Per la Lear di Grugliasco c’è una prima manifestazione di interesse

martedì 14 Maggio 2024 / Focus

Per l’azienda dell’indotto torinese è arrivata al Mimit la proposta formale di reindustrializzazione da parte di un’azienda metalmeccanica. Intanto il coordinamento nazionale Fim Cisl di Stellantis chiede la definizione dell’accordo quadro di sviluppo del gruppo in Italia       

Per la reindustrializzazione della Lear, la fabbrica di sedili per auto con sede a Grugliasco, alle porte di Torino, c’è una prima manifestazione di interesse formale da parte di una impresa del comparto elettromeccanico, non legata esclusivamente all’automotive. Lo rendono noto Fim Fiom Uilm Torino dopo l’incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy. “È emerso un quadro produttivo – spiegano i sindacati – sempre più grave vista la nota situazione di Mirafiori, con una previsione di produzione in calo di circa il 40%: da 7 mila a circa 4 mila vetture. Più in particolare, su 398 dipendenti, 3 hanno trovato già impiego attraverso l’outplacement, mentre altri 53 sono impegnati nella fase di selezione. Data la drammaticità della situazione, chiediamo che la direzione aziendale continui nella ricerca di potenziali investitori nonché nella ricollocazione interna al gruppo, a partire dalle unità di staff e di ricerca presenti proprio a Torino, oltre a tutti gli strumenti utili per poter attenuare il potenziale impatto sociale”.

Un nuovo incontro è in programma, sempre al Mimit, il prossimo 17 giugno per verificare l’andamento della occupazione, delle ricollocazioni e dei piani di reindustrializzazione. “Nel frattempo chiederemo alla direzione di Lear di avviare un confronto inerente un piano sociale complessivo”: dicono i sindacati, preoccupati per il futuro dei lavoratori dello stabilimento di Grugliasco. La crisi della Lear è tra le più gravi di tutta l’area torinese. Senza un intervento immediato, la vertenza Lear rischia di avere lo stesso epilogo di quello della ex Embraco che il territorio vuole assolutamente scongiurare.

E mentre la produzione del sito di Mirafiori rimarrà ferma per tutto il mese di maggio, si è riunito nei giorni scorsi, a Roma, il coordinamento nazionale Fim Cisl del gruppo Stellantis per valutare la situazione complessiva degli stabilimenti italiani e del settore automotive. Dall’incontro è emerso che la situazione del settore automotive sta ulteriormente peggiorando. Ai problemi causati dalla transizione verso l’auto elettrica, si è aggiunto il calo delle vendite sui mercati che sta colpendo tutte le case automobilistiche europee. Come già denunciato dalla Fim Cisl, la riduzione delle vendite sta investendo anche gli stabilimenti italiani del Gruppo, con un aumento del ricorso della cassa integrazione guadagni. A influire negativamente sulle vendite in Italia vi è certamente il ritardo causato dall’approvazione legislativa dei nuovi incentivi per l’acquisto delle autovetture, provvedimento che – assicurano fonti governative – dovrebbe essere approvato entro una decina di giorni.

“Riteniamo urgente concludere il confronto aperto in sede ministeriale – recita il documento finale approvato dal coordinamento nazionale Fim Cisl di Stellantis – necessario per definire l’accordo di sviluppo che vincoli Stellantis e istituzioni del nostro Paese, a impegni precisi, volti a portare i volumi produttivi degli stabilimenti italiani ad almeno 1 milione di veicoli, pari a oltre il 40% delle attuali produzioni. Senza questo accordo, non ci sono le garanzie necessarie per poter invertire la situazione di difficoltà che sta attraversando Stellantis e il settore”. E conclude: “Si passi ora alla stesura dell’accordo quadro di sviluppo con l’obiettivo di definire nuovi modelli e investimenti al fine di mettere in sicurezza l’occupazione e le prospettive degli impianti Stellantis, degli enti di ricerca e sviluppo e della componentistica dell’indotto automotive”. (Da ConquistedelLavoro.it del 14 maggio 2024)

Rocco Zagaria

 

 

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