Stellantis: sale la tensione allo stabilimento di Mirafiori
Le dichiarazioni di Tavares sulla storica fabbrica torinese scatenano le reazioni delle istituzioni e dei sindacati locali. Preoccupate Fim e Cisl che sollecitano un tavolo su Torino
Un mese intero di cassa integrazione a marzo per i 2.260 lavoratori di Mirafiori. Le linee della Maserati e della 500 elettrica non si fermeranno completamente, ma lavoreranno su un solo turno. E’ l’ultima comunicazione fatta da Stellantis ai sindacati ieri dopo la giornata convulsa di venerdì che ha visto una girandola di reazioni del mondo istituzionale, sindacale e politico alle parole del ceo di Stellantis sul futuro a rischio di Mirafiori e Pomigliano per la mancanza di una politica efficace di sostegni alla domanda di auto elettriche.
“Una dichiarazione di questa portata da parte di Tavares alla vigilia di un incontro molto atteso con il governo e con i sindacati, è dirompente e lancia un messaggio non distensivo. Non è quello che ci saremmo aspettati”. Lo ha affermato Rocco Cutrì, segretario generale della Fim torinese, al termine di una giornata convulsa, quella di venerdì, che ha visto una girandola di reazioni del mondo istituzionale, sindacale e politico alle parole del ceo di Stellantis sul futuro a rischio di Mirafiori e Pomigliano per la mancanza di una politica efficace di sostegni alla domanda di auto elettriche.
“Con gli altri sindacati – ha aggiunto Cutrì – stiamo lavorando insieme per tracciare un obiettivo comune sul futuro di Mirafiori. Ci aspettiamo da un gruppo come Stellantis la giusta attenzione visto che stiamo toccando i minimi storici di produzione. Purtroppo, anche la 500 elettrica, nonostante l’apertura del mercato americano dall’inizio dell’anno, in questo momento ha una prospettiva di cassa integrazione. Ci aspettiamo al più presto un tavolo su Torino. Bene ha fatto il sindaco a rivolgersi a Meloni. La questione Torino è centrale, Mirafiori rischia di scomparire. Non è tempo di polemiche, vogliamo analisi di merito e scelte compiute”.
A evidenziare la crisi di Mirafiori sono soprattutto i numeri. Secondo l’ultimo report della Fim nazionale, nel 2023 i volumi produttivi dello storico stabilimento torinese hanno fatto segnare un -9,3% rispetto al 2022, con 85.940 auto fabbricate, un dato negativo dopo tre anni di salita produttiva. Il peso maggiore dei volumi continua ad essere determinato dalla produzione della 500 bev che si ferma a 77.260 unità, cioè allo stesso livello del 2022 (77.500). Sulla linea Maserati la situazione della produzione è molto più critica. Sul fronte produttivo si sono raggiunte le 8.680 unità con i 5 modelli (GT, GC, Levante, Ghibli e QP), -49% rispetto al 2022. Nel 2017, però, le produzioni Maserati si attestavano a quasi 55.000 unità.
A difesa di Mirafiori, nei giorni scorsi sono scesi in campo anche le principali cariche istituzionali locali come il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e il presidente della Regione, Alberto Cirio.
“A testimonianza della nostra volontà di convergere e realizzare obiettivi comuni nell’esclusivo interesse della Città di Torino e del Piemonte – ha scritto il primo cittadino torinese alla premier Giorgia Meloni, riferendosi alle dichiarazioni dell’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares – desidero metterla al corrente dello stato di apprensione per il futuro occupazionale della fabbrica di Mirafiori espresso da tutte le sigle sindacali nel corso di una riunione avvenuta il 29 gennaio scorso presso il Palazzo civico di Torino”.
Anche il presidente della regione Alberto Cirio è intervenuto dopo le parole di Tavares sul futuro di Mirafiori. “Su 5000 euro di incentivi – ha detto il governatore piemontese – solo mille vengono usati per acquistare auto prodotte in Italia. Ecco perché è necessario che Stellantis ne produca di più, ed è su questo che insistiamo”.
I toni che sta assumendo la vicenda di Mirafiori non piacciono alle organizzazioni sindacali che puntano sul rilancio dello stabilimento torinese.
“Nell’ambito di incontri ufficiali sia con la giunta comunale che con quella regionale – hanno spiegato i segretari generali Cisl di Torino e Piemonte, Domenico Lo Bianco e Luca Caretti – abbiamo chiesto a Lo Russo e Cirio di attivarsi sia con il governo che con l’azienda per affrontare il tema del rilancio della fabbrica che a Torino e in Piemonte ha solide radici. Per questo chiediamo la convocazione immediata di un tavolo specifico sul futuro di Stellantis con tutti gli interlocutori istituzionali e sociali”. (Da Conquiste del Lavoro del 7 febbraio 2023)
Rocco Zagaria
Categoria: Focus