Per Cgil Cisl Uil e Sunia Sicet Uniat regionali: “Non si tratta di chi accede per primo alle case popolari, ma che ci siano alloggi per tutti coloro che ne hanno bisogno”.
Ritorna il tema dell’assegnazione delle case popolari. In Piemonte aumentano i poveri, molti hanno perso il lavoro o sono in cassa integrazione e a marzo scadrà il blocco dei licenziamenti. La crisi economica che si protrae da oltre un decennio e le conseguenze sul comparto abitativo dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid –19 hanno determinato un aumento degli sfratti per morosità incolpevole. Per garantire a chi ne ha maggiormente bisogno un bene primario come la casa non servono le uscite estemporanee. Sono invece necessari interventi strutturali che garantiscano a tutti affitti economicamente sostenibili e, per le fasce più deboli, l’accesso all’edilizia residenziale pubblica.
L’Assessore sa bene che in Piemonte mancano le case popolari, l’edilizia pubblica, che rappresenta in Piemonte circa il 2,5% del patrimonio immobiliare complessivo, contro il circa 5% della media nazionale è largamente insufficiente a rispondere al fabbisogno delle famiglie piemontesi. Infatti negli ultimi anni le assegnazioni di alloggi erp non sono arrivati a soddisfare il 15% delle domande, a Torino l’ultimo bando ha raccolto quasi 7.000 domande e le assegnazioni non arrivano a 500 all’anno. Per questo è fuorviante e inutile l’annuncio dell’Assessore Caucino, “prima la casa ai piemontesi”. In questo contesto è assolutamente decisivo mettere in cantiere politiche abitative che siano in grado di aumentare e risanare il patrimonio di edilizia sociale. Per farlo è necessario utilizzare tutte le risorse nazionali, aggiungendo risorse regionali; rendere efficienti le ATC completando le piante organiche e dirigenziali in modo che siano in grado di amministrare al meglio il patrimonio, riducendo i tempi delle manutenzioni e delle assegnazioni, (troppi alloggi rimangono vuoti e inutilizzati per troppo tempo).
È inoltre decisivo sostenere le famiglie in affitto nel settore privato per evitare che vengano sfrattate e facciano domanda di un alloggio popolare. La nostra regione è in forte ritardo perché nonostante gli oltre 12 milioni di euro stanziati dal Governo per il fondo sostegno affitti 2020 nessuno sa quando la regione emetterà il bando.
Chi ha responsabilità istituzionali deve cercare, e non sfuggire come fino ad oggi avvenuto, il confronto con le parti sociali ed economiche. Solo in questo modo sarà possibile individuare le soluzioni migliori per uscire dalla tremenda crisi che attanaglia il Piemonte e l’Italia.
Sono mesi che CGIL-CISL-UIL e SUNIA-SICET-UNIAT chiedono di essere convocati dall’Assessore Chiara Caucino per un confronto su questi temi, (alleghiamo il nostro documento), inutilmente. Ci permettiamo di insistere chiedendo nuovamente di essere convocati a breve.