Il Piemonte ai primi posti in Italia per mesotelioma maligno da amianto: 16 comuni della regione tra i cento siti nazionali contaminati. Baratta e Celestino (Cisl):“Serve bonificare al più presto il territorio per evitare altre vittime”.
Le vittime da amianto sono purtroppo in continuo aumento. Ogni anno si registrano in Italia mediamente 1500 casi di mesotelioma pleurico e altri 1500 tumori polmonari derivanti dalle fibre di amianto. Le previsioni degli esperti indicano nel 2022 il picco di vittime provocate da queste malattie. Sulla base di questi dati e continuando un lavoro di sensibilizzazione ultra ventennale, le organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL hanno rilanciato un’azione di mobilitazione sul tema amianto – sviluppata a livello nazionale e locale – in materia di bonifica del territorio, ma anche sul versante sanitario (richiesta di sorveglianza sanitaria continua) e previdenziale (richiesta di uscita anticipata dal lavoro per i lavoratori esposti).
In regione la situazione è ancora più grave e non riguarda solo i lavoratori professionali – coloro cha hanno lavorato l’amianto – ma anche i cittadini comuni. Se in Italia le patologie di provenienza ambientale sono una su dieci, in Piemonte risultano 1 su 4, e a Casale Monferrato addirittura 6 su 10. “L’alta incidenza delle malattie ambientali rende ancora più urgente la bonifica dei siti contaminati da amianto – dicono Gianni Baratta e Aldo Celestino della Cisl Piemonte – perché, secondo la mappatura dell’ARPA, i siti regionali contaminati sono circa 120.000 con circa 60 milioni di metri quadrati di territorio interessati”.
Per Casale Monferrato – il comune piemontese più contaminato e con il più alto numero di vittime – che fa parte dei SIN (Siti di Interesse Nazionale), sono previsti dal 1998 finanziamenti e misure per la tutela della salute e alla bonifica ambientale. Altro Sito di interesse nazionale è l’ex miniera di Balangero. “Purtroppo non sono casi isolati – proseguono gli esponenti Cisl Baratta e Celestino – perché nel Renam (Registro nazionale dei mesoteliomi) troviamo ben 16 comuni piemontesi tra i primi 100 d’Italia per incidenza di mesotelioma maligno”.
Oltre a Casale Monferrato, che risulta al primo posto assoluto in Italia come territorio contaminato dalle fibre di amianto e come vittime, abbiamo Collegno al 14° posto, Grugliasco al 19°, Ciriè al 20°, Chivasso al 28°, Verbania al 29°, Alessandria al 33°, Fossano al 34°, Vercelli al 38°, Settimo Torinese al 43°, Torino al 51°, Moncalieri al 63°, Biella al 78° e Asti al 79° posto. La Regione Piemonte stima che per bonificare l’intero territorio regionale servano risorse per un miliardo di euro. Il prossimo 12 novembre ci sarà un incontro tra gli assessori alla Salute e all’Ambiente della Regione Piemonte e i sindacati per una verifica puntuale dello stato di avanzamento del Piano regionale Amianto 2016/2020 e per rimuovere gli ostacoli di natura finanziaria e politica, che rallentano il processo di avanzamento degli obbiettivi previsti. Mentre il prossimo 6 novembre è in programma, a Roma, un presidio nazionale, sotto la sede del Ministero del Lavoro, per richiamare l’attenzione del governo su questo tema. Analogo confronto è previsto con l’Anci perché uno dei temi cardini è l’individuazione delle discariche.
“Per queste ragioni – concludono Gianni Baratta e Aldo Celestino della Cisl Piemonte – è urgente metter insieme tutti i soggetti interessati che, con le opportune risorse finanziarie del governo e della regione, possa accelerare il processo di bonifica, in coerenza anche col mandato del Parlamento Europeo che impegna gli Stati dell’Unione a liberare l’Europa dall’amianto entro il 2028”. r.z