XXI Rapporto “Giorgio Rota”, Lo Bianco: “Giovani e lavoratori al centro di un nuovo progetto di territorio”
“Il Ventunesimo Rapporto Rota conferma purtroppo i timori espressi dal sindacato in questi mesi e che sono alla base della Vertenza Torino lanciata da Cgil Cisl Uil a dicembre 2019”. Così il segretario generale della Cisl Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco, commenta l’annuale indagine su Torino elaborata dal Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi.
“In attesa di capire meglio gli effetti della pandemia sui sistemi economici e sociali della Città – osserva Lo Bianco – è fondamentale, soprattutto in questa fase, concentrare gli sforzi e le energie su un ‘Nuovo Progetto di territorio’ con la partecipazione di tutti i principali soggetti istituzionali e sociali. Le elezioni comunali, ormai alle porte, oltre a rappresentare una straordinaria occasione di ricambio della classe politica locale, devono servire a convogliare le migliori idee e proposte per la costruzione della Torino di domani e a far ‘ripartire’ anche un nuovo spirito di collaborazione tra tutte le componenti sociali ed economiche del territorio”.
Per il segretario Cisl Lo Bianco: “Questa pandemia ci sta insegnando che dalle difficoltà si esce solo unendo le forze e condividendo scelte ed esperienze. Tra le nostre priorità c’è quella di offrire ai giovani, soprattutto laureati che si formano nelle nostre Università, prospettive di lavoro e quindi progetti di vita nel nostro territorio, e ai lavoratori, duramente colpiti dalla crisi, la possibilità, attraverso un piano straordinario di formazione, di aggiornare e adeguare le proprie competenze alle grandi trasformazioni in atto nel mondo del lavoro. Questo può avvenire solo se i soggetti preposti riusciranno a dare vita a un nuovo patto di collaborazione con al centro la persona e il lavoro”.
SINTESI XXI RAPPORTO “GIORGIO ROTA” SU TORINO
Affrontare il tema, scelto ben prima dell’emergenza sanitaria, dell’attrattività come fattore competitivo, in un momento di lockdown, chiusura dei confini, blocco delle attività e rinvio di molti progetti, può sembrare poco sensato, ma in realtà emerge che il problema dell’area torinese era ed è proprio una mancanza di attrattività sia di persone sia di investimenti”. Lo afferma il presidente del Centro Einaudi Beppe Facchetti presentando il 21/o rapporto ‘Giorgio Rota’ su Torino che si intitola proprio Ripartire. Il rapporto sottolinea come negli ultimi 5 anni Torino abbia “eroso il capitale umano’ più che nelle altre città italiane, con relativo invecchiamento della popolazione. Va meglio l’attrazione di studenti universitari, soprattutto per quanto riguarda il Politecnico, unico ateneo italiano con il 55% di studenti stranieri. “Ma il problema – dice Facchetti – è trattenere a Torino i laureati”. Sono anche diminuite le imprese, più che nel resto del Paese, “anche se con il rallentamento della globalizzazione potrebbero verificarsi processi di re-shoring, ossia di ritorno in patria delle produzioni strategiche. Anche le startup innovative, che rappresentano l’1% delle società di capitale, “pagano la ridotta presenza di investitori”. Il settore turistico, infine, non si è più sviluppato, dopo il 2006, l’anno delle olimpiadi: non è aumentata l’offerta alberghiera a fronte di un aumento di presenza, ma poche straniere. “Il Piemonte – conclude Facchetti – dovrà fare uno sforzo aggiuntivo per creare nuovi scenari di sviluppo”.
IN ALLEGATO RAPPORTO INTEGRALE
Categoria: Focus