I marchi premium di Maserati e Alfa spingono la produzione in Fca (+ 13%). Presentato a Torino il report Fim sugli stabilimenti italiani del Gruppo
I marchi premium di Maserati e Alfa Romeo spingono la produzione negli stabilimenti italiani di Fca nel primo semestre 2017, facendo registrare un +12,9% rispetto allo stesso periodo del 2016. L’incremento produttivo è stato determinato in gran parte dalla crescita delle produzioni dei marchi Alfa Romeo, Suv Stelvio e Giulia, e del Suv Maserati. In particolare, l’aumento è stato di 44.367 auto Alfa Romeo nello stabilimento di Cassino e di 14.717 Suv Levante nella fabbrica di Mirafiori. In ambedue i casi si tratta di quasi un raddoppio delle produzioni rispetto ai volumi del semestre precedente. I dati sull’andamento dei volumi produttivi negli stabilimenti italiani di Fca e Ferrari sono stati illustrati ieri pomeriggio in una conferenza stampa della Fim nazionale che si è tenuta nella sede Cisl di via Madama Cristina 52, a Torino.
“La strategia sindacale che abbiamo adottato di fare accordi che portassero investimenti negli stabilimenti italiani ha avuto un effetto positivo sull’occupazione – ha evidenziato il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano, presentando i dati ai giornalisti – sta andando nella direzione che auspicavamo con il completamento del piano 2014-2018. Non siamo ancora alla piena occupazione entro il 2018, ma ci manca poco. Per questo è necessario fare ancora alcuni investimenti importanti nei prossimi mesi per raggiungerla”. Obiettivo che, secondo la Fim, si sarebbe potuto raggiungere già da tempo se i 3.000 nuovi occupati, registrati tra il 2014-2016, fossero stati distribuiti in maniera uniforme in tutti gli stabilimenti italiani del Gruppo. Così non può essere perché gli incrementi occupazionali seguono gli investimenti nei vari siti produttivi. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali (Contratto di solidarietà e/o Cigo) si sta ulteriormente riducendo, con il “fermo di produzione” che viaggia ormai intorno all’8% delle ore produttive, lontanissimo dal dato di solo 4 anni fa, dove raggiungeva punte del 40%.
“La Fim – ha aggiunto Uliano – ha scommesso su questo piano e i numeri oggi ci danno ragione. Anche gli scettici e gli oppositori si stanno ricredendo. La nostra azione sindacale contrattuale volta a migliorare l’organizzazione del lavoro, recuperare efficienza negli stabilimenti italiani e impegnare il gruppo FCA ad investire negli stabilimenti italiani, cambiando le tipologie di produzione e incrementando la quota premium dei nuovi modelli, è stata la strada che ci ha consentito di salvare uno dei settori più importanti della nostra economia. Se i dati di produzione del nostro paese in questi anni hanno segnali di crescita lo devono al comparto dell’auto”.
Dall’analisi fornita dalla Fim emerge anche che il dato sulle produzioni semestrali non è solo di quantità, ma anche di qualità. La quota di segmento medio alto cresce ulteriormente. Le auto di fascia medio-alta prodotte nel 2012 rappresentavano solo il 20% dei volumi. Nel 2016 hanno raggiunto il 59% e ora superano il 60%. Una percentuale in costante crescita perché sia le produzioni di Cassino che di Mirafiori continuano a macinare volumi. “Siamo vicini alla piena occupazione – ha concluso il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano – ma per raggiungere questo obiettivo bisogna agire in tempi brevi con nuovi investimenti, superando alcune criticità presenti, rappresentate in particolare da Pomigliano, Mirafiori e Melfi per la parte collegata alla Punto. Abbiamo salvato le fabbriche e l’occupazione di uno dei settori più importanti della nostra economia nazionale, attuando anche una politica distributiva dei redditi prodotti, aumentando i salari dei lavoratori Fca con il sistema premiante fatto nel 2015 e con l’accordo sul welfare”.
Rocco Zagaria
Categoria: Industria, Territorio