“Essere soggetti attivi in questo cambiamento”: intervista a Rocco Cutrì (Fim)
Parla il segretario generale della federazione dei metalmeccanici torinesi, capofila del progetto europeo TIR-H Transporting Industrial Relations towards Hydrogen”.
Oltre all’elettrico, il futuro dell’auto potrebbe essere quello dell’idrogeno. Il tema della transizione ecologica coinvolge anche le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici come la Fim Cisl Torino-Canavese, impegnata in prima fila nella gestione di un cambiamento storico, soprattutto nel settore dell’auto, che negli ultimi anni ha investito anche lo stabilimento di Mirafiori e il suo indotto.
Rocco Cutrì è il segretario generale dei metalmeccanici torinesi della Cisl. Nell’ultimo biennio, insieme alla sua federazione, ha scelto di essere capofila di un progetto europeo sulla “transizione energetica europea verso l’idrogeno nel settore dei trasporti”.
Segretario di che cosa si tratta?
“Di un progetto europeo che studia la transizione non solo dell’auto, ma anche del trasporto ferroviario e aereo. Si chiama TIR-H Transporting Industrial Relations towards Hydrogen”.
Chi sono i partner?
“Oltre a Fim-Torino Canavese e Associazione culturale Adapt, ne fanno parte i sindacati metalmeccanici di Francia, Ungheria, Turchia e il sindacato europeo IndustriAll”.
Perché la Fim Torino-Canavese ha scelto di essere capofila del progetto?
“In questa fase di profonde trasformazioni è fondamentale partecipare ai processi decisionali in cui le scelte dei grandi gruppi finiscono per influenzare l’intera filiera. Conviene quindi conoscere e non subire la transizione. Il bisogno è di essere soggetti attivi come sindacati in questo grande cambiamento in atto. Per queste ragioni abbiamo scelto di rivestire un ruolo di primo piano”.
Un percorso durato quasi due anni.
“Prima della Conferenza finale, che si è tenuta di recente a Torino, abbiamo fatto tanta formazione. Nei corsi online e in presenza (in Italia e a Parigi, presso la sede della Cgt Ftm), si sono avvicendati esperti, delegati, operatori di aziende che stanno operando nel mondo dell’idrogeno come Iveco, Punch, Ge.Avio e Thales Alenia Space. C’è stata una formazione mirata alle buone pratiche e alla contrattazione relativa alla transizione ecologica. A febbraio 2024 c’è stato anche, presso Environment Park di Torino, un incontro di scambio sempre con tutti i partner”.
Al centro del progetto ci sono soprattutto i lavoratori.
“Sì. Per questo diventa fondamentale fornire ai sindacalisti un’adeguata informazione e formazione per gestire le dinamiche connesse alla transizione ‘verde’, con particolare riferimento al passaggio dalla produzione di veicoli a combustibili fossili a quelli alimentati a idrogeno. Questo proprio per tutelare occupazione e lavoratori. Non sarebbe una transizione sostenibile se mettesse a rischio il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie”.
Dove prendere l’idrogeno?
“Deve essere ottenuto da fonti rinnovabili, altrimenti non ha senso. Ma su questo aspetto siamo ancora molto indietro. Serve idrogeno verde”.
Qual è l’approccio delle imprese su questo tema?
“Ci sono aziende che hanno prodotti a un livello avanzato su queste tecnologie, pronte per il mercato. A cominciare dai motori o kit che possono trasformare i motori diesel in idrogeno. Iveco, in questo senso, si trova in una fase molto avanzata e pure Stellantis si sta muovendo in questa direzione”.
Anche l’aerospazio vanta progetti di propulsione a idrogeno molto avanzati?
“Sì. Alcune aziende saranno pronte nel 2027 con i test di certificazione per il volo civile”.
Una sfida impegnativa. Non trova?
“Cambiare è inderogabile, ma bisogna imparare e capire effetti e conseguenze, per governarli”. (da Conquiste del Lavoro del 13 luglio 2024)
Rocco Zagaria
Categoria: Focus