Incognite sul futuro della Lear di Grugliasco
La vertenza dell’azienda torinese della componentistica approda oggi al tavolo del Ministero delle imprese e del made in Italy insieme ad altre crisi del settore metalmeccanico.
L’appuntamento è per oggi, mercoledì 18 gennaio, al Ministero per lo Sviluppo economico. I segretari nazionali di Fim Fiom Uilm incontreranno il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, per un confronto sulle crisi aziendali del settore metalmeccanico. Al centro del confronto i problemi dei comparti siderurgico, automotive ed elettrodomestico, con le diverse vertenze aperte che vanno dalle Acciaierie Italia (ex Ilva) di Taranto (per la quale ci sarà un apposito tavolo il giorno successivo, il 19 gennaio) alla Jsw di Piombino, dalla Qf di Firenze alla Bosh di Bari, dalla Vitesco di Technologies di Pisa alla Bluetec di Termini Imerese, dalla Whirlpool, (non solo di Napoli) alla Lear di Grugliasco (Torino).
Oltre alla Lear, sono finite sotto la lente di ingrandimento del Mimit anche le altre crisi aziendali piemontesi come le Acciaierie di Italia (ex Ilva) di Novi Ligure, la Blutec Lighting di Asti, la ex Alcar di Vaie e la Pernigotti sempre di Novi Ligure (Al).
Secondo il leader della Fim Cisl, Roberto Benaglia, che parteciperà al vertice ministeriale: “Pesano l’incertezza determinata dal caro energia e dall’aumento dei tassi di interesse, ma si può sperare in un’inversione di tendenza. Il processo di transizione ecologica e di razionalizzazione della produzione è stato avviato e lo stiamo gestendo in modo quasi indolore come dimostrano i casi Electrolux e Wartsila”.
Ma torniamo alla Lear di Grugliasco, fabbrica americana della componentistica con sede alle porte di Torino. Lo stabilimento, che produce sedili per auto, conta attualmente circa 400 dipendenti. Il 21 novembre scorso è stata sottoscritta l’ultima tranche di Contratto di Solidarietà della durata di 6 mesi con decorrenza 1 dicembre 2022 – 31 maggio 2023, a cui è seguito un accordo di esodo incentivato a favore di 35 lavoratori. L’esubero dichiarato dall’azienda è di 260 lavoratori, tra cui molti con limitazioni e ridotta capacità lavorativa.
La Lear, legata da un rapporto di monocommittenza con Stellantis, produce sedili solo per Maserati (Quattro porte, Ghibli e Suv Levante) e con gli attuali numeri riesce a stento ad impiegare i lavoratori per il tempo previsto dai parametri minimi di legge rispetto agli ammortizzatori sociali. Dal portafoglio Lear manca la commessa 500 Bev, persa a suo tempo a favore della turca Martur, insediatasi sempre a Grugliasco. “La vertenza sta diventando sempre più complessa – spiega il segretario territoriale della Fim Cisl, Rocco Cutrì – in quanto da parte della corporate americana manca ad oggi un piano, una visione strategica, un’alternativa di sviluppo industriale. Manca l’elemento fondamentale su cui costruire un confronto serio ed in grado di dare una prospettiva e risposte a lavoratori e territorio. A breve incontreremo l’amministratore delegato italiano del Gruppo. Dal vertice ci attendiamo risposte diverse da quelle che abbiamo ascoltato fino ad oggi e che evidenziano una posizione fin troppo attendista, povera di iniziativa e tendenzialmente poggiata sulla rete degli ammortizzatori sociali”.
Per il segretario generale della Cisl Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco: “Occorre affrontare con politiche industriali mirate questo momento particolarmente delicato anche per il nostro territorio evitando che la fase di transizione si trasformi in una deindustrializzazione del settore, con conseguenze negative sia sull’occupazione sia sul versante sociale. Da troppo tempo manca una vera politica industriale per il settore dell’auto”. (Da Conquiste del Lavoro del 18 gennaio 2023)
Rocco Zagaria
Categoria: Focus