Si è svolto oggi il Consiglio generale della Fai Cisl Piemonte, con il sub reggente della Fai regionale Alessandro Anselmi, il Segretario generale della Fai nazionale Onofrio Rota e il Segretario generale della Cisl Piemonte Alessio Ferraris.
La giornata si è aperta con l’intervento di Ludovico Ferro, della Fondazione Fai Cisl Studi e Ricerche, che ha presentato un rapporto di ricerca sull’agroalimentare e l’ambiente in Piemonte.
Un focus dettagliato sulle vocazioni produttive, da cui emerge che nel territorio piemontese nonostante un saldo negativo nel triennio 2015-2017, con oltre 6.000 aziende in meno, il settore dell’industria alimentare risulta sostanzialmente stabile, con anzi un leggero saldo positivo.
Dagli ultimi dati disponibili risulta che le imprese attive nell’industria alimentare in Piemonte sono 3.872 (-0,3% sul 2016 e +3,1% sul 2010), pari al 10,4% sul totale della regione, posizionandosi così al 6° posto in Italia. A livello regionale, nel 2017 il numero più alto di aziende del settore si registra nelle province di Torino con 1.669 imprese attive (-0,2% sul 2016) e Cuneo con 932 (+0,1%). Seguono Alessandria con 426 (+1,2%), Asti con 235 (-2,5%), Novara con 213 (-2,3%), Vercelli con 167 (-3,5%), Biella con 127 (+0,8%) e Verbano-Cusio-Ossola con 103 (+1%).
Alessandro Anselmi ha esposto un progetto di rilancio della federazione regionale: “Bisogna crescere senza pressapochismo, la qualità del nostro operato deve essere il segno distintivo della Fai sul territorio, per dare a lavoratrici e lavoratori risposte puntuali e servizi all’altezza dei bisogni”. Al centro del suo intervento, il rilancio della bilateralità e di un piano formativo dedicato a rsu e dirigenti: “Nessuno può sentirsi mai arrivato, abbiamo tutti bisogno di crescere con costanza e lungimiranza, e la formazione serve a questo, a creare sindacalisti al passo con i tempi, con le sfide dell’impresa 4.0, con un’agricoltura che cambia, con realtà economiche molto differenziate tra loro per vocazione, storia, scelte amministrative”.
Sulle scelte economiche del governo si è soffermato il Segretario generale della Cisl Piemonte Ferraris: “La grande manifestazione di Cgil Cisl e Uil del 9 febbraio scorso a Roma – ha affermato – era servita per rimarcare le cose mancanti nelle misure economiche del governo, ora continuiamo con la nostra autonomia a valutare le attuali decisioni, e ci preoccupano, a cominciare dal Def, su cui va fatta un’operazione verità”. “Va detto anzitutto – ha spiegato Ferraris – che i miliardi che servono per la flat tax li pagano le persone. Ci preoccupa l’indebitamento del Paese, l’aumento della spesa per gli interessi, che continuando su questa strada doppierà presto quella per scuola e istruzione. Mancano inoltre le risorse per la crescita, gli incentivi per le aziende che innovano”.
Preoccupazioni confermate dal Segretario generale della Fai Cisl Onofrio Rota, che concludendo il Consiglio ha ricordato anche il dibattito in corso sul salario minimo: “I contratti nazionali ci sono e vanno rispettati, la politica più che del salario minimo dovrebbe occuparsi dei 600 contratti fatti dentro studi privati privi di rappresentanza, contratti che praticano il dumping e danneggiano i lavoratori e le imprese più virtuose”. In un passaggio Rota si è soffermato anche sul settore agricolo, già alle prese con fenomeni di lavoro irregolare e caporalato, “per questo aver ampliato i voucher è stato un grave errore”. Ampio spazio è stato dedicato al percorso avviato verso il rinnovo dei contratti nazionali dell’industria alimentare e delle cooperative di trasformazione. “Vanno aggiornati – ha detto tra l’altro il leader della Fai – ad esempio superando la classificazione tra operai e impiegati, perché i livelli professionali e le mansioni assegnate sono cambiati, e fare innovazione contrattuale su questo vuol dire valorizzare il lavoro di qualità e rilanciare la produttività”.
Rossano Colagrossi – Ufficio Stampa Fai Cisl Nazionale
(Foto Rocco Zagaria)