In piazza per salvare la Pmt di Pinerolo e il futuro del territorio
In piazza per salvare la Pmt e il futuro del territorio. È questo il senso della manifestazione promossa da Fim Fiom Alp/Cub di sabato 18 a Pinerolo che ha visto sfilare per le vie della città, insieme ad operai e impiegati dello stabilimento e alle organizzazioni sindacali, i cittadini, i sindaci del territorio, l’assessore regionale al lavoro, Gianna Pentenero, il vescovo di Pinerolo Pier Giorgio Debernardi e una rappresentanza della Chiesa Valdese.
Da un mese, da quando la loro l’azienda è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Torino, i 180 lavoratori della Pmt sono finiti in una sorta di limbo, tra i primi in Italia a rimanere senza stipendio, senza cassa integrazione e senza alcun ammortizzatore sociale. Una situazione paradossale che si è creata per un vuoto normativo a seguito della riforma degli ammortizzatori sociali iniziata con il governo Monti e proseguita con il Jobs Act. Se il fallimento di Pmt fosse avvenuto entro il 31 dicembre del 2016 i lavoratori avrebbero potuto accedere alla cassa straordinaria. In questo caso no.
Pmt è una storica azienda di Pinerolo che produce e progetta macchine per la carta. Circa dieci anni fa fu acquisita dalla famiglia Nugo. Da tre anni una quota della società è passata ai cinesi della Cpmc. La crisi di mercato e il successivo disimpegno dei cinesi ha fatto sì che i costi non fossero più sostenibili nonostante Pmt fosse nota per il suo valore industriale e per le professionalità impiegate. L’unica offerta ricevuta per l’acquisizione della fabbrica pinerolese è quella presentata dalla Papcel, azienda della Repubblica Ceca con una sede in Piemonte, che prevede il mantenimento di circa 70 posti su 180. Ma per effetto del vuoto normativo che si è creato, nessuno dei lavoratori può beneficiare di ammortizzatori sociali.
“Siamo di fronte a un dramma – ha spiegato la segretaria della Fim Torino-Canavese, Cristina Maccari – perché i lavoratori di Pmt non hanno nessun paracadute. Con questa manifestazione abbiamo voluto anche richiamare l’attenzione su un territorio colpito pesantemente dalla crisi negli ultimi anni che ha provocato la chiusura di tantissime aziende. Il Pinerolese non può vivere senza industria e l’industria ha bisogno delle professionalità dei lavoratori pinerolesi. Attualmente alla Pmt stanno lavorando circa 42 lavoratori mentre i restanti 136 sono sospesi senza ammortizzatore sociale. Abbiamo chiesto un incontro al Ministero del Lavoro affinché venga riconosciuta anche ai lavoratori sospesi la cassa integrazione straordinaria. Siamo in attesa dell’incontro”.
Tavolo ministeriale su cui si è spesa anche l’assessore regionale al Lavoro, Gianna Pentenero.
“Abbiamo chiesto al ministro del Lavoro – ha dichiarato Pentenero, che ha partecipato alla manifestazione di Pinerolo – di aprire una discussione approfondita che permetta di affrontare situazioni come quella della Pmt di Pinerolo, uno dei primi casi in Italia in cui il fallimento dell’azienda è contestuale alla presentazione di un’offerta d’acquisto. La Regione ha sempre seguito con grande attenzione la vicenda della Pmt e si è immediatamente attivata presso il ministero perché quest’ultimo indicasse possibili strumenti per accompagnare il processo di cessione dell’azienda e tutelare il personale in questa fase di transizione. Purtroppo l’interpretazione fornita finora dal ministero ha evidenziato l’assenza di ammortizzatori sociali disponibili nell’immediato”.
Per il segretario generale della Cisl Torino Canavese, Domenico Lo Bianco: “Tutte le istituzioni locali e in modo particolare il governo centrale devono fare la propria parte. Occorre uscire quanto prima da questo impasse normativo perché potrebbero presentarsi situazioni analoghe alla Pmt e non possono essere certo i lavoratori a pagare il prezzo più alto. Insieme alle istituzioni locali dobbiamo affrontare al più presto il tema dello sviluppo e del rilancio del territorio”.
Rocco Zagaria
(Le foto sono di Giuseppe Pettenzi)
Categoria: Industria, Mercato del lavoro, Territorio