Corsa contro il tempo per evitare la messa in liquidazione della Newco Cerutti srl e la perdita di 290 posti di lavoro
È una corsa disperata contro il tempo quella di istituzioni, curatori fallimentari e sindacati per salvare dal baratro il Gruppo Cerutti srl, la Newco creata a settembre del 2020 in seguito al fallimento di Officine Meccaniche Giovanni Cerutti Spa di Vercelli e Cerutti Packaging Equipment Spa di Casale Monferrato (in totale 290 dipendenti). Il 16 febbraio scorso l’azienda ha comunicato alle organizzazioni sindacali il blocco della produzione nello stabilimento di Casale Monferrato e il conseguente ricorso alla cassa integrazione a zero ore per Covid fino al 31 marzo per tutti i 130 lavoratori dell’impianto.
A prendere questa decisione sono stati i due curatori fallimentari Ignazio Arcuri e Salvatore Sanzo. I due esperti nominati dal Tribunale, dopo aver verificato le continue e preoccupanti perdite economiche del Gruppo, hanno avviato l’iter di messa in liquidazione della Newco, nata lo scorso anno sulle ceneri delle precedenti società. Se entro il prossimo 20 marzo non ci saranno offerte da parte di nuovi investitori, disposti a rilevare il gruppo, le procedure avviate dai commissari porteranno alla restituzione dei rami di azienda alle concedenti Fallimento Officine Meccaniche Giovanni Cerutti Spa e Fallimento Cerutti Packaging Equipment Spa. In questo modo anche per i 130 lavoratori della Nweco di Casale Monferrato si aprirebbe la procedura di esubero come già avvenuto la scorsa estate per gli altri 160 colleghi dell’impianto vercellese, in cassa integrazione fino a fine marzo. Dopo il blocco della produzione nel sito di Casale Monferrato, le rsu aziendali e le federazioni dei metalmeccanici territoriali hanno presidiato in via permanente lo stabilimento e promosso incontri con le istituzioni locali.
Nell’ultima riunione in videoconferenza di qualche giorno fa con l’assessore regionale al Lavoro, Chiorino, i sindaci di Vercelli e Casale Monferrato, Corsaro e Riboldi e i due curatori fallimentari, le organizzazioni sindacali Fim Fiom Uilm di Vercelli e Alessandria hanno chiesto, oltre a un forte impegno per la tutela dei siti produttivi di Vercelli e Casale, dei posti di lavoro e del marchio, l’apertura di un tavolo al Mise e al Ministero del Lavoro e nuovi ammortizzatori sociali per i 290 lavoratori coinvolti. I curatori fallimentari hanno fatto sapere che ci sono state alcune manifestazioni di interesse per l’azienda casalese anche se al momento non si sono tradotte in proposte concrete. L’assessore regionale la Lavoro, Elena Chiorino, ha ribadito la vicinanza della Regione ai lavoratori e l’impegno della Giunta per sostenere i lavoratori anche nelle sedi ministeriali.
Lino Palma, operatore della Fim Cisl Alessandria Asti, presente all’incontro che si è svolto in video conferenza, ha invece sottolineato la necessità di cambiare passo. “Occorre – ha detto l‘esponente Fim – un piano industriale credibile, in forte discontinuità con il passato, in modo da rilanciare il marchio e l‘immagine dell’azienda che, nonostante le commesse dichiarate, ha mostrato parecchie falle nella gestione. Le competenze e le professionalità ci sono per un nuovo progetto in grado di riassorbire anche i lavoratori del sito vercellese dichiarati in esubero”. (Da Conquiste del Lavoro del 5 marzo 2021)
Rocco Zagaria