anolf e Iscos Piemonte, Paolo Pozzo –, sia a livello europeo che italiano e piemontese, per rispondere ai fabbisogni del mercato del lavoro, attuali e dei prossimi anni, sia necessario ricorrere a risorse umane qualificate provenienti da paesi extraeuropei. Questo significa lavorare in rete tra istituzioni, settore privato e parti sociali per attivare percorsi di formazione professionale nei paesi terzi che assicurino gli standard necessari in Italia e promuovere processi di mobilità per lavoro regolari e sicuri, in grado di rispondere alle necessità delle imprese e di rappresentare una opportunità reale per chi verrà a lavorare nel nostro paese”.
IL PROGETTO “SKILLNET”
Rafforzamento della migrazione circolare legale e qualificata attraverso la cooperazione tra Italia e Pakistan
Il progetto in breve
Il Progetto è implementato da ANOLF Piemonte, ISCOS e CISL Piemonte. L’obiettivo generale dell’azione è contribuire alla creazione di un contesto positivo alla migrazione per lavoro tra Pakistan e Italia, con particolare attenzione alla regione Piemonte. A tal fine, il progetto svilupperà un quadro concettuale come guida pratica per stabilire un percorso di mobilità legale tra Pakistan e Italia. L’iniziativa fornirà agli stakeholder pakistani supporto allo sviluppo delle capacità su competenze e requisiti linguistici per l’ingresso di lavoratori qualificati nel mercato del lavoro italiano, fornirà ricerche e metodologie che possano contribuire agli obiettivi dell’Unione Europea nella promozione del “Talent Partnership” e rafforzare il dialogo e la cooperazione tra Italia, Pakistan e potenzialmente altri Stati membri dell’UE su migrazione legale e mobilità per lavoro.
Il progetto si sviluppa su 3 assi: Ricerca, Coinvolgimento degli stakeholder e capacity building.
Ricerca: il progetto analizzerà i fabbisogni professionali nel mercato del lavoro italiano in relazione alla legislazione sulla migrazione e studierà i profili professionali più richiesti in regione Piemonte. Attraverso l’identificazione di incongruenze nella classificazione delle competenze tra Pakistan e Italia, il progetto vuole migliorare l’allineamento delle pratiche di riconoscimento delle qualifiche professionali a livello locale, nazionale e internazionale, incrementando così le prospettive di occupazione dei lavoratori pakistani nel mercato del lavoro italiano. Infine, il progetto elaborerà un quadro concettuale sulla migrazione legale e sulla mobilità tra Italia e Pakistan, offrendo una metodologia per l’incontro tra domanda e l’offerta di lavoro in linea con l’attuale quadro legislativo italiano ed europeo.
Coinvolgimento degli stakeholder: attraverso la mappatura degli stakeholder e le strategie di engagement in Italia e in Pakistan, il progetto identificherà gli attori chiave tra istituzioni governative, organizzazioni datoriali, agenzie di formazione professionale e organizzazioni della società civile. Il progetto si propone di gettare solide basi per una cooperazione duratura tra Pakistan e Italia attraverso la promozione di un approccio comune al riconoscimento delle qualifiche professionali e lo scambio di buone pratiche.
Capacity building: attività di capacity building e workshop tematici mirano a migliorare la condivisione delle conoscenze e la collaborazione tra le controparti italiane e pakistane sulla mobilità per lavoro e sul riconoscimento delle competenze. A tale fine, il progetto organizzerà una serie di webinar di formazione per gli stakeholder pakistani che si occupano di formazione professionale, competenze e loro classificazione.