Cgil Cisl Uil chiedono l’immediata operatività del Comitato Regionale su salute e sicurezza dei lavoratori

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A seguito della stipula del protocollo firmato il 23 marzo scorso tra sindacati confederali e di categoria ed il Ministro della Salute, che disciplina le condizioni di sicurezza di lavoratori ed utenti che operano in sanità e nel socio-sanitario, abbiamo fatto richiesta di insediamento del Comitato Regionale di Sanità, previsto dal protocollo. Nella giornata di ieri si è svolta la videoconferenza tra le organizzazioni sindacali confederali e di categoria di CGIL CISL UIL e – assenti i due assessori Icardi e Caucino – il Direttore generale dell’Assessorato alla Sanità Dott. Aimar, il Dott. Testa e il Dott. Ripa, cui gli assessori hanno demandato il compito di rappresentarli.

Le confederazioni, congiuntamente alle categorie del pubblico impiego, hanno dovuto ribadire, unitariamente, che l’ordine del giorno della videoconferenza verteva sulla costituzione del Comitato Regionale Sanità, e che l’assenza della parte politica risultava incomprensibile. Durante gli interventi che si sono susseguiti abbiamo, con chiarezza, illustrato la situazione critica in cui versano i Presidi ospedalieri e le RSA. In particolare ci siamo soffermati sulla necessità di avviare nuove assunzioni, di personale medico sanitario e OSS, per far fronte all’emergenza Covid-19 e l’individuazione di risorse economiche da destinare al salario accessorio del personale in forza nel SSR.

Per le RSA, a seguito della denuncia da parte delle categorie dei dati relativi ai decessi e contagi, CGIL CISL UIL Confederali hanno richiesto l’immediata operatività del Comitato Regionale per pervenire all’individuazione di un Protocollo unico sanitario regionale condiviso, che metta a sistema la distribuzione dei DPI in sanità e nel settore socio sanitario, l’effettuazione dei tamponi e test di screening a tappeto su ospiti e operatori, in particolare per tutto quel personale sanitario e socio sanitario sottoposto a quarantena e in attesa del secondo tampone per rientrare in servizio, linee guida su tutto il territorio regionale delle azioni da intraprendere per il trattamento dei pazienti, inseriti in RSA, personale Covid accertato e presunto, compreso le condizioni e protocolli di isolamento.

L’individuazione di parametri gestionali diversi da quelli della DGR 85/2010, a totale carico della sanità, la realizzazione di una unità di controllo, in ogni singola ASL, che verifichi la effettiva realizzazione all’interno delle RSA, di ogni azione individuata dal Protocollo unico sanitario. A tal proposito abbiamo ribadito che la lotta contro l’emergenza Covid-19 è un problema di salute pubblica che riguarda anche le RSA, i loro ospiti e il personale, ed è in capo alla Regione Piemonte la responsabilità di un tempestivo intervento. Purtroppo abbiamo dovuto rilevare un atteggiamento non collaborativo da parte regionale e non disponibile ad un confronto proficuo, volto a trovare soluzioni concrete ai tanti problemi esposti. A conclusione dell’incontro i sindacati hanno richiesto la convocazione urgente del Comitato regionale di Sanità e nel contempo provvederanno a redigere un Protocollo per l’attuazione dell’addendum del 23 marzo scorso da presentare alla Regione Piemonte.

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