Stellantis: continua il calo produttivo in Italia

giovedì 7 Aprile 2022 / Focus

Secondo il report della Fim continua il calo produttivo del gruppo in Italia. Preoccupante battuta di arresto per Melfi e Sevel di Atessa, mentre Torino si salva con la 500 elettrica

Continua il calo delle produzioni del Gruppo Stellantis in Italia. A certificarlo è il report trimestrale della Fim Cisl presentato ieri a Torino dal segretario nazionale, Ferdinando Uliano, e dal segretario territoriale, Davide Provenzano. I dati della produzione nei primi tre mesi del 2022 segnano un dato ancora negativo pari a -13,5% rispetto al 2021. Nel I° trimestre di quest’anno sono state prodotte, tra autovetture e furgoni commerciali, 180.174 unità contro le 208.242 del 2021. La produzione di autovetture (123.484) segna un -2,6%, mentre quella dei veicoli commerciali (56.690) – 30,4%. Se le cose non cambieranno, il 2022 sarà il quinto anno consecutivo di flessione delle produzioni del gruppo nel nostro Paese con il rischio di scendere per le auto sotto le 400mila unità, quasi la metà (-48%) del 2017 e sotto le 600mila unità complessive (-42% rispetto al 2017) tra auto e veicoli commerciali. Le situazioni più pesanti nella perdita dei volumi si riscontrano nei due stabilimenti di Melfi (-22,4%) e Sevel di Atessa (-30,4%), che in negli ultimi anni rappresentavano i Plant italiani con il maggior numero di quantità prodotte. “L’effetto – ha spiegato il segretario nazionale Fim Ferdinando Uliano – è in gran parte riconducibile allo stop nelle produzioni determinato dalla mancanza dei semiconduttori. Sui fermi produttivi hanno poi inciso, anche se in minima parte, le difficoltà causate dal fermo dei trasporti”.

La carenza di semiconduttori, secondo la Fim, ha iniziato a riscontrarsi in termini di blocchi produttivi già nei primi mesi del 2021, ma si è aggravata pesantemente nella seconda parte del 2021 e continua in maniera molto significativa anche nel primo trimestre 2022: una situazione che condizionerà tutto l’anno. “Il tema delle forniture delle materie prime, dei semiconduttori e dell’avvicinamento della catena del lavoro – ha aggiunto Uliano è un problema di ordine geopolitico, che il governo del nostro Paese deve affrontare in maniera strategica. Lo scoppio della guerra in Ucraina può solo peggiorare ulteriormente il problema del reperimento e del costo delle materie prime. Le preoccupazioni nostre riguardano i lavoratori che sono pesantemente colpiti sul piano del reddito e dell’occupazione da questa situazione, oltre alle ripercussioni negative che si stanno determinando a cascata in tutto il settore. Anche il ritardo del provvedimento governativo sugli incentivi alla mobilità sostenibile ha certamente influito sulla domanda dei consumatori e di conseguenza sui volumi”.

Tra gli stabilimenti del gruppo sorride solo Mirafiori che nel primo trimestre di quest’anno fa registrare un + 19%, passando da 18.311 a 21.870 vetture. Dal 10 gennaio la 500e è prodotta su due turni, con una media di 316 vetture al giorno. L’attuale andamento fa prefigurare un 2022 con oltre 65.000 Fiat 500e prodotte. L’83% della produzione dello stabilimento torinese è costituito dalla 500 bev, il restante 17%, pari a 3.750, è rappresentato dalle produzioni Maserati Levante, Ghibli e Quattroporte. Un exploit che fa dire al segretario territoriale della Fim, Davide Provenzano “È giunto il momento di rompere un tabù. A Mirafiori bisogna sbloccare le assunzioni perché l’azienda non ha tutte le persone che servono per produrre la 500 Bev e l’organico è sotto stress. Pochissimi lavoratori hanno meno di 50 anni. Chiediamo anche un intervento per risolvere il problema dei servizi, della luce, dei bagni, del riscaldamento. Da gennaio sono arrivate a Mirafiori mille persone in più da Grugliasco e ci sono delle difficoltà. Spesso si lavora al freddo. Il futuro di Torino, oltre alla 500 bev, sarà sempre più legato alla produzione dei nuovi modelli Maserati”. (Da Conquiste del Lavoro del 7 aprile 2022)

Rocco Zagaria

 

 

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