Manovra, Sbarra (Cisl) all’Attivo unitario di Cgil Cisl Uil Torino: “Bocciatura Ue pesa come un macigno”
Dalla Commissione europea “è piovuta sulla manovra una bocciatura pesante come un macigno, ma purtroppo ampiamente preannunciata. Lo scenario ora si fa davvero pericoloso e richiede un cambio radicale da parte del Governo, nel segno della responsabilità istituzionale e dell’apertura al dialogo sociale”.
Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl, concludendo l’Attivo unitario Cgil Cisl Uil di Torino, che si è svolto al Qualys Hotel Royal di Corso Regina, nel capoluogo, per la presentazione della piattaforma sindacale sulla Legge di Bilancio. L’incontro, presieduto dalla segretaria generale della Cgil, Enrica Valfrè, è stato introdotto dal segretario regionale Uil Mauro Casucci. Per la Cisl erano presenti i segretari territoriale e regionale, Domenico Lo Bianco e Alessio Ferraris.
“In questo momento – ha aggiunto Sbarra – alzare i toni contro improbabili complotti è l’esatto contrario di quello che serve. Si rischia di giocare con il fuoco, anche perché la procedura di infrazione si aggiunge a un quadro economico preoccupante”. Le risorse, “oggi dilapidate quasi esclusivamente in spese correnti, vanno invece orientate e qualificate per innalzare la crescita e far calare quell’indebitamento che oggi ci condanna di fronte a tutti gli Stati europei”. Per questo, ha sottolineato il numero due di via Po, “è urgente che la Manovra cambi: non va sprecato altro tempo e dato un impulso agli investimenti produttivi su occupazione, politiche industriali, grandi e medie opere infrastrutturali. Dobbiamo riqualificare le reti materiali, logiche e sociali del nostro Paese”.
Anche per questo, “va rilanciata ricerca e innovazione e recuperata una visione di crescita comune che leghi scuola e formazione, competenze, pubblica amministrazione, politiche attive di inserimento nel mercato del lavoro”. Per il sindacato la strada “non è quella del solo Reddito di Cittadinanza, che rischia di diventare una leva dal sapore assistenzialista, specialmente nel Mezzogiorno, dove il lavoro va generato e non solo aspettato”.
Piuttosto, “vanno create le condizioni perché riparta produzione e consumo”. Vuol dire “alleggerire il carico fiscale sui redditi medio-bassi da lavoro e da pensione per fare coesione e stimolare la domanda interna”. Occorre poi “onorare i rinnovi dei contratti pubblici ben oltre le briciole che lascia questa Finanziaria e rilanciare i servizi per la non autosufficienza”. Su previdenza e pensioni, “è necessaria una riforma che punti a maggiore sostenibilità sociale: quota 100 è poco più di uno slogan, una base su cui avviare un confronto vero e strutturato con il sindacato”. r.z.
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