Case popolari, i sindacati: “Regione Piemonte poco coraggiosa”

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Martedì 23 gennaio 2024, dopo gli approfondimenti fatti in 2^ commissione, inizia in consiglio Regionale la discussione sulle modifiche proposte dalla Giunta Regionale alla legge sull’edilizia popolare.

Ci aspettiamo da parte della Regione delle scelte coraggiose per avere uno strumento legislativo che meglio risponda ai bisogni dei cittadini piemontesi, scelte che abbiamo proposto nell’audizione in 2^ commissione, tra le altre quella decisiva: stanziare, in modo certo e tutti gli anni, una quota importante di risorse economiche per aumentare la dotazione di alloggi e gestire il costo del fondo sociale.

Nella nostra Regione siamo di fronte ad affitti da record e mutui troppo cari: siamo in piena emergenza abitativa.

La crisi economica sta impoverendo molte famiglie in modo particolare quelle in affitto, e la questione casa, che rappresenta un diritto primario e di cittadinanza, sta esplodendo come grave problema sociale.

Non riuscire a pagare un affitto oggi è un’emergenza che non riguarda solo i più poveri, ma anche le fasce intermedie, ossia chi ha un reddito alto per accedere all’edilizia residenziale pubblica, ma che tuttavia non può far fronte ai canoni di affitto stabiliti dal mercato.

I dati resi pubblici dal Ministero dell’Interno ci dicono che nel 2022 sono stati eseguiti in Piemonte 4.069 sfratti (1.887 a Torino) su 10.350 richieste di esecuzione, 3.775 per morosità spesso incolpevole.

Negli ultimi anni le assegnazioni di alloggi popolari non sono bastate a soddisfare il 15% delle richieste. In questo contesto, è assolutamente decisivo mettere in cantiere, politiche abitative che siano in grado di aumentare e risanare il patrimonio di edilizia sociale. Sono circa 4.000 gli alloggi sfitti non assegnabili perché hanno bisogno manutenzioni straordinarie.

Sembra Invece che la giunta riproponga scelte che non affrontano in modo concreto e decisivo il tema dell’edilizia pubblica e del suo indispensabile ampliamento, anzi ci preoccupa l’idea che sta prendendo piede tra gli amministratori pubblici che, considerata la scarsità degli alloggi pubblici, pensano di proporre, quale unica soluzione, la restrizione dei criteri per l’accesso e la permanenza nelle case popolari.

Sarebbe un tragico errore e i quartieri popolari diventerebbero dei veri e propri ghetti con tutti i problemi sociali che ne deriverebbero.

Ci auguriamo che il dibattito in Consiglio e le decisioni conseguenti accolgano le nostre considerazioni e le nostre richieste.

Cgil Cisl Uil Piemonte – Sunia Sicet Uniat Piemonte

 

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