Casa, in Piemonte servono 30mila alloggi in più per le famiglie

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case popolari Casa, in Piemonte servono 30mila alloggi in più per le famiglie

Nel 2022 sono stati eseguiti in regione 4.069 sfratti, di cui 1887 a Torino. I sindacati: “Rivedere la legge regionale”

“La crisi economica e soprattutto l’aumento dei prezzi, causato dall’inflazione, sta impoverendo una parte delle famiglie e la questione casa, che rappresenta un diritto primario e di cittadinanza, sta esplodendo in tutta la sua gravità. Le persone, le famiglie sono più povere e non riescono a pagare l’affitto. L’emergenza non riguarda solo i più poveri, ma anche le fasce intermedie, quelle con un reddito troppo alto per accedere all’edilizia residenziale pubblica, ma che non ce la fanno più a far fronte ai canoni del mercato privato”. Lo denunciano i sindacati regionali degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat e Cgil Cisl Uil che hanno promosso sotto la Mole un incontro pubblico al quale hanno invitato i principali interlocutori istituzionali, tra cui l’assessore regionale alla Casa, Chiara Caucino, e il presidente di Atc Piemonte Centrale, Emilio Bolla, per lanciare l’allarme e chiedere risposte immediate.
I dati recenti del Ministero dell’Interno dicono che nel 2022 sono stati eseguiti in Piemonte 4.069 sfratti (1.887 a Torino) su 10.350 richieste di esecuzione, 3.775 per morosità spesso incolpevole. E nelle scorse settimane anche gli studenti sono tornati nuovamente a manifestare con le tende di fronte alle Università per denunciare le carenze di alloggi e i costi elevati degli affitti. Secondo i sindacati, solo in Piemonte servono almeno 30mila unità abitative.
“Una riforma della legge regionale del 2010 – dicono all’unisono le organizzazioni sindacali – non è più rinviabile. La risposta ai bisogni abitativi sono più risorse, riqualificazioni, e non un ulteriore consumo di suolo e la svendita dell’attuale patrimonio pubblico. Occorre aumentare l’offerta di edilizia pubblica anche per andare incontro a una fascia grigia in continua crescita, con reddito troppo alto per accedere all’edilizia residenziale pubblica”.
C’è poi il tema delle manutenzioni, con 4mila alloggi vuoti e attualmente non assegnabili. “L’edilizia residenziale pubblica – sottolinea l’assessore regionale alla Casa, Chiara Caucino – deve rispondere alle fragilità e non lo sta facendo in modo ottimale perché non è presente l’integrazione dei servizi. Bisogna non solo dare una casa alla persona fragile, ma accompagnarla sotto tutti gli aspetti della vita. È un dato di fatto che non ci siano case popolari sufficienti e concordo che a livello nazionale serva un piano casa serio. Iniziamo a ragionare su questo e sulle manutenzioni”.
Per il segretario regionale della Cisl, Gianni Baratta “Non possiamo perdere l’occasione del Pnrr per la rigenerazione urbana, in un Piemonte che invecchia e in cui i giovani cercano una sistemazione. E bisogna rilanciare il premio fiscale per chi propone case a canone concordato”.
Il segretario regionale del Sicet, anche lui di nome Giovanni Baratta, pone l’accento sulla necessità di maggiori risorse per le case popolari. “La nuova legge regionale che si sta discutendo in Consiglio regionale – sottolinea il segretario regionale del Sindacato inquilini della Cisl –
e che prevede la vendita di immobili di edilizia pubblica deve essere cambiata. Bisogna fermare questa vendita perché non ci sono case a sufficienza”. Le domande per l’assegnazione di una casa popolare superano di gran lunga la loro disponibilità. Solo a Torino ci sono circa 12mila richieste, ma si riesce a soddisfarne solo 500-600. I sindacati lamentano anche l’azzeramento da parte del governo del fondo per morosità incolpevole che porterà con ogni probabilità a una nuova ondata di sfratti. I soldi del Pnrr destinati a nuova edilizia pubblica in regione ammontano a circa 37 milioni di euro. Ma bisogna fare in fretta prima che sia troppo tardi per tante famiglie in difficoltà. (da Conquiste del Lavoro del 19 ottobre 2023)
Rocco Zagaria

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