“Come farà la Germania, bisogna ripartire in Italia da lavoro, fisco e famiglia con un agenda di Governo espansiva”. E’ quanto propone con un intervento sul quotidiano “Avvenire” la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan. “L’accordo di governo per una grande coalizione in Germania è la dimostrazione di unita’ di intenti, di serietà e di coesione sociale che dovrebbe essere presa in questa fase come un esempio da tutti gli schieramenti politici italiani”, scrive la Furlan che sottolinea come la Germania punti a rilanciare il ruolo dello stato sociale, aumentare gli aiuti alle famiglie più deboli con bambini, investire nel sistema della formazione e della ricerca, garantendo anche l’accoglienza ai migranti.
“La Germania spenderà circa 46 miliardi in più nei prossimi quattri anni, restitutendo dal bilancio pubblico più risorse alle famiglie. Lo farà con una seria politica fiscale redistributiva, con più investimenti pubblici e politiche sociali, senza cifre vaghe e senza deficit, con progetti per sostenere la natalità, l’alternanza scuola-lavoro per gli studenti, la digitalizzazione e portando il finanziamento per la ricerca al 3,5 del prodotto lordo”, aggiunge la leader della Cisl che indica nei rilancio del dialogo sociale la chiave dello sviluppo anche nel nostro paese, con un impegno collettivo delle istituzioni, delle imprese e del sindacato.
“Nessuno può pensare di essere autosufficiente o di farcela da solo. E non servono nuove norme dirigistiche calate dall’alto, come la proposta di un salario minimo per legge che rappresenta un “vulnus” ed una involuzione nelle l relazioni industriali, visto che più dell’80 per cento dei lavoratori in Italia oggi è già coperto dalla contrattazione”, ammonisce la Furlan. “Questo è uno dei terreni specifici della soggettività autonoma del sindacato, come contiamo di fare anche con l’accordo sul nuovo sistema contrattuale che speriamo di siglare nei prossimi giorni con la Confindustria”. Per la leader della Cisl, il lavoro per i giovani si crea favorendo una maggiore crescita economica del paese, con una politica industriale innovativa e rispettosa dell’ambiente e cambiando a livello europeo le regole troppo rigide del fiscal compact in modo da consentire maggiori investimenti pubblici in infrastrutture, ricerca, innovazione, tutela del territorio.
“Bisogna ricomporre le antiche fratture occupazionali, sociali ed infrastrutturali tra il Nord ed il Sud, un tema finora completamente assente nella campagna elettorale italiana, superando tutti quei veti politici, burocratici e culturali che ostacolano la costruzione trasparente e rapida delle opere pubbliche”, aggiunge ancora la Furlan. “Dobbiamo tutti porci l’obiettivo di far decollare finalmente le politiche attive del lavoro ed una vera alternanza scuola- lavoro in modo da incrociare la domanda con l’offerta dei nuovi lavori. Ed approvare finalmente una normativa che favorisca la partecipazione dei lavoratori non solo ai risultati aziendali ma anche nell’indirizzo e nel controllo degli investimenti delle imprese”.
Per la Furlan, il futuro Governo “dovrà continuare anche a detassare gli accordi aziendali, riducendo le tasse anche sui fondi contrattuali e previdenziali, in modo da sdoganare per gli investimenti quei duecento miliardi di fondi contrattuali e previdenziali che oggi vengono investiti prevalentemente all’estero. L’ obiettivo deve essere una riforma fiscale funzionale allo sviluppo ed alla contrattazione, attraverso un taglio strutturale delle aliquote fiscali, partendo dai ceti più deboli, in modo da alzare i salari e le pensioni, premiare le imprese che assumono, combattere l’evasione attraverso l’introduzione del contrasto d’interesse, come avviene negli Stati Uniti”.
Ufficio Stampa nazionale Cisl