Un minuto è già troppo
Quel giorno…
Quel giorno è iniziato come tutti gli altri, alle 5 del mattino, la stessa routine da 15 anni a questa parte. D’altronde ognuno dei miei circa 300 colleghi impegnati ogni giorno a raccogliere l’immondizia nelle periferie piemontesi, sanno esattamente quali sono le prassi prima di prendere i mezzi e uscire al mattino presto, tanto presto che neanche il sole si è levato e tutt’intorno è ancora buio e assopito.
Io, in questo caso, sono lì come “addetto”, quindi dipendo, come percorso, dall’autista del mezzo.
D’altro canto sono le uniche ore fresche della giornata. A luglio già alle 8 di mattina il caldo si fa sentire.
Poco dopo siamo già nel pieno delle attività, tra stradine periferiche, poco trafficate, e strade che ben presto si riempiono di persone in preda alla fretta quotidiana per raggiungere i propri luoghi di lavoro.
Stress …
È un problema risaputo questo: quando uno ha fretta c’è sempre un camion dell’immondizia che ostruisce il passaggio.
Non è la prima volta che ci capita di subire gli sfoghi delle persone, spesso frustrate o mal disposte perché prese dai loro mille impegni; capita neanche troppo di rado, di sentirsi gridare dietro: “Togliti di mezzo!” o “Sti spazzini di m…”, ma solitamente non è mai nulla che un confronto educato non possa disinnescare. Tranne oggi.
A un certo punto …
Arriviamo con il collega in un viale centrale di un paese del Piemonte dove siamo stati assegnati. Un viale a senso unico con una grande passeggiata pedonale nel mezzo, sono circa le 7 e i primi lavoratori approdano nelle carreggiate. Ci accostiamo, per quanto possibile, attivando la segnaletica del caso prima di avvicinarci all’ennesimo contenitore della carta della giornata da svuotare. Quasi immediatamente sento un clacson impaziente strombazzare dietro di me, sorpreso mi giro e vedo scendere da un mezzo dietro al camion un energumeno furente che, imprecando ad alta voce, avanza a passo deciso verso di me.
Neanche il tempo di provare l’opzione del dialogo che vengo malmenato bruscamente. In quei momenti non sai neanche dove rivolgere lo sguardo: poca la gente per i marciapiedi, qualche macchina che rallenta quasi per “godersi” la scena. Sembra quasi che le persone in qualche maniera sostengano il bruto che non lesina di sfogare le mani contro di me, mentre il mio collega decide di non rischiare, guardandosi bene dallo scendere dal camion.
Dura pochi secondi, sento i suoi colpi addosso. Poco dopo l’uomo rientra nel suo camioncino verde e si dilegua per una via secondaria. Per me saranno 3 giorni di prognosi oltre che uno shock emotivo che ancora a distanza di anni, mi lascia quella sensazione di impotenza, frustrazione, rabbia e paura. Spero di non tornare in quella zona per un bel po’ di tempo. Facevo solo il mio lavoro.
Ciliegina sulla torta …
Faccio rapporto e denuncio l’accaduto ai carabinieri. I miei responsabili cercano di minimizzare il fatto considerandolo un fatto normale. A loro modo di vedere nel traffico ci stanno le discussioni con gli utenti della strada che, per mille motivi, nella foga quotidiana di dover correre, trovano noi come ostacolo e scaricano la loro rabbia e frustrazione su di noi colpevoli di fare solo il nostro lavoro.
Consigli per un RLS …
Potrei consigliare, a seguito di questo episodio, di garantire nei piccoli centri una flessibilità nella scelta di orari e percorsi da parte degli operatori.
Far sì che le aziende più grandi si pongano in modo meno presuntuoso e ascoltino di più i dipendenti e i loro rappresentanti che, quotidianamente, operano sul territorio per evitare delle situazioni come quella sopra descritta e studiando meglio i percorsi, le fasce orarie, le vie più trafficate, gli orari delle scuole, cercando di mettere nelle condizioni ottimali e con minor rischio di conflittualità gli operatori del settore
Prevedere il doppio operatore in alcune situazioni, formare gli operatori sulla gestione dei conflitti, verificare l’inserimento di questo rischio nel documento di valutazione del rischio (DVR).
Verificare l’utilizzo delle diverse tipologie di mezzi: a volte troppo grandi anche per vie molto strette (es. strade di montagna)
Utilizzo di mezzi adeguati, degli pneumatici, manutenzione dei mezzi, esigere il rispetto delle norme di sicurezza, anche in materia di codice della strada, controllare l’obbligo del rispetto delle regole di appalto-affidamento in particolare sulle caratteristiche tecniche ed idoneità dei mezzi.
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