A Novi Ligure la prima Giunta regionale “aperta” sul lavoro con Cgil Cisl Uil e Confindustria Piemonte. Il presidente Cirio: “Servono risposte concrete ai lavoratori”

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A Novi Ligure la prima Giunta regionale “aperta” sul lavoro con Cgil Cisl Uil e Confindustria Piemonte. Il presidente Cirio: “Servono risposte concrete ai lavoratori”

La Giunta regionale, guidata da Alberto Cirio, ha annunciato l’istituzione una “cabina di regia” per monitorare e gestire le crisi aziendali.

Giunta regionale con Cirio“Come Giunta sappiamo di dover pedalare tanto e lo faremo con energia, consapevoli che il Piemonte ha bisogno di un’altra velocità. Per questo motivo assumiamo un impegno preciso: dare ai lavoratori risposte concrete e non solo solidarietà, perché con la solidarietà non si mangia”:il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha concluso con queste dichiarazioni la prima Giunta monotematica dedicata al lavoro, che si è svolta oggi al Museo dei Campionissimi di Novi LigureLa città alessandrina, scelta come simbolo per casi emblematici come Pernigotti e Ilva, ha ospitato la prima delle Giunte “aperte” con cui il nuovo governo regionale intende affrontare i temi strategici per il Piemonte.

Presente accanto al presidente e alla squadra degli assessori anche il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, oltre ai rappresentanti del mondo istituzionale, sindacale e produttivo: Gian Paolo Cabella, sindaco di Novi Ligure, i segretari generali del Piemonte di Cgil Massimo Pozzi, Cisl Alessio Ferraris, Uil Giovanni Cortese, e il presidente di Confindustria Piemonte Fabio Ravanelli.

 “Le nostre eccellenze produttive e la professionalità di chi ha contribuito a renderle tali devono essere tutelate e restare in Piemonte – ha sottolineato il presidente Cirio -, non possono essere preda di imprenditori che vengono ad acquisire nostri marchi famosi, prendono finanziamenti e poi vanno a produrre all’estero con qualità minore. Gli aiuti che arrivano da enti pubblici devono rimanere legati al territorio”. “Lamento l’arroganza di chi non vuole nemmeno prendere in considerazione imprenditori decisi a investire su Pernigotti, marchio storico che diremo con fermezza che non può lasciare Novi – ha dichiarato Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro -. L’azienda deve rimanere una, e tutti i soggetti devono fare sistema per far capire che non ci possono essere imprenditori stranieri che vengono in Italia per prelevare i nostri marchi. Noi – ha aggiunto – siamo per la Torino-Lione, perché dove ci sono infrastrutture c’è più scambio di merci, che può dare risultati sul versante occupazionale”.

 L’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano, si è soffermato sul fatto che “per andare alla conquista di nuovi mercati, dando fiducia agli imprenditori, la Regione deve tornare a programmare con cadenza pluriennale, compiendo un salto di qualità importante. Occorre anche potenziare le esperienze di tecnologia che si fondono con la cultura del territorio e lo fanno diventare autosufficiente. Ci sono distretti che stanno facendo questo sforzo, come l’aerospazio. Per arrivarci stiamo analizzando il nostro prodotto interno lordo, per capirne i punti di forza e debolezza”. Elena Chiorino, assessore al Lavoro, ha annunciato che chiederà al Ministero per lo Sviluppo economico “le motivazioni per cui, dopo tre mesi di trattativa serrata, è saltata la cessione del ramo gelati della Pernigotti. Saremo determinati e caparbi – ha aggiunto – per capire quali potranno essere gli interventi più incisivi al fine di tutelare il marchio e il futuro dei lavoratori”. L’assessore ha poi annunciato “la formalizzazione in Regione di una cabina di regia per la gestione e il monitoraggio delle situazioni di crisi prima che si manifestino apertamente”.

 A portare la sua testimonianza anche Piero Frescucci, lavoratore della Pernigotti e rappresentante delle Rsu: “I nostri problemi derivano dall’intransigenza di una proprietà che non ha saputo valorizzare un marchio presente da 160 in Italia e nel mondo e sta prendendo in giro istituzioni e dipendenti. Chiediamo aiuto di tutti, deve esserci compattezza. Basta dare alibi ai proprietari”. Massimo Pozzi, segreterio generale Cgil Piemonte ha commentato: “Sanità, logistica e infrastrutture, manifattura industriale sono gli elementi strategici sui quali la Regione può avere un ruolo determinante. La sanità è un settore nel quale i livelli di innovazione sono continui ed accelerati ed è un grande volano economico. Nel comparto della logistica il sud del Piemonte può essere il retroporto che permette al nord-ovest di competere con i porti del nord Europa. Nell’industria manifatturiera si deve rafforzare il comparto produttivo dell’auto, con scelte politiche che aumentino gli investimenti privati e pubblici nell’automotive”. 

Alessio Ferraris, segretario generale Cisl Piemonte: “Serve un nuovo Patto regionale, perché c’è bisogno del contributo di tutti per rilanciare un territorio che, nonostante le difficoltà, ha grandi potenzialità e competenze. Occorre intervenire non solo sulla quantità ma sulla qualità del lavoro, favorendo una attenta riqualificazione e formazione dei lavoratori e puntando su fattori fondamentali come l’innovazione e le nuove tecnologie. Occorre infine fare squadra per la realizzazione delle infrastrutture, andando oltre le appartenenze politiche. Il rilancio del Piemonte passa soprattutto da un nuovo modo di lavorare e stare insieme”. Giovanni Cortese, segretario regionale Uil Piemonte: “Mancano nuove assunzioni tra i giovani, mentre gli ultra 55enni sono costretti a continuare a lavorare a causa del prolungamento dell’età lavorativa. Emblema della situazione generale è il fatto che Torino e altri 100 Comuni circostanti siano stati riconosciuti area di crisi complessa. Le multinazionali sono libere di incamerare finanziamenti pubblici e non avere vincoli sull’occupazione. Pernigotti si inserisce nel clichè di chi compra un marchio ed è insensibile agli effetti che provoca sui lavoratori e sulla qualità dell’azienda”. Fabio Ravanelli, presidente Confindustria Piemonte ha aggiunto: “Il mondo delle imprese piemontesi guarda al nuovo Governo regionale con grandi aspettative per la responsabilità che lo attende. In questi anni il Piemonte è stato colpito dalla crisi più duramente delle altre aree dell’Italia settentrionale e la crescita si è fermata. Situazioni come quella della Pernigotti sono specchio di questo declino, che ha provocato crisi aziendali e deindustrializzazione, e vanno combattute con un cambio di passo della politica”.

Ufficio Stampa Giunta Regionale

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